I luoghi di Antonio Gramsci [di Maria Antonietta Mongiu]

Corso Vittorio Emanuele

L’Unione Sarda 26/04/2016. La città in pillole. Un impegno in occasione del 79° anniversario della morte del pensatore. E’ motivo di orgoglio che il Parlamento abbia ascritto Casa Gramsci di Ghilarza a monumento nazionale. Gesto simbolico che si aggiunge al vincolo che vi ha apposto la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Cagliari e Oristano. Va da se che è solo l’inizio del percorso per un riconoscimento più ampio del paesaggio gramsciano che trascende quella casa.

Riguarda tutti i luoghi in cui si è costruita e ha agito la vicenda esistenziale di Antonio Gramsci, uno dei pensatori contemporanei più importanti. Giacché per il Codice dei beni culturali e del paesaggio (DL n° 4222/01/2004)  per paesaggio “si intendono parti di territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni” molto c’è da fare per individuare e riconoscere i luoghi di Gramsci in Sardegna, in Italia, nel mondo. Materiali e immateriali comprese le percezioni delle comunità.

Da dove iniziare? Dal mondo vasto e terribile, talvolta anche incomprensibile, che non è solo quello lontano ma è soprattutto quello sotto casa che la sua luminosa scrittura, paragonabile solo a quella di Giacomo Leopardi, descrive con sconfinata amarezza e con altrettanta indicibile tenerezza.

Pochi come Antonio Gramsci sono stati capaci di descrivere su logu e le sue declinazioni e di usarli come metafora in cui il sostrato è parte imprescindibile del presente. Le violette di Chenale o i bulbi di ciclamino selvatico si intrecciano senza soluzione con la neve di Vienna che rimanda alle saline di Cagliari.

Alla città decisiva nella sua formazione il compito di iniziare la ricognizione perché i suoi luoghi siano riconosciuti formalmente come luoghi identitari dell’umanità. Altro dagli slogans. I suoi vicini di casa de su brugu hanno già iniziato.

 

 

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