Cronaca di una bellissima giornata [di Franco Meloni]

Crespi Assisi0059 Foto C Flavio Pagani

L’apertura dei Convegni è sempre segnato dalle liturgie che prevedono i saluti delle Autorità. Due Ministri, Ambiente e Agricoltura, molto importanti dato l’argomento: assenti. Segue il Presidente della Regione Sardegna, che avrebbe dovuto interloquire con i Ministri e con gli esperti nelle tavole rotonde tematiche: assente. La platea commenta con boati irritati. Penso a Moretti per capire se si trae più vantaggio a partecipare o piuttosto a far notare l’assenza per impastare un altro po’ di voti.

La musica ricorda con il nostro S. Efisio di Porrino che bisogna non dimenticare i morti per il disastro appena avvenuto. La musica fa notare che la sapienza del fare ha creato i violini a Pattada, e questo aumenta la speranza. Il Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, fa un intervento misurato. Con la giusta naturalezza fa sperare che la sfida per la Capitale della Cultura 2019 sia comunque una spinta per rendere la Città  migliore. Auguri di cuore.

l’intervento di Andrea Carandini, Presidente del FAI segna l’apertura dei lavori. Il Domenicale del Sole 24 Ore oggi lo riporta con un titolo inesatto: Per un turismo responsabile, io sostituisco turismo con futuro, più appropriato. Mi piace molto, sino dalla prima frase che rilancia un tema che condivido: ritornare alla sfida iniziata tanto tempo fa nel Neolitico.

Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente Onorario, conquista tutti per l’evidente amore per la Sardegna. Fa un certo effetto sentire una dolce Signora di quasi un secolo pronunciare la parola che riassume molti sentimenti presenti: rabbia. La ricordo quando, tra la fantasia creativa del 68 e la tragedia di Piazza Fontana, cercava di mantenere per il Corriere un’analisi obiettiva di una realtà che assumeva sempre più il colore del piombo.

Saltato senza alcun rimpianto l’intervento del Ministro Orlando, Gavino Murgia scuote il cuore riportandoci a suoni che ricordano momenti magici vissuti nella luce di un Nuraghe. Pinuccio Sciola mostra come far parlare le pietre mentre Marcello Fois ricorda in una lingua che non può essere tradotta come immagina che i Sardi vengano immaginati. La partecipazione è tangibile.

Gad Lerner conduce la prima discussione che tratta storie della Terra. Angelo Aru illustra con antica sapienza come si debba mantenere il primato della terra contro ogni sorta di speculazione. Bobore Bussa e Fortunato Ladu raccontano come si deve affrontare l’agricoltura e la pastorizia nel terzo millennio. Nessuna concessione al romanticismo di una vita agreste segnata al caldo di un salotto. Nessuna tendenza radical shic, please: la vita è dura ma si può affrontare se la Politica, quella di cui abbiamo estremo bisogno, farà la sua parte. E Alfonso Orefice da il suo contributo nell’affrontare razionalmente il problema.

Può essere utile non trascurare che una terra incolta e quindi trascurata può essere sfruttata per perseguire interessi che, in maniera quasi sempre ambigua, riguardano la Mafia.

Il sapere delle mani vede come attori Antonio Marras, che taglia e cuce seguendo modelli modernamente antichi. Il sughero, questo meraviglioso dono della natura è voce fondamentale nell’industrializzazione di processi che risalgono all’inizio della Storia. E gli imprenditori di Calangianus ne sono straordinario esempio. Eugenia Pinna tesse trame che intrecciano racconti tenuti vivi nella testimonianza tramandata da sempre.

Italo Meloni ricorda che la progettazione nel campo dei trasporti è la base per uno sviluppo che superi le difficoltà per noi apparentemente difficili da sormontare.  Giuseppe Rotta mostra una efficace utilizzazione del vento che permette di navigare e di vedere il mare non come fonte di pericolo ma piuttosto come strada da percorrere. Bachisio Bandinu affabula ricordando sempre che l’identità si basa, sempre, sul confronto con gli altri. E che su strangiu, l’ospite, è sacro.

Il Teatro continua a non dare segni di stanchezza e Villa Satta offre ristoro con la luce che rende la Città unica.

Pasquale Chessa riprende le redini della discussione dopo la molto discutibile assenza del Ministro De Girolamo. Il teatro supera senza traumi apparenti la mancanza istituzionale. Francesco Nuvoli, Sandro Dettori e Mauro Agnoletti portano il contributo dell’Università al problema degli usi civici del territorio, dell’integrazione del Piano Paesaggistico – mai altro argomento è stato declinato in innumerevoli varianti – e degli sviluppi sostenibili del paesaggio rurale. Nella stessa tavola è presente Maurizio De Pascale, Presidente dell’ANCE Sardegna, cioè l’Associazione dei costruttori. Argomentando con chiarezza ha ribaltato un possibile ruolo di imputato “L’ANCE non riguarda i palazzinari”, dimostrando che gli interventi sono necessari per favorire il recupero dell’esistente, senza bisogno di colare altro cemento. Per esempio ristrutturando le scuole. Ieri, sabato, è crollato il soffitto del liceo Dettori. Altro esempio calzante riguarda la modernizzazione della rete, si fa per dire, delle ferrovie. Binario unico e senza elettrificazione. Ogni commento aumenterebbe la rabbia non solo della Signora Crespi.

I Direttori dei due giornali sardi hanno intervistato Andrea Carandini che ha mostrato in maniera molto energica le vie per la ripresa: fondi per la Cultura.

I lavori si concludono e dopo la voce preistorica di Gavino Murgia, il coro di cento bambini riporta pace e ricorda che non potho reposare  fino a quando non si è fatto di tutto per difendere la nostra Terra. Credo che Maria Antonietta Mongiu, accorta organizzatrice e  regista della bellissima giornata, sia molto d’accordo.

 *Fisico. Università di Cagliari

 

 

One Comment

  1. Graziano Bachis

    Sicuramente non era questo il suo intento,ma leggere il suo resoconto ha fatto lievitare di molto il rimpianto per non esserci stato. Confido nella redazione per avere l’opportunità di vedere la registrazione in video.
    Un caro saluto

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