Adesione al Comitato per il “No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione” [di Slega la Calabria]
La necessità del cambiamento e la convinzione che la democrazia si rafforza con la partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche sono le ispirazioni di fondo di SLEGA la Calabria fin dalla sua fondazione. Riforme delle istituzioni e della Pubblica amministrazione sono necessarie e auspicabili non solo per migliorare l’efficacia dei processi decisionali, ma anche per far maturare nei cittadini, singoli e associati, comportamenti e strategie d’azione coerenti con i principi della coesione sociale e del primato dei beni comuni. Riforme tanto più necessarie in Calabria in quanto strutturalmente caratterizzata da inefficienza e inefficacia delle amministrazioni pubbliche, da bassa capacità burocratica, da comportamenti e relazioni diffusi improntati a clientelismo, particolarismo, corruzione, e da classi dirigenti orientate ad estrarre potere, consenso e legittimazione dal sottosviluppo economico e civile. SLEGA, pur apprezzando la determinazione e la velocità “riformista” del Governo, è fortemente preoccupata per le conseguenze della legge costituzionale Renzi-Boschi soprattutto in riferimento allo squilibrio che si verrà a determinare tra il potere esecutivo e quello legislativo e di controllo, rafforzato peraltro dal nuovo modello di legge elettorale, il cosiddetto Italicum. Concentrare il potere nel Governo a discapito del Parlamento rappresenta una grave menomazione della Costituzione e della rappresentanza democratica. Per di più, la nuova legge elettorale, reiterando il potere dei capi di partito di nominare la gran parte dei parlamentari e consentendo di conquistare la maggioranza anche con pochi voti di scarto ad un solo partito, consentirà di condizionare fortemente la vita istituzionale attraverso l’elezione del capo dello Stato, l’elezione del Consiglio superiore della magistratura e dei giudici costituzionali, figure e istituzioni di garanzia fondamentali nel disegno costituzionale di equilibrio tra i poteri e per il perseguimento della giustizia sociale e della libertà per i cittadini. Per tali ragioni, SLEGA avverte l’urgenza di aderire al Comitato per il “No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione” e accoglie il modello operativo del Coordinamento per la democrazia costituzionale attivo nelle provincie della Calabria, auspicando un coordinamento regionale in vista della campagna referendaria di autunno. SLEGA nel suo piccolo, offre il contributo di competenza, mobilitazione e idee per partecipare ad una campagna di informazione in questo delicato momento della vita pubblica italiana, affrontabile soltanto con l’estensione e l’allargamento dei processi democratici e con il vigore civile di una opinione pubblica consapevole, informata, libera. Non ci interessa una sterile contrapposizione all’attuale Governo; il nostro obiettivo è quello di impegnarci, con il più ampio numero di soggetti, a rafforzare il carattere democratico e partecipativo delle nostre istituzioni. Questo impegno è tanto più vitale per la Calabria, considerati la debolezza storica dello spirito civico, la precarietà della struttura politica e amministrativa, lo scenario sconfortante della complessiva vita pubblica regionale, la caduta di ogni speranza nelle giovani generazioni e il disincanto degli anziani. La prossima competizione referendaria potrà essere un momento di grande confronto a sostegno di un bene comune prezioso come la democrazia secondo le attuali tutele della Costituzione, e per il suo ampliamento verso una sempre più ampia partecipazione dei cittadini in nome dei diritti e dei doveri a fondamento della libertà di tutti. *SLEGA la Calabria, con cui Sardegnasoprattutto mantiene uno scambio di opinioni attraverso la pubblicazione di note e articoli, è un movimento che si presenta come “Una comunità di scopo democratica e itinerante che vuole costruire tanti luoghi delle idee e che si pone l’obiettivo del governo delle istituzioni attraverso la discussione ed il confronto, superando la concezione della politica come professione per portarla nella giusta e ordinaria dimensione di impegno civile e di cittadinanza attiva per il bene delle comunità. Si pone l’obiettivo di dare una pur minima risposta alla grave crisi di partecipazione, di democrazia e di rappresentanza degli interessi generali da parte dei partiti tradizionali che per lunghi anni non hanno saputo dare seguito alle aspettative dei cittadini, bloccando il sistema politico, quello economico e sociale”. |
Come mai si lamenta la grave crisi di partecipazione, democrazia e rappresentanza pur in presenza di una costituzione che si assume democratica e partecipativa? Se tecnicamente la lettera della attuale costituzione può portare a questi esiti, ha senso difenderla a prescindere?