L’italiano di Renzi e il significato delle sue sciocchezze [di Francesco Erspamer]

Italian Premier Matteo Renzi kisses German Chancellor Angela Merkel at the end of a joint press conference, in Rome, Thursday, May 5, 2016. (ANSA/AP Photo/Andrew Medichini) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved. This material may not be published, broadcast, rewritten or redistribu]

Renzi su Ancelotti, il Bayern, Casa Pound e la forza dei destini: dal calcio alla Costituzione, scopi di un linguaggio. L’italiano di Matteo Renzi usato durante una conferenza stampa con Angela Merkel, ci fa capire che la gente oggi si beve paralogismi e sofismi ma non ha idea di cosa siano. La banalizzazione del linguaggio e lo svuotamento della logica promossi dal renzismo servono ad abbassare le capacità di pensiero razionale. Ma qualcuno di quelli che sostengono Renzi, o anche di quelli che se lo terranno perché tanto sono tutti uguali, lo hai mai sentito parlare? Non solo dice cazzate (nel senso tecnico dato alla parola dal filosofo Harry Frankfurt, a definire affermazioni vuote, irresponsabili): per di più le dice male.

Ecco un esempio, mica tratto da una sua casuale chiacchierata con gli amici al Bar Sport ma dalla conferenza stampa insieme ad Angela Merkel  dopo il vertice a Palazzo Chigi del 5 maggio:

“Angela [a far capire che lui i potenti li chiama per nome] è una grande tifosa del Bayern Monaco [falso, vedi sotto] e il prossim’anno il Bayern Monaco avrà un allenatore italiano che si chiama Carlo Ancelotti [i giornali non parlavano d’altro da giorni: a chi stava dando la notizia?]. Bene, non c’è dimostrazione[dimostrazione??? ma lo sa cosa significa “dimostrare”] migliore del fatto che i destini italiani e tedeschi [tanti destini] stanno insieme [in che senso dei destini possono “stare insieme”?] e devono provare a vincere insieme [mai sentito di destini che provino a vincere, insieme o da soli] al di là di falsi stereotipi e di luoghi comuni che troppo spesso vengono utilizzati”.

na sciatteria imbarazzante, e non solo a livello stilistico; e dire che neanche stava cercando di parlare in inglese. In sostanza, siccome a Merkel piace il Bayern e siccome dall’anno prossimo ad allenarlo ci andrà un italiano (che peraltro dal 2009 ha preferito starsene in Inghilterra, Francia, Spagna), allora è dimostrato che Italia e Germania possono vincere insieme. Se ne deduce che in questo momento, con Guardiola ancora a Monaco, siano Spagna e Germania a vincere insieme (in realtà mica tanto, calcisticamente parlando, visto che l’Atletico ha eliminato proprio il Bayern); e che fra due o tre anni, quando Ancelotti se ne andrà da qualche altra parte, non lo potranno fare più.

Per non dire del fatto che a Merkel, nata ad Amburgo e cresciuta a Berlino, non piace solo il Bayern: le piace per esempio anche il Borussia Dortmund, come spiegò tre anni fa Der Spiegel  suggerendo che a livello calcistico la cancelliera si confermava “un campione mondiale di indecisione”, il cui modo di fare politica era volto solo a “evitare i contrasti, abbracciare chiunque e rinunciare alle decisioni importanti”. Che è probabilmente il motivo per cui piace tanto a Renzi. Notate infine quei destini al plurale, sia per l’Italia che per la Germania: avere un destino capisco, ma tanti destini che destino è? Temo, il destino di avere accettato che a capo del nostro governo ci sia un personaggio così mediocre: ma arrogante al punto da rottamare, insieme alla Costituzione e allo stato sociale, anche la lingua italiana.

Ma a che scopo?, era la domanda che mi ponevo. La spiegazione mi è parsa evidente quando ho letto dell’attacco di Renzi e Maria Elena Boschi contro chiunque osi opporsi allo smantellamento della Costituzione: chi si proponga di votare no nel referendum è un fascista. Perché? Perché siccome Casa Pound è contro, allora chiunque sia contro è come Casa Pound. ANPI inclusa. Un tempo, quando ancora la retorica la si studiava (appunto per smascherarne gli abusi), si sarebbe discusso se il falso sillogismo proposto dai vertici piddini fosse un paralogismo o un sofisma, ossia se la capziosità dell’argomentazione fosse dovuta a errore inconsapevole o intenzionale.

Oggi la gente si beve quotidianamente paralogismi e sofismi ma non ha idea di cosa siano. Nella fattispecie credo che nel sillogismo in questione l’errore sia inconsapevole e che proprio questo sia lo scopo della banalizzazione del linguaggio e dello svuotamento della logica promossi dal liberismo e dai suoi media: abbassare talmente le capacità di pensiero razionale della gente da renderla facilmente preda delle emozioni a telecomando spacciate dalla tv e delle sciocchezze propinate dalla più squallida classe dirigente della storia.

*Professore di Lingue e letterature romanze e responsabile degli Italian Studies alla Harvard University.

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