Bacone, Freud e la spiegazione del comportamento dei politici sardi [Silvano Tagliagambe]
Nel Novum Organon Bacone, padre insieme a Galilei del metodo scientifico moderno, propone la dottrina delle tavole, secondo la quale, quando vogliamo studiare la natura di un certo fenomeno, dobbiamo far uso di tre tavole, appunto: la tavola della presenza (tabula praesentiae), la tavola dell’assenza (tabula absentiae in proximitate) e la tavola dei gradi (tabula graduum). 1.Nella prima sono raccolti tutti i casi positivi, cioè tutti i casi in cui il fenomeno si verifica (per esempio, tutti i casi in cui appare il calore, comunque prodotto, dal sole, dal fuoco, dai fulmini, per strofinamento, ecc.). 2.Nella seconda sono raccolti tutti i casi in cui il fenomeno non ha luogo, mentre si sarebbe creduto di trovarlo (per esempio, nel caso della luce delle stelle, dei fuochi fatui o di quelli di Sant’Elmo, , ecc.). 3.Nella terza, infine, sono presenti i gradi in cui il fenomeno aumenta e diminuisce (ad esempio, si dovrà porre attenzione al variare del calore nello stesso corpo in ambienti diversi o in particolari condizioni). Dopo aver effettuato l’analisi e la comparazione dei risultati che figurano nelle tre tavole, possiamo senz’altro tentare una interpretazione iniziale o vindemiatio prima (prima vendemmia); in altre parole, le tavole consentono una prima ipotesi di spiegazione del problema affrontato. Questa prima ipotesi procede per esclusione e per scelta. Lo scienziato esclude (cioè scarta) come possibile spiegazione le caratteristiche mancanti nella prima tavola, presenti nella seconda, e che non risultano decrescenti col decrescere dell’intensità del fenomeno, o viceversa. Sceglie invece come causa del fenomeno un qualcosa sempre presente nella prima tavola, sempre mancante nella seconda, e con variazioni correlate a quelle del fenomeno nella terza. Applicando il metodo di Bacone all’attuale dibattito politico in Sardegna risulta in modo inoppugnabile che nella tavola della presenza figurano, come elemento costante, gli attacchi scomposti di partiti e movimenti che si definiscono progressisti e dicono di battersi per il rinnovamento e per una politica depurata dalla sete sconsiderata di potere all’Associazione Terra di pace e Solidarietà di Ettore Cannavera. Nella seconda sono raccolti tutti i casi di assenza di polemiche e di fuoco, amico o nemico che sia, e guarda caso in essa figura soltanto la suddetta Associazione, che da quando ha mosso i suoi primi passi non ha attaccato mai nessuno, e si è limitata a proporre un manifesto fatto di parole chiave e contenuti del tutto ignorati nelle critiche mosse dagli altri. Dalla terza tavola, quella dei gradi, risulta poi che l’intensità degli assalti e delle manifestazioni di ostilità nei confronti di chi ha il torto di porsi esplicitamente l’obiettivo di una politica come servizio al cittadino, e non come occupazione di potere, aumenta via via che ci si avvicina alla scadenza delle elezioni regionali. Così un partito che in campagna elettorale blandisce i pensionati, che in Italia, come si sa sono schiere, e contano, almeno numericamente, per ottenerne i voti, schernisce Ettore Cannavera definendo la sua associazione un movimento di reduci e di pensionati: e chi ha fatto letture dantesche e sa di “donna dello schermo” parla con disinvoltura e proprietà di linguaggio di “un uomo di potere nascosto dietro a un uomo di chiesa”. Perché attaccare con tanta veemenza chi non ti ha mai attaccato e perché farlo senza minimamente entrare nel merito dei contenuti proposti e delle idee professate, presentate in modo trasparente all’attenzione dell’opinione pubblica? Per rispondere ci vorrebbe Bacone, che le tre tavole di cui abbiamo parlato le sapeva maneggiare sapientemente. O forse per trovare una spiegazione è sufficiente rivolgersi a Freud e alla sua magistrale interpretazione del “perturbante”, teorizzato nel saggio “Das Unheimliche” del 1919, nel quale gli sottolinea che il perturbante “appartiene alla sfera dello spaventoso, di ciò che ingenera angoscia”. E più avanti: “La parola tedesca unheimlich [perturbante] è evidentemente I’antitesi di heimlich [confortevole, tranquillo, da Heim casa], heimisch [patrio, nativo], e quindi familiare, abituale, ed è ovvio dedurre che se qualcosa suscita spavento è proprio perché non è noto e familiare”. Perché è nuovo e proprio per questo fa paura a chi non lo è. La cosa davvero triste e sconcertante in tutto questo è che nella Sardegna degli odierni partiti e movimenti politici ad apparire nuovo e insolito, e dunque a generare angoscia e spaesamento, è il fatto che si parli di politica con il linguaggio della politica, e non con quello dell’insulto e del pettegolezzo.
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