Inesperta, povera di competenze ma totalmente lottizzata: è la giunta Zedda bis [di Vito Biolchini]
Come mai un primo cittadino confermato al primo turno, per questo portato in trionfo in mezza Italia e quindi politicamente fortissimo, ha impiegato la bellezza di trenta giorni per presentare una giunta comunale così straordinariamente povera di competenze? La giunta Zedda bis lascia senza parole: da quando esiste il sistema maggioritario, mai Cagliari ha avuto un esecutivo così modesto. Basterebbe associare ad ogni assessore il suo curriculum per rendersene conto: quasi nessuno si è mai realmente occupato seriamente dell’ambito che gli è stato affidato, né ha fatto studi specifici. A fronte di tanta inesperienza e pochezza di competenze, la scelta è stata dunque operata sulla base delle sole appartenenze partitiche. Le parole giuste che definiscono in base a quali criteri ci si è mossi, anche se ormai desuete, sono quelle di “lottizzazione” e “spartizione”. Ma se il problema fosse solo questo, Cagliari sarebbe nella stessa condizione di tutte le altre città italiane governate dal centrosinistra, ma non è così. Il problema ulteriore, il nostro specifico, è che questa spartizione ormai avviene pescando da una base molto ristretta. A differenza di altre realtà, a Cagliari i bacini da cui i partiti del centro sinistra selezionano la loro classe politica sono essenzialmente tre: la pubblica amministrazione (con prevalenza di dipendenti della sanità, funzionari regionali, spesso in pensione, e docenti universitari), il sottobosco partitico (giovani senz’arte né parte che, per non avere né studiato né lavorato ma avendo sempre servito con fedeltà la causa del partito, ovvero del capobastone di turno, vengono da questo ricompensato) e rappresentanti di famiglie note e/o potenti, in grado di tramandare consenso e pacchetti di voti di generazione in generazione. Questi tre fattori possono anche mescolarsi tra di loro, generando ciò che è sotto gli occhi di tutti. Da questa giunta (che si ostina a definirsi “di centrosinistra”) mancano così del tutto i rappresentanti delle categorie produttive, del mondo del volontariato, della cultura, dell’impegno civile, dell’associazionismo, e perfino del sindacato. Mondi tradizionalmente vicini al centrosinistra, ma che il centrosinistra però non vuole più rappresentare. Non prendendo in considerazione questi mondi, Zedda comunque è stato coerente: visto che i settori più vivaci della città hanno da tempo abbandonato sua nave, il sindaco non aveva nessun obbligo a rappresentarli. Più importante invece dare spazio agli avanzi del centrodestra, gente che non molto tempo fa teorizzava lo spostamento dei fenicotteri da Molentargius per costruire alberghi. Quindi questa giunta fotografa perfettamente la desertificazione di impegno politico che in appena cinque anni il centrosinistra è riuscito a provocare in città. E, costa dirlo, per la loro capacità di aprire a settori cittadini realmente significativi a Cagliari le giunte di centrodestra sono state molto più innovative e meno conservatrici di quelle di centrosinistra. Rieletto alla grande, libero da ogni vincolo, il sindaco ha così potuto finalmente fare una giunta che gli assomiglia veramente: povera di contenuti, autoreferenziale, incapace di rappresentare la realtà cittadina, attenta agli equilibri di potere, prona al fascino delle parentele. Quest’ultimo è un tema che meriterebbe un approfondimento a parte, ma capisco che a Cagliari niente è più pericoloso di ricostruire le genealogie (non a caso, il giornale cittadino da giorni evita accuratamente di dire ai suoi lettori che uno dei nuovi assessori è figlio di uno dei più importanti esponenti del Pd regionale, derubricando a pettegolezzo quello che è a tutti gli effetti un importante elemento della notizia). Appare dunque evidente che questa giunta, ben lungi dal poter dare risposte alle necessità della città, è stata solo costruita apposta per assecondare ambizioni politiche personali. C’è chi acquisirà crediti per provare a finire in Consiglio regionale, chi lavorerà per assicurarsi un altro giro di giostra, chi tenterà il grande salto a Roma: perché i servili atti di sottomissione al Lotti di turno verranno certamente ricompensati. Sia chiaro: è bello vedere una volta tanto le dinamiche del potere dispiegarsi in maniera così trasparente, Cagliari è la Città del Sole non degli “arcana imperii”: e almeno di questa assoluta assenza di ritegno al sindaco Zedda va dato merito.
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Parole sacrosante, caro Vito!
Chissà quando e se ne usciremo mai …