Stammi vicino [di M.Tiziana Putzolu]
E’ in piedi, in fila alla cassa del supermercato. Poggia due grandi flaconi di bagnoschiuma sul rullo trasportatore. Uno dal liquido denso e giallo. L’altro violetto. La commessa lo guarda stanca. E’ a fine turno. Il trucco delle otto del mattino. Spinge meccanicamente le merci e le fa rotolare verso la fine del rullo trasportatore della sua cassa. La numero 15. Va veloce. Un barattolo di pomodori pelati va a sbattere in fondo. Una cliente imbusta meticolosamente la sua spesa. Paga. Ora è quasi il suo turno. Tocca a lui. Mi guarda. Avrà circa settant’anni. Forse qualcuno di più. Indossa un giaccone grigiastro, pantaloni in lana, scarpe allacciate. Mi hanno insegnato che la condizione dei pensionati e dei disoccupati si riconosce dalle scarpe. E’ vero. Ha un aspetto molto dignitoso e molto serio. Cerca con lo sguardo lei, che si aggira nei pressi delle altre casse del supermercato. Poco affollato a quell’ora. Saranno le quindici. Poca gente in giro. Lei cammina lentamente. La avevo già notata poco prima, vicino a quelle merci che nei supermercati sono addossate nei pressi dell’uscita sotto scritte a tinte forti Offerta Speciale. Non mi era sembrata però molto interessata alle Offerte Speciali. Sembrava che passeggiasse in attesa del loro turno. Passa il tempo, penso. Forse. Ha una borsetta che stringe tra le mani. Un cappotto marrone. Capelli ben sistemati. Ha più o meno l’età di lui. Distratta. Torna verso la cassa. Lui la segue continuamente con gli occhi finché lei non si avvicina. Lei gli si mette a fianco. Poi si stacca di nuovo. Ricomincia a gironzolare intorno, fa quattro passi. Si allontana. Va verso un’altra cassa. Poi verso la successiva. A quel punto lui esce dalla corsia, la guarda, la raggiunge, le dice qualcosa, poi torna indietro e si rimette in fila. Mi scusi, mi dice sottovoce mentre riprende il suo posto. Lei torna indietro, lenta, e si riavvicina a lui. Lui le mette una mano sulla spalla. La rassicura. Cerca il suo sguardo. Le parla piano, avvicinando le labbra al suo orecchio. Stammi vicino, stai vicino a me, le dice. Qua, vicino. Lei lo guarda assente. Non annuisce. Non risponde. Lo sguardo torna a perdersi. Qua, stai qua, le sussurra piano, dolce ma assertivo. Ora è il suo turno. La cassiera prende in mano le due bottiglie di bagnoschiuma. Fanno tre euro e trenta, gli dice. Vuole la busta? No grazie. Ne ha una ripiegata in tasca. Paga aprendo un portamonete. Tira fuori i soldi, verifica che lei non si allontani. Di nuovo. Lei è lì, vicino. Cosa ne faranno di tutto quel bagnoschiuma, penso mentre poggio sul rullo le cose che devo acquistare. Lui prende lo scontrino, lo piega in quattro, lo infila nel portamonete, mette le due bottiglie nella busta ecologica. Le sistema il bavero del cappotto. La prende per mano. Andiamo, le dice. Si incamminano verso l’uscita, con la busta in mano che contiene le due bottiglie di bagno schiuma, uno giallo e un altro violetto. Li seguo con lo sguardo mentre pago a mia volta la mia spesa. Escono. La laguna di fronte. Un retorico cielo imbronciato. Alcuni fenicotteri rosa spiccano il volo. _____________________ Sono gli anziani della cosiddetta Generazione della Ricostruzione, un esercito di quasi 20 milioni di persone, la base della piramide rovesciata della popolazione italiana, tra le più vecchie al mondo. La loro condizione è descritta sotto vari punti di vista (salute, pensioni, rapporti con le altre generazioni) nel Rapporto Annuale ISTAT 2016.
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