Storia di Mauro e della “generazione Erasmus” [di Gian Franco Capra]
Con questo breve racconto continua l’iniziativa “Memorie dall’emigrazione” promossa da SardegnaSoprattutto, in concomitanza con il Progetto “Uomini contro Carbone” a cui la Rivista sta collaborando. Chi vuole può scrivere a sardegnasoprattutto@gmail.com una memoria, la propria esperienza, un ricordo personale o di famiglia sull’emigrazione. I pezzi non devono superare 3000 battute e possono essere scritti anche in lingua sarda nelle diverse parlate e nelle lingue alloglotte attestate in Sardegna, accompagnati dalla traduzione in lingua italiana. Si richiede una brevissima biografia dell’autore/autrice con la liberatoria per la pubblicazione (ndr). Durante una mattina di febbraio bussarono alla mia porta. “Avanti” rispondo, mentre vedo uno degli studenti di un paio d’anni prima. “Salve prof., sono Mauro, non so se si ricorda di me“, “Sì, dimmi pure“. Avanza e mi dice senza dubitare “Mi ha detto Nicoletta (sua collega di Scienze Forestali) che lei potrebbe darmi una mano per fare un tirocinio all’estero“, lo guardo e rispondo “Dove vorresti andare?” “In America prof.“, “Del Sud o del Nord?“, “Negli USA prof., negli USA” scandisce quasi a non voler lasciare alcun dubbio. E così decidemmo di partire. Ma prima gli spiegai quanto sarebbe stato complesso l’iter burocratico e quanta costanza sarebbe servita da parte sua per ottenere il visto. Mi guardò e mi disse “Io sono determinatissimo a fare questa esperienza e nulla mi potrà far desistere“. Devo dire che trovai una simile affermazione arrogante, ma ancora non conoscevo Mauro. Presi i contatti con alcuni colleghi per capire quale destinazione fosse la più adatta. Alla fine fu la Michigan State University, una delle Università statali più prestigiose del nord America. Mauro si mostrò entusiasta. Pensai che, una volta comprese le difficoltà per ottenere il visto, avrebbe desistito. “É poco più che ventenne” pensai “impossibile che non si scoraggi durante il lunghissimo iter burocratico che dovrà affrontare“. Seguirono cinque mesi impegnativi nella compilazione di documenti, spesso assurdi. Durante quel periodo Mauro, che giá si dava da fare con lavoretti per mantenersi, intensificò il suo impegno lavorativo per racimolare i soldi e partire. In quel periodo accadeva che si presentasse in ritardo agli incontri per ottemperare alle istanze burocratiche. Scoprii che erano dovuti al fatto che lavorava in un bar del suo paese fino a notte fonda. Un giorno gli domandai “sei ancora convinto di voler partire“, Mauro mi disse una cosa che non dimenticherò “Ieri, mentre lavoravo al bar un gruppo di anziani del mio paese, appresa la mia intenzione di partire per gli USA, mi ha detto “Ma dove vuoi andare…negli Stati Uniti!?!…sì, sì, come no” e quelle parole mi hanno fatto capire che non permetterò a niente e nessuno di impedirmi di realizzare il mio sogno“. Aveva ragione lui. Ai primi di luglio Mauro fu convocato dall’ambasciata USA a Roma che dopo un colloquio e, constatata la correttezza della documentazione, rilasciò l’agognato visto. Si trova ora alla Michigan State University. Da circa due mesi svolge la sua tesi di laurea sulla tematica degli effetti degli incendi sugli ecosistemi presso uno dei gruppi di maggiore prestigio internazionale. La sua stanza (nella foto) si affaccia lungo un corridoio dove ogni giorno si incrociano scienziati provenienti da ogni parte del mondo. Mauro, con la testardaggine e l’incoscienza dell’età, rappresenta quel folto gruppo di giovani sardi che si rimboccano le maniche e si sacrificano in ogni modo pur di realizzare i propri sogni. Mauro non è un “emigrato“. E’ solo uno della “generazione Erasmus” che decide di intraprendere un’esperienza formativa all’estero, per poi reinvestire i nuovi “saperi” nella nostra terra. Una generazione di giovani sardi che non si arrendono di fronte alle difficoltà investendo nel “sapere“, spesso a proprie spese o supportati dai programmi di scambio Erasmus, finanziati dalla Comunità Europea e/o dalla Regione Sardegna. Studenti come Mauro, Nicoletta (in Brasile), Maurizio, Gabriele, Eleonora, Anna Vittoria (in Polonia), Elisa (Spagna) e tanti altri ci insegnano che nulla può fermarti se hai voglia di andare avanti e di migliorare la tua condizione. “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza” disse Antonio Gramsci. Lezione questa appresa appieno dalla “generazione Erasmus” made in Sardinia. *Docente presso Università degli Studi di Sassari -Dipartimento di Architettura Sede di Nuoro |
Questa testimonianza di Gianfranco Capra – grazie Gianfranco – mette in luce la potenzialità di Nuoro come sede universitaria. Come luogo in cui la curiosità scientifica degli studenti prende piede e li stimola ad approfondire i temi con i quali sono venuti a contatto nel corso degli studi. Questo nonostante la pochezza dei mezzi, l’indeterminazione del sistema politico amministrativo locale nel mandare avanti la questione della sede, ma anche quella del sistema politico regionale che non sembra voler privilegiare lo sviluppo di esperienze di livello superiore. Ma anche nonostante l’insensibilità del mondo accademico. Tanti i motivi per proseguire questo cahier de doleance. Mi fermo inviando a Mauro, Nicoletta, Maurizio e a tutti gli altri giovani della generazione Erasmus i miei più vivi complimenti per la loro scelta, unitamente agli auguri per la migliore riuscita del loro lavoro. Loro saranno, al termine delle rispettive esperienze, la potenziale classe dirigente del domani. Sono certo migliore di noi, figli del sessantotto, ma fortemente ripiegati su noi stessi. E, infine, complimenti a Gianfranco che di Nuoro sede universitaria ha ben compreso il ruolo, diventandone oggi la vera anima!