Ma la giunta Pigliaru conosce il valore paesaggistico ed identitario della Laguna di Santa Gilla? [di Massimo Dadea]
Avete in mente un viadotto in cemento armato, lungo centoventi metri e sopraelevato di oltre sei metri, con in quota una gigantesca rotatoria con annessi svincoli da tangenziale? Tutto questo non è parte integrante di un bizzarro “asse mediano” di qualche anonima periferia urbana, e neppure dovrebbe essere realizzato all’interno di qualche sperduta area industriale, ma bensì al centro di un compendio naturalistico di rara bellezza: a Poggio dei Pini, nel comune di Capoterra. In nome di una necessaria azione di messa in sicurezza del territorio, si è studiata una soluzione progettuale altamente impattante sul piano ambientale e paesaggistico: una colata di cemento armato sottesa da piloni e travi. La sua insulsa realizzazione andrebbe a violentare un insieme inscindibile di notevole interesse ambientale. Un progetto aberrante che finirebbe per penalizzare l’operato della Cooperativa Poggio dei Pini che, da sempre, ha subordinato le proprie potenzialità edificatorie alla qualità architettonica e paesaggistica e alla sostenibilità ambientale. A nulla sono valse, sino adesso, le proteste degli abitanti di Poggio dei Pini e la netta contrarietà della Cooperativa. Lo stesso Ministero dei beni Ambientali e Culturali (MIBAC), attraverso la Soprintendenza di Cagliari, ha fatto presente che “la soluzione proposta (….) non appare soddisfacente in relazione all’inserimento paesaggistico delle opere”. Naturalmente non poteva mancare il parere favorevole di quello che eufemisticamente viene chiamato l’Ufficio della Tutela del Paesaggio. Infatti la realizzazione della soluzione progettuale è fortemente caldeggiata dall’Assessorato regionale dei Lavori Pubblici, che fino ad oggi ha sdegnosamente rigettato qualsiasi ipotesi di modifica, nascondendosi dietro la superiore necessità della messa in sicurezza del territorio. E’ interessante vedere a questo proposito come nasce l’ingegnosa opera. Il progetto è della Metassociati srl, con sede a Macomer, che si aggiudica il concorso internazionale di idee bandito dall’Assessorato dei Lavori pubblici. La delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Capoterra, nel marzo del 2016, chiarisce molti aspetti di questa incredibile vicenda: “L’amministrazione comunale di Capoterra, né tanto meno i suoi abitanti sono stati coinvolti nel processo partecipativo sulla realizzazione di un’opera così impattante”; “ dalla lettura degli atti emergono aspetti drammaticamente contrastanti, come la previsione – nel bando – delle professionalità stabilite in almeno tre unità (n.1 ingegnere e n. 1 geologo e n. 1 archeologo), senza alcuna previsione di un esperto architetto paesaggista”; “ la soluzione proposta dalla Metassociati Srl di Macomer, inopinatamente valutata favorevolmente dalla Commissione aggiudicatrice con il massimo del punteggio attribuibile, si presenta come la riproposizione acritica e sterile di soluzioni viarie proprie di compendi di periferie suburbane di dubbia qualità estetica, o di anonimi viadotti e svincoli di arterie stradali”; “ il progetto in questione, oltre che essere di rara bruttezza, presenta gravi carenze tecniche”. La delibera si conclude con una piccola lezione nei confronti di una giunta regionale che della tutela ambientale e paesaggistica dovrebbe fare professione quotidiana: “ la difesa del paesaggio si attua a mezzo di misure di tipo conservativo, nel senso che la migliore tutela di un territorio qualificato sul piano paesaggistico è quella che garantisce la conservazione dei suoi tratti naturalistici, impedendo o riducendo al massimo le trasformazioni pressoché irreversibili del territorio (….) l’opera di cui trattasi, sopratutto per le abnormi dimensioni, per le sue linee ineleganti e per la tipologia, finisce per alterare la percezione visiva dei tratti tipici del luogo, incidendo negativamente sul suo aspetto esteriore e sulla godibilità del paesaggio nel suo insieme”. Di fronte a queste puntuali e stringenti osservazioni, l’assessore regionale dei lavori pubblici, mascella volitiva e piglio decisionista, ha ribadito che il progetto della Metassociati di Macomer “s’ha da fare”, comunque! Qualcuno si sarà chiesto, ma chi è questo novello Attila? E’ lo stesso personaggio che, intercettato al telefono con il proprietario del progetto di edificazione del colle di Tuvixeddu, lo incitava a “sciogliere i cani” contro il Presidente Soru e i suoi assessori, colpevoli di avere bloccato la cementificazione del nostro sito archeologico più prezioso, connesso storicamente al compendio paesaggistico-ambientale di Santa Gilla. |