Steve Jobs all’Opera [di Franco Masala]

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Proprio il guru dell’informatica sarà il protagonista della proposta più eccentrica della stagione 2017 del teatro Lirico di Cagliari nell’opera The (R)evolution of Steve Jobs dello statunitense Mason Bates, appena quarantenne, attualmente compositore in residenza del Kennedy Center for the Performing Arts di Washington dopo una collaborazione proficua con i prestigiosissimi complessi sinfonici di San Francisco e Chicago.

Lo spettacolo vedrà la luce nel luglio 2017 alla Santa Fe Opera (New Mexico, USA)  per approdare nel novembre successivo a Cagliari in prima europea.Si tratta di un passo verso l’internazionalizzazione della Fondazione cagliaritana che continuerà con la coproduzione de La fanciulla del West di Puccini (graditissimo ritorno, essendo assente da ben 32 anni) con la New York City Opera e l’Opera Carolina di Charlotte (USA) oltre che con il nostrano Teatro del Giglio di Lucca.

L’inaugurazione invece è affidata, il prossimo 3 febbraio, ad un’opera rarissima, La bella addormentata nel bosco, di quell’Ottorino Respighi che ha già felicemente aperto il 2016 con La campana sommersa, prevista nuovamente nel marzo 2017 alla New York City Opera con gli stessi complessi cagliaritani.

Accanto a queste rarità non mancano la ripresa di Lucia di Lammermoor nel bell’allestimento di Denis Krief, Premio Abbiati 2000, e di Turandot nella messinscena di Pinuccio Sciola, a un anno dalla scomparsa, il ritorno di Un ballo in maschera (latitante da dieci anni) e de Le nozze di Figaro mozartiane che, forse, non erano particolarmente rimpiante dopo l’ultima produzione tutt’altro che felice di appena quattro anni fa. Speriamo che il valore aggiunto della regia  da Jonathan Miller, già realizzata al Maggio Musicale Fiorentino, sia comunque appagante.

La stagione – che presenta sette opere (e quindi una in più del consueto oltre che un ulteriore turno, almeno per alcuni spettacoli) – si completa con l’ennesimo Lago dei cigni (il quarto in quindici anni) che sicuramente è il “principe dei balletti” ma che sarebbe stato interessante sostituire con una proposta alternativa. Tanto più che il bellissimo spettacolo di danza del Novecento con il Tokyo Ballet, visto pochi mesi fa, faceva sperare nella prosecuzione di quel tipo di repertorio.

Il cartellone annovera nomi interessanti di interpreti che andranno comunque giudicati alla prova dei fatti, con la sola menzione del direttore britannico, di origine pakistana Alpesh Chauan, che debutterà nell’opera con Turandot, tornando però anche con alcuni concerti, particolarmente attesi dopo il successo dei mesi scorsi.

Contestualmente, infatti, la Fondazione Teatro Lirico ha presentato la stagione concertistica dove un mix di solisti e musiche (Schumann e Mozart in testa) promette un insieme di interessanti manifestazioni che abbracceranno tutto l’anno 2017, già a partire dal 13 gennaio con il Requiem del grande compositore salisburghese.

Quasi archiviata la stagione 2016 – rimane solo Il Trovatore nei prossimi giorni – l’auspicio è che anche quella 2017 abbia altrettanti aspetti positivi, premiati dal regolare aumento di spettacoli e, soprattutto, di spettatori e abbonati.

*Mason Bates fotografato da Ron Jones ©

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