Il fuoco (e il fumo) del Trovatore [di Franco Masala]
Preceduto da una affollatissima e magistrale lezione-concerto del musicologo Giovanni Bietti, Il trovatore è tornato al Lirico cagliaritano dopo quattordici anni. E se nell’attesa gli fa compagnia Rigoletto, non si può dire altrettanto del terzo numero della “trilogia popolare” di Verdi, La traviata, frattanto rappresentata almeno quattro volte. Ben vengano dunque le vicende di Manrico e Leonora, contesa dal Conte di Luna sotto l’alone vendicativo della zingara Azucena. Proprio questo personaggio anomalo è la vera novità dell’opera verdiana a cominciare dal racconto “Condotta ell’era in ceppi …” continuamente spezzato nella linea melodica in funzione espressiva e in totale contrasto con il tradizionalissimo libretto. Ciò non impedisce al musicista altri colpi d’ala come il bellissimo Miserere giocato quasi “cinematograficamente” attraverso le voci che si intrecciano su piani diversi, dentro e fuori scena. Nella messinscena di Stefano Poda, che firma regia, scene, costumi e luci, incombe un’enorme mano scheletrica trafitta da lance pronta a ghermire una luna perfettamente sferica con tanto di crateri, quasi a sottolineare il potere e l’impossibile amore dei protagonisti, essenzialmente notturno. L’unica intrusione è il grande incensiere, simile al botafumeiro di Santiago de Compostela, che domina la scena del Miserere, gravando sulle sventure umane, magari con una dose di fumo troppo abbondante. I costumi, quasi unisex e fuori dal tempo, sono rigorosamente scuri per gli armigeri del Conte e neri con barbagli rossastri per gli zingari mentre le monache biancovestite compongono un bellissimo tableau vivant nella scena del chiostro. Che poi azione e movimenti siano quasi rallentati o assenti è una scelta di Poda che va contro la sanguigna e corrusca partitura verdiana in quello che è considerato “il melodramma dei melodrammi”. Si dimenticano così la ferocia e le incongruenze della trama per immergersi totalmente nell’esecuzione musicale che gode della direzione di Giampaolo Bisanti, attento a seguire la tradizione ma con la benemerita ripetizione delle cabalette che avrebbero avuto maggiore spicco se differenziate nella ripresa, almeno a livello dinamico ed espressivo. Tra i cantanti emerge il trio formato da Enkelejda Shkoza, validissima Azucena, Roberto Frontali, Conte di Luna partecipe, e Daniela Schillaci nel ruolo di Leonora, reso in crescendo fino alla conclusione efficacissima nonostante un peso vocale di non grande spessore. Su un gradino inferiore Marcello Giordani, il Manrico di turno, che non convince né come figlio né come amante nel corso di una prestazione incompiuta. Completano il cast Luca Dall’Amico e la brava Lara Rotili con il concorso dei nostri Secci, Leone e Puggioni nelle parti di fianco. Bella conclusione della stagione 2016 con un bell’auspicio per quella venire. *Foto di Priamo Tolu © Il Trovatore dramma in quattro parti libretto Salvatore Cammarano, dal dramma El trovador di Antonio García-Gutiérrez musica Giuseppe Verdi venerdì 16 dicembre 2016, ore 20.30 – turno A sabato 17 dicembre 2016, ore 19 – turno G domenica 18 dicembre 2016, ore 17 – turno D martedì 20 dicembre 2016, ore 11 – ragazzi all’opera martedì 20 dicembre 2016, ore 20.30 – turno F mercoledì 21 dicembre 2016, ore 20.30 – turno B mercoledì 28 dicembre 2016, ore 20.30 – turno C venerdì 30 dicembre 2016, ore 20.30 – turno E Cagliari Teatro Lirico |