Non solo Venezia [di Franco Masala]

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Chi mai si aspetterebbe un’intelligente mostra di pittura a Mestre, sempre considerata parente povera di Venezia? Invece la lungimiranza di Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici veneziani già al MART di Rovereto per lungo tempo, ha voluto una mostra intrigante che ruota intorno alla celebre Giuditta di Gustav Klimt, acquisita dalla città lagunare direttamente dalla Biennale nel 1910 e contornata in gran parte da opere conservate nelle collezioni comunali.

Quella che il maestro viennese ci mostra non è più un’eroina della storia, non è una salvatrice, non è casta, piuttosto è una donna che ha scoperto la propria sessualità, che rifiuta la propria marginalità sociale, che ha disceso il buio dell’inconscio scoprendo le proprie più intime pulsioni, anche quelle legate al desiderio di dare morte”, scrive la Belli, superando d’un colpo – attraverso Freud – l’eroina biblica, peraltro presente in mostra con alcune antiche edizioni della Bibbia o nelle raffinate suppellettili francesi e veneziane oltre che nelle rappresentazioni di varie epoche.

È inevitabile il confronto con altre femmes fatales quali Salome, Danae e Leda, tramite opere di Rops, Schiele e Previati fino alla straordinaria serie di donne e guerrieri dalle Mille e una notte realizzati da Vittorio Zecchin nel 1914 per l’Albergo Terminus di Venezia, vero e proprio capolavoro della pittura liberty in città. Nella loro bidimensionalità e nell’oro sono figure evidentemente debitrici di Klimt.

La mostra, allestita in modo raffinato da Pierluigi Pizzi, si completa con una interessante e spiritosa sequenza video con Giuditta: metamorfosi sullo schermo, realizzata da un team di ricercatori dell’Università degli Studi di Padova, coordinati da Gian Piero Brunetta, che monta brani delle più celebri ‘Dive’ passate sul grande schermo nei primi vent’anni del Novecento.

Insomma una bella esposizione che invita a dare uno sguardo anche alla piazza Ferretto di Mestre e al duomo settecentesco di San Lorenzo, magari per anticipare una visita non alla Venezia brutalizzata dai turisti ma al Ghetto, al sestiere di Castello con i Gesuiti e alle parti meno battute dal visitatore “mordi e fuggi”.

*Vittorio Zecchin, Le Mille e una notte, 1914, part. (Venezia, Museo Ca’ Pesaro) ©

Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione Mestre, Centro Culturale Candiani

Fino al 5 marzo 2017 ore 10-19 tranne il lunedì

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