La necessità di riattivare il rapporto centro/periferia. Anche di questo si discuterà ad Orune sabato 28 ore 15:30, Sala del Consiglio Comunale [di Maria Antonietta Mongiu]
Con l’iniziativa La violenza contemporanea nella Sardegna tra passato e futuro organizzata con l’Associazione Don S. Mereu e il Coro Incantos de Orune, Sabato 28 gennaio 2017 dalle 15:30 nella Sala del Consiglio Comunale di Orune, la Rivista on line SardegnaSoprattutto vuole riannodare quel filo che in Sardegna ha cercato, dal secondo dopoguerra, di tenere insieme cultura, Sardegna interna, Cagliari. Il caso ha voluto che il primo luogo fuori della cintura daziaria di Cagliari fosse Orune. Un caso cercato da uomini e donne che nel paese si impegnano militando nella difficile quanto civile arte della cultura attraverso il canto, mostre, presentazione di libri. Tutto ciò che chi viene da un paese ha praticato nella vita preurbana e che, trasferito in città, ha solo avuto più risalto e notorietà. Pertanto sarà il caso di chiedere a tutta l’informazione che le attività dei nostri piccoli centri, a tutta prima minimali ed organizzate grazie al volontariato, abbiamo lo stesso risalto di altre con più risorse, e capacità di comunicazione. «Cagliari è sede di una grande università, delle Istituzioni, di importanti archivi, ha un giornale tra i più completi. Gli stessi intellettuali che hanno studiato la Sardegna dell’interno si sono formati attraverso espressioni urbane. Cagliari deve riassumere sempre più una direzione culturale» ha dichiarato nell’ultima intervista Nereide Rudas, coetanea di Bachisio Zizi, scrittore ed intellettuale orunese, nel delineare l’ interfaccia tra Sardegna e Cagliari, che ora pare prospettarsi come antagonista. Dovremo riprendere a discuterne con onestà intellettuale. E’ una discussione di tipo culturale e non solo di trasferimenti di risorse economiche. Perché a girare nei nostri paesi vediamo spesso sgomenti, tante piccole e grandi cattedrali nel deserto, finanziate con soldi regionali ed abbandonate al degrado, come relitti. Ecco perché andare fuori dal circuito urbano e mischiarsi fa bene. E’ in atto infatti nelle nostre comuinità un momento di transizione. Lo si è visto in forme da indagare in alcune trasmissioni delle emittenti locali. Per tutte “Sardegna canta” o “Sardegna verde” che forniscono plasticamente l’idea di profonde modifiche che trascendono la stessa percezione dei decisori, siano essi regionali o locali. E’ necessario allora confrontarsi evitando che questa fase scavi come un fiume carsico che reifica ogni valore riducendolo all’autoreferenzialità. Fondanti? Dialettica e confronto con chi vive nei territori e che si impegna a far crescere la comunità di appartenenza. Perché crede che essere classe dirigente non significhi concentrarsi sul proprio destino personale ma impegnarsi ancora di più perché tutti godano del diritto costituzionale allo studio e al lavoro e di conseguenza alla sovranità. Chi è in stato di necessità infatti non è libero. E’ ricattabile e viene deprivato di un diritto fondamentale. In città e in paese, è la stessa cosa. Si tratta allora di aumentare il diritto di parola e di ascolto a partire, questo è il caso dell’iniziativa La violenza contemporanea nella Sardegna tra passato e futuro, da ricerche accademiche ed inaccademiche, o da indagini giornalistiche che aprono spiragli di discussione. Un contributo importante verrà dall’esperienza di Giuliana Perrotta Prefetta di Cagliari Coordinatrice delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza; dal libro Gli attentati in Sardegna. Scena e retroscena della violenza, edito dalla CUEC, di Antonietta Mazzette e Daniele Pulino, esito di un gruppo di lavoro dell’Università di Sassari sul fenomeno degli attentati in Sardegna di cui gli amministratori sono solo una parte, seppure importante, per il ruolo che ricoprono in termini di presidio democratico. Un rilevante apporto verrà da Carezze di sangue sul delitto di Dina Dore a Gavoi e da La serra dei misteri su quello di Rosanna Fiori e su Barbagia Flores di Maria Francesca Chiappe, Capo Redattrice de L’Unione Sarda editi dallo stesso giornale. O da Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio di Giuseppe Puggioni Sabrina Perra Nereide Rudas, edito da A&M, sulla violenza sulle donne che anche in Sardegna non è vicenda recente, contrariamente a quanto i luoghi comuni cercano di far credere e di cui parlerà Cristina Ornano, Magistrata del Tribunale di Cagliari. Infine da Noi non sapevamo di Bachisio Bandinu, edito da Maestrale, sul fraintendimento circa lo sviluppo della Sardegna del secondo dopoguerra che ha visto coinvolti pezzi importanti e decisivi di classe dirigente e non solo. Il tema passante è la violenza nelle diverse declinazioni con cui in Sardegna si è prospettata e si prospetta. Tema centrale nella geopolitica dell’isola ma anche nel sistema delle relazioni interpersonali. Per stare con i piedi nella realtà abbiamo pensato di stare in quella parola pubblica che è scritta e formalizzata piuttosto che nei territori pericolosi e, per alcuni, tranquillizzanti quali sono luoghi comuni e stigmi. Un tentativo su come leggere ed interpretare la Sardegna o pezzi della stessa nel XXI secolo. L’iniziativa condivisa con Nereide Rudas a Lei è dedicata nella convinzione di proseguire la strada della ricerca, del confronto democratico, dell’amore per la Sardegna. PROGRAMMASaluti Michele Mario Deserra Sindaco di Orune Maestro Sebastiano Delai Direttore del Coro Incantos di OruneIntervengono: Giuliana Perrotta Prefetta di Cagliari Coordinatrice delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza Daniele Pulino Sociologo Università di Sassari Antonietta Mazzette Coordinatrice dell’OSCRIM Università di Sassari Maria Francesca Chiappe Capo Redattrice de L’Unione Sarda Cristina Ornano Ufficio indagini preliminari Tribunale di Cagliari Bachisio Bandinu Antropologo CagliariInterventi dal pubblicoIntroduce e Coordina Maria Antonietta Mongiu SardegnaSoprattutto |