Ambiente, Paesaggio, Genius loci, Fanghi rossi ed altre amenità [di Fausto Pani]
Pubblichiamo l’abstract dell’intervento tenuto al Convegno organizzato dal FAI Sardegna Venerdì 17 Febbraio Il paesaggio, la bellezza, l’ambiente aiutano il cuore. Il cuore li salva. Palazzo De La Vallée Via Torino 21, Cagliari. L’intervento era corredato da una serie di immagini che registrano il passaggio da un territorio storico-ambientale governato da un tenace genius loci ad un paesaggio industriale fino alla desertificazione operato dai temibili “fanghi rossi” prodotti dalla lavorazione della bauxite. (N.d.R.) Una delle singolarità della Sardegna è quella di avere ai due estremi Nord-Est e Sud-Ovest, due aggregati di isole. Il primo, a Nord-Est, un vero e proprio arcipelago e l’altro, a Sud-Ovest un insieme di isole tra cui alcune di rilevanti dimensioni ed altre molto minute. Tale sistema di isole in fronte alla costa del Sulcis fa da contrappunto ad un sistema ambientale di elevato valore morfologico e naturalistico. Il luogo è caratterizzato dalla presenza di insediamenti storici e preistorici e a partire dal 18° secolo, dalla presenza di 3 nuclei urbani di fondazione, nati da un progetto urbanistico apposito per ospitare i profughi Liguri (pegliesi) rientranti da Tabarka (Tunisia). Il sistema morfologico, molto elaborato, vede la presenza di un golfo quasi chiuso, dove il vento e le correnti hanno dato luogo ad un concentrazione di componenti ambientali pregiate. Il maestrale crea come pochi luoghi in Sardegna, lunghe penisole di sabbia continuamente rielaborate dalle correnti (Punta s’Aliga, Punta Trettu, Punta Dritta, Punta Giunchera). Sempre il maestrale, rielabora e seleziona le sabbie e le trascina a formare depositi dunari (Cuccuru is Arenas, Punta s’Arena, Sotto Torre, sa Salina, Spiaggia Grande). In questo contesto si inserisce, dopo la storica attività delle tonnare (Isola Piana, Portoscuso, Carloforte, Punta Maggiore) la prima attività industriale legata alle miniere, costituita dal trasbordo dei minerali provenienti da alcune miniere della costa del Sulcis, a Carloforte, per essere trasportate nella penisola. Succesivamente per opera dei Baudi di Vesme si sviluppa il porto industriale di Porto Vesme per dare sbocco ad alcune altre miniere dell’Iglesiente e ad un certo punto anche la produzione di Energia Elettrica, fino ad allora operata a Santa Caterina presso San Giovanni Suiergiu, si sposta a Porto Vesme, ormai divenuto Portovesme. A questo punto, nel tumulto degli anni ’70, ha inizia la forte industrializzazione dell’area, con l’insediamento di fonderie, centrali e impianti di trasformazione dei metalli. La situazione, diventa “ingombrante” soprattutto quando oltre la produzione, il luogo inizia ad ospitare i residui di lavorazione dell’alluminio, fino ad allora “scaricati” in mare. Nel settore inizia la costituzione di un primo deposito di residui di lavorazione dell’alluminio, i Fanghi rossi dove fino a quel punto esisteva un campo dunare ed un sistema palustre in mezzo alle sabbie, di singolare valore, e dove oggi un’area protetta ne “tutela” i resti. Il bacino-deposito dei Fanghi rossi adeguato progressivamente al fabbisogno di allocazione di una produzione sempre maggiore è cresciuto a dismisura fino a occupare superfici e spazi visivi immensi e liberando attraverso un’nterfaccia permeabile con il sottosuolo e la falda, tutto ciò che il bacino verticalmente rilasciava. La crisi giunta per tutti e in particolare per le industrie maggiormente energivore insiste maggiormente in un luogo come la Sardegna dove si vuole produrre energia con carbone venuto dall’estero per trasformare bauxite estera in alluminio destinato all’estero. Il resto della storia, il Genius loci, sta cercando di capirla mentre seduto sull’argine della discarica e spettinato dal Maestrale si domanda che panorama potrà vedere dalla cima di una discarica di Fanghi rossi che da 25 metri diventerebbe alta 46 metri.
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Fanghi rossi temibili come i funghi rossi.
Funghi colorati, fiori particolari, insetti vistosi . . .
” Esseri piccoli e grandi attenti, sarò bello ma faccio schifo”.
Che meraviglia questa Natura che si struttura, si colora e prudentemente avvisa.
Risulta più onesta, più pura degli uomini dai fanghi rossi, non vistosi ma in vista !