I “Ritratti di SardegnaSoprattutto”(6): Giuliana Perrotta, una italiana meridionale [di Susi Ronchi]
L’intervista a Giuliana Perrotta è la sesta della Rubrica “I ritratti di SardegnaSoprattutto” dedicata a uomini e donne il cui ruolo li rende osservatori priviliegiati della realtà contemporanea della Sardegna. La prima a Fiorella Pilato è stata pubblicata il 30 gennaio; la seconda a Giorgio Carta l’8 febbraio; la terza a Beppe Deplano il 13 febbraio; la quarta a Rossella Faa il 20 febbraio; la quinta a Padre Morittu il 27 febbraio (NdR). “Mi sento profondamente italiana e profondamente meridionale, come cultura, formazione e identità, mi sento integrata nei luoghi in cui vivo perché cerco di interagire con tutti”. Giuliana Perrotta, molisana, a Cagliari da luglio del 2015, è una delle tante donne che hanno raggiunto la vetta delle prefetture italiane. A fare da apripista nel 2003 Anna Maria D’Ascenzo designata a guidare l’Ufficio del Governo di Grosseto. Oggi la squadra al femminile è molto folta e si fa sentire: il soffitto di cristallo si è frantumato e le donne scalano la classifica delle alte carriere, le prefette sono ormai il 50% del totale. La Sardegna è in linea: un mese fa’ a Nuoro passaggio del testimone con l’insediamento di Daniela Parisi. “E’una categoria in evoluzione la nostra, le funzioni sono poliedriche, mille sono le responsabilità e proprio per questo io cerco di interpretare il ruolo che oggi è più congeniale alla Sardegna”. La prefetta è donna colta, intelligente, sorridente, affabile, ma non sempre queste caratteristiche preservano i rapporti personali da ostacoli e diffidenze: “Tutti aspettano di coglierti in castagna, almeno così è stato i primi tempi, poi, molto è cambiato credo perché ci siamo conosciuti a vicenda, e la sensazione di distacco e di indifferenza che ho percepito all’inizio è andata via via affievolendosi fino a scomparire e a lasciare il posto alla comprensione reciproca e alla vicinanza”. Certamente non è stato facile, per una donna, straniera e soprattutto pronta a rompere gli schemi, lei infatti ha inaugurato un nuovo corso nella gestione di una carica istituzionale fino ad allora relegata ad ambiti quasi secondari e sconosciuti dai cittadini. Quanto ha infastidito questa nuova visione del lavoro? “Il bilancio per ora è positivo, il Prefetto è una figura generalista, per questo deve interloquire con tutti, capita davanti a situazioni che sembrano irrisolvibili che si dica: allora andiamo dal prefetto. Il mio modo di interpretare questa delicata funzione mi porta tra la gente, a conoscere i singoli territori, a confrontarmi direttamente con i lavoratori; per me il ruolo del prefetto è quello di essere un cittadino tra tutti gli altri, per questo ho sempre preso la residenza nei luoghi di lavoro, pur sapendo di non poter essere stanziale”. Roma, Trieste, Bari, Caserta, Enna, Catanzaro, Lecce, valigie sempre pronte, famiglia al seguito nei trasferimenti continui, una vita itinerante che contrassegna Cagliari come tappa di passaggio: ”Il nostro incarico è a termine, lo sappiamo, ma non possiamo evitare di affezionarci alle persone , ai luoghi. La città di Cagliari è ormai un pezzo della mia storia di vita e di conoscenza che porto chiusa nel mio cuore. si trova in un posto protetto e speciale nella sfera delle mie emozioni perché è riuscita a credere in me, almeno questa è l’impressione che ho tratto finora”. Recente riconoscimento, il premio alla carriera, Giuliana Perrotta, lo ha ottenuto dalla Fondazione Alziator, nelle motivazioni anche alcuni riferimenti proprio alla sua interpretazione del ruolo di prefetta, personale, originale e coinvolgente, al suo impegno per la promozione della personalità umana e di elevazione della collettività, omaggio che le ha riservato la grande psichiatra sarda Nereide Rudas, recentemente scomparsa: “ Nella nostra città ha caratterizzato il suo ruolo promuovendo numerose iniziative che hanno coinvolto l’intera comunità. Esemplare interprete dell’identità dello Stato, non si è rinchiusa nel suo alto magistero, rifiutando di essere la signora del Palazzo, ha invece preferito essere una autentica abitante della città, che le è stata affidata”. Dallo scorso novembre la prefetta di Cagliari è sotto scorta, una tutela scattata dopo minacce e intimidazioni, una reazione illegittima e inaccettabile per contrastare il suo impegno nell’accoglienza dei migranti: “Spero che presto venga riconsiderata la mia posizione, per non mettere in difficoltà chi mi protegge cerco di essere molto diligente, e ovviamente ciò rappresenta un limite nei miei movimenti”. Il Lavoro occupa gran parte della giornata, ma tre uomini intorno richiedono impegno e attenzioni e temere di non dar loro abbastanza scatena nella mamma/moglie in carriera tanti sensi di colpa: “Ma non ho dubbi, mi sono scelta l’uomo giusto perché so che non tutti i mariti possono accettare di avere accanto una donna con un ruolo così pregnante. E’un architetto, calabrese, l’ho conosciuto negli anni dell’Università, siamo cresciuti insieme. Poi i due figli, Pierfrancesco e Federico, il maggiore ha sofferto di più per le mie assenze, ma è anche quello che riesce a rassicurarmi, è innamorato della sua mamma, è il mio supporter”. La prefetta ha acquistato una grande visibilità a Cagliari e in Sardegna, partecipa quasi quotidianamente a iniziative sul territorio, fa conoscere il suo lavoro e lo mette a disposizione “Spesso mi invitano a portare i saluti, io accetto ma oltre i saluti intervengo sul tema, dico la mia e spiego cosa ho fatto e cosa intendo fare, il prefetto deve stare tra la gente. Poi ho voluto rivitalizzare il Comitato per la valorizzazione della Cultura della Repubblica. Anche in questa occasione le persone coinvolte inizialmente erano perplesse, dopo si sono sciolte….”. In generale non si sta più di 5 anni nel medesimo luogo, quale sarà la prossima meta? “Andiamo dove ci mandano, io ho girato l’Italia e completato la rosa dei venti toccando i 4 punti cardinali (Enna, Trieste, Lecce, Cagliari), chissà …..”. La domanda resta sospesa. Per ora cuore e testa sono qui e i piedi ben piantati a terra. Le grandi finestre del Palazzo Viceregio, sono aperte sulla vecchia piazza, “Si fa già sentire l’aria di primavera!”.
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