Caro presidente Pigliaru, ho letto la tua legge urbanistica e mi interrogo chi io abbia votato [di Angelo M. Sechi]
La crisi strutturale in cui versa la maggioranza che governa la Regione Sardegna è ben rappresentata dalla legge urbanistica approvata in giunta, senza alcun processo partecipativo degno di questo nome. Chiunque incontrasse il presidente Pigliaru si sentiva dire “ci sentiamo per confrontarci sulla legge urbanistica”. Non si è ancora capito se fosse un ritornello retorico o se il presidente fosse in buona fede. Non risulta infatti che il presidente della Regione su questa legge abbia avuto confronti pubblici sul merito e sul metodo. Ancor meno si conoscono confronti promossi dal suo assessore all’urbanistica che bacchetta chiunque ponga domande e frapponga dubbi. Apre al contrario, con convinzione, uno scontro istituzionale col Mibact mai visto prima. Come può il presidente della Regione consentire il grave vulnus sul caso Eurallumina ed i tanti che questa legge urbanistica attiverà? Legge urbanistica che si configura come un vero tradimento di quanto previsto dal Codice dei beni culturali ma, ancora peggio, come un tradimento politico. La sensibilità sul paesaggio in Sardegna è andata crescendo al punto da essere diventato il paesaggio parte integrante dell’identità sarda come è detto nel PPR del 2006 che fu approvato anche dall’attuale presidente della Regione, assessore nella giunta Soru. Questa sensibilità è stata premiante nella poco entusiasmante campagna elettorale del 2014. Caro presidente Pigliaru ti sei accorto di cosa hai firmato con questa legge che ti collocherà nell’olimpo di coloro che al già tanto cemento che infesta la nostra terra vuole aggiungere milioni di metri cubi. Si dice che c’è fretta di portare la legge urbanistica in consiglio regionale con la convinzione che passerà con una maggioranza bulgara. Perché la legge è la plastica rappresentazione della sudditanza della classe dirigente sarda al governo centrale. Ma è anche un regalo a quanti hanno sognato, da decenni, speculazioni sulle coste sarde e che oggi festeggiano con tutti i cementificatori, a destra e a manca. Caro presidente Pigliaru mi interrogo dove tu oggi sia. Mi interrogo chi tu sia. Me lo chiedo non solo perché approvasti il PPR nel 2006 ma perché come l’elettorato di centro sinistra, per quanto ridotto al lumicino, ti votai perché avevi promesso di smontare i decreti cementificatori di Cappellacci. Appena insediato, abbiamo visto che tra piano casa e legge urbanistica il tuo vero obiettivo è invece quello di smontare il PPR che votasti. C’è da chiederti se tu non viva una contraddizione problematica. Il tuo cambiamento di traiettoria delude e tradisce me come migliaia di elettori. Mi delude e tradisce anche il silenzio dei cosiddetti “padri del PPR” a cominciare da Soru per proseguire con Gian Valerio Sanna e tanti altri a cascata. Mi tradisce il silenzio di Michela Murgia che ha pensato di fare il presidente della Regione. Dove sono i pentastellati su temi tanto centrali come il suolo, l’ambiente, il paesaggio, l’urbanistica? Un bel gruppo di desaparecidos facenti parte purtroppo solo in parte del Pd, partito che, a causa di leggi come quella urbanistica, alle prossime elezioni difficilmente avrà rappresentanze significative a Roma ed in Via Roma. La sua lenta estinzione accadrà per colpa di una giunta che nessuno immaginava così disastrosa ed irrispettosa del mandato degli elettori. I sardi che credettero, nel 2004 e nel 2014, che il loro futuro fossero la terra e il paesaggio non si faranno fregare nuovamente da un gruppo che vuole svendere, per i prossimi secoli, la Sardegna e che abusano della sensibilità dei Sardi verso il proprio territorio. Questa legge arricchirà non solo palazzinari e studi professionali ben piantati nel mercato edilizio e progettuale ma persino gli avvocati perché l’ingordigia di chi ha l’occhio più grande dello stomaco ha indotto in molti errori i redattori di questa legge che in alcuni passi può avere persino profili incostituzionali. Il governo amico non ricorrerà ma non taceranno comitati, cittadini e associazioni. La legge urbanistica passata in giunta che confonde le ragioni del suolo e del territorio con le politiche pseudoturistiche, condanna la Sardegna a diventare una ciambella di cemento con contentini al mondo agropastorale che potrà costruire piccole pinnette per spuntini piuttosto che continuare a fare vera economia col recupero della terra all’agricoltura e all’allevamento. |
Sembra sia passato un secolo invece che un decennio. Dieci ma anche cinque anni fa su questo tema erano tangibili l’interesse, la partecipazione convinta e appassionata di tanti cittadini e di tanti loro rappresentanti nelle sedi istituzionali e non. Questo stesso articolo avrebbe registrato ben più di qualche commento. Mi chiedo con un senso di smarrimento cosa è cambiato da allora, che cosa ha determinato questo clima di anestesia generale. E’ pur vero che l’urgenza del quotidiano a cui troppe persone, soprattutto giovani, cercano di rimediare, e parlo essenzialmente di lavoro, pone in secondo o terzo piano tematiche come questa che sono più di prospettiva, ma non può essere solo questo il motivo. Certo che quando chi è stato eletto sulla base di impegni precisi tradisce la propria parola e il proprio mandato crea un danno che va al di là degli effetti immediati di una legge sbagliata, semina sfiducia a piene mani che poi è assai difficile sradicare.
“Mi delude e tradisce anche il silenzio dei cosiddetti “padri del PPR” a cominciare da Soru per proseguire con Gian Valerio Sanna e tanti altri a cascata. Mi tradisce il silenzio di Michela Murgia che ha pensato di fare il presidente della Regione. Dove sono i pentastellati su temi tanto centrali come il suolo, l’ambiente, il paesaggio, l’urbanistica? ”
Lei ha ragione ed è soprattutto il silenzio di 5stelle che stupisce. Più di altri dicono di rappresentare il nuovo, la cultura ambientalista che entatizzano nei loro siti. Ma qualcuno che fa informazione potrebbe anche fargli domande precise. Perchè no?
Stupisce il silenzio, soprattutto di Soru e del padre del PPR Gian Valerio Sanna
Murgia chi? La scrittrice che non aveva nemmeno letto la legge elettorale, dove sono scritte nero su bianco le regole del gioco per venire eletti (vedisoglie sbarramento), e presenta ben 3 liste?
Ma lo vogliamo fare l’elenco dei zitti zitti zitti? Se fosse la destra al governo di RAS sarebbero in trincea, bum bum, Ora aspettano un finanziamento per una roba culturale e chi ha il portafoglio li osserva. Finire nelle lista dei non finanziabili? Brrrrrrr. La compila lui in persona.
Ecco chiedete dei grillini. Mistero. Potrebbero cavalcare ma vanno a piedi, nessuno gli chiede. E sui giornali sardi la notiza è sbiadita, meno se ne parla meglio è. Capite che dramma. La lex urbanistica non interessa,
Questo articolo con commenti ispira.
L’ Homo sapiens sapiens notoriamente è complesso.
L’ Homo sapiens “politicus” lo è altrettanto, ma più enigmatico.
Può essere in sintesi di due tipi:
Gesticolante, logorroico, un po’ bugiardo e… convincente il primo.
Di pochi gesti, di poche parole, un po’ sincero e… convincente il secondo.
Dopo anni però entrambi convergono in Homo “politicus politicus”.
Scoprono infatti di andare fra loro d’ amore e d’ accordo in privato.
E un po’ molto meno con l’ Homo sapiens sapiens… in pubblico.
Povero Homo, ma sarà sempre così ?
Ma i 5stelle di Grillo non erano per la difesa del territorio? e i nostri inellettuali e scrittori? e ora dove si sono rintanati?