Efisio, devozione antica e moderna [di Maria Antonietta Mongiu]

infiorata

L’Unione Sarda 26/04/2017. La città in pillole. Fare voto ad una potenza salvifica era pratica dall’era precristiana. Riportati a San Michele Is Misterius, splendide sculture di Lonis che raccontano passione e morte del Redentore, si archivia a Stampace la Settimana Santa non prima di s’Incontru nel Corso.

I simulacri di Cristo e di Maria, costeggiando il percorso delle mura altomedievali, già assenti nel Cinquecento quando scrive Giovanni Francesco Fara, si incontrano per far ritorno insieme nella parrocchiale di Sant’Anna.

E’ il segno per il quartiere del risveglio che culmina nell’evento propiziato da quell’a attrus annus che ogni anno risuona come un mantra.

E infatti il primo maggio Efisio esce a mezzogiorno dall’omonima chiesa per recarsi fuori dalla cinta daziaria e compiere l’annuale peregrinatio fino a Nora dopo pernottamenti e soste, in cui non è difficile riconoscere le antiche stazioni di posta (mansiones). Il percorso, calco della strada romana, documentata dai miliari ritrovati, e di tracciati più antichi, fu interrotto sciaguratamente da Porto canale e SARAS.

Fare voto ovvero essere devoti ad una potenza salvifica era pratica precristiana, descritta da Livio, che si manifestava col sacrificio personale ma pure con forme sostitutive.

La processione col simulacro sacro è parte essenziale della devozione antica e moderna. Il voto ad Efisio della Mu­nicipalità nel 1656, perchè salvasse la città dalla peste, pare confermare ma “con maggior decoro” preesistenti pratiche devozionali e pellegrinali.

D’altronde la chiesa, intitolata ad Efisio, a Nora è presente nella donazione del 1089 di Costantino, rex et iudex Caralitanus, ai Vittorini di Marsiglia e cripta e chiesa rupestre a Stampace recano tracce di culto fin dal  IV secolo d. C..

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