Il 1° maggio, Festa del lavoro, si consegnano in Palazzo Viceregio le stelle al merito ai Maestri del lavoro della Sardegna [di Giuliana Perrotta]

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Autorità, cari colleghi, gentili Signore e Signori, desidero rivolgere a tutti il mio benvenuto più cordiale ed un sentito ringraziamento per aver voluto partecipare alla consegna delle stelle al merito del lavoro, che, per evitare sovrapposizioni con le celebrazioni religiose connesse alla Festa di Sant’Efisio, abbiamo posticipato alle ore 18, così da consentirci spazi più ampi di svolgimento e facilitare la partecipazione di tutti a questa cerimonia nella quale mi onoro di rappresentare il Governo, avendone ricevuto la delega dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Peraltro, proprio il Consiglio dei Ministri, 3 giorni fa ha deliberato la mia assegnazione a Roma ad altro incarico, dove prenderò servizio tra qualche giorno, e mi fa piacere di avere l’opportunità di congedarmi da voi e di fare un piccolo bilancio di questa mia intensa esperienza sarda proprio in questo giorno.

Ho così l’occasione, nell’andare via, di salutare questo territorio e le sue istituzioni, ma anche la sua gente, in mezzo alla quale e per la quale ho sempre cercato di svolgere al meglio il mio ruolo, e poi quale giorno migliore avrei potuto scegliere per ricordare tutto il lavoro fatto se non nel giorno della Festa del Lavoro e davanti ai Maestri del lavoro!!!

In questi quasi due anni spero di essere riuscita a comunicare il mio modo di interpretare il ruolo del Prefetto e la mia filosofia di azione, in qualità di responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica, che non ho mai inteso in maniera statica e conservativa, come semplice mantenimento dello statu quo, ma in una visione dinamica e proiettata verso il progresso e lo sviluppo di una comunità, di cui un prefetto deve essere molto attento ad intercettare i bisogni, le difficoltà e le problematiche particolari e generali per evitare che le persone possano sentirsi abbandonate, ignorate, strumentalizzate e che il risentimento sociale possa incanalarsi in proteste disperate e violente, e quindi in turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica. In base a questa impostazione si inserisce la recente iniziativa per la de-radicalizzazione del tifo violento, che spero non si interrompa.

Il mantenimento della pace sociale e di una pacifica e serena convivenza civile, in cui si concentra il ruolo e la funzione dei Prefetti nel nostro ordinamento, ha comportato una continua e attenta attività di coordinamento attraverso le numerose riunioni con le autorità regionali e provinciali e con i rappresentanti delle forze dell’ordine. A loro, alle donne e uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Dia, va il mio ringraziamento per la collaborazione leale e continua e per i buoni risultati che abbiamo ottenuto malgrado sia stato un periodo oggettivamente molto impegnativo.

In questi 22 mesi abbiamo approvato numerosi piani di sicurezza a tutela del territorio in caso di emergenza. A questo proposito desidero ringraziare tutte le componenti del sistema di protezione civile sia statali, a cominciare dai VVF, sia regionali, comunali e i volontari.

Abbiamo altresì redatto numerosi protocolli di legalità, concordati con Regione e Anci e assentiti dal Ministero dell’Interno. Tra gli altri, recentemente è stato sottoscritto quello sulla Videosorveglianza per un miglior controllo del territorio, e quello sull’abusivismo commerciale e contraffazione, mentre sono in attesa di essere sottoscritti quello sugli appalti pubblici contro le infiltrazioni mafiose e gli episodi di corruzione e quello sulla movida con le associazioni dei gestori dei locali pubblici.

Nel giorno della festa del Lavoro come non ricordare tutte le situazioni di crisi e di disagio sociale a fronte delle quali abbiamo sempre cercato di spenderci per una soluzione che non fosse solo una mera rappresentazione al Governo delle criticità, a fianco alle OO.SS., che ringrazio per aver sempre incanalato le giuste proteste dei lavoratori in un alveo democratico e non violento.

Mi riferisco non solo alle varie vertenze aziendali che ci hanno visto impegnati nella continua ricerca di qualche soluzione volta alla ripresa di una attività produttiva o al riconoscimento dei diritti dei lavoratori, ma anche agli interventi verso tutte quelle categorie di cittadini più vulnerabili: dagli anziani, per i quali è stato sottoscritto un protocollo per la prevenzione delle truffe a loro danno, agli indigenti, dai giovani, vittime di bullismo, alle donne vittime di violenza per le quali ultime abbiamo elaborato un progetto, SaveWomen.

Lo abbiamo presentato per il finanziamento e l’effettiva realizzazione alla Regione, che ringrazio per la collaborazione leale e sinergica nell’affrontare differenti questioni, tra tutte quella spinosa e complessa dell’accoglienza dei migranti, che ha visto la Prefettura impegnata, a risorse invariate, su vari fronti, non tutti invero di sua diretta competenza: dall’attività di coordinamento in porto dello sbarco, alla prima accoglienza degli adulti, dall’attività di gestione dei minori stranieri non accompagnati, alle procedure di reperimento di nuove strutture, dall’attività di comunicazione con il territorio, al controllo sugli Enti Gestori delle strutture.

Ringrazio altresì i Sindaci della provincia con cui ho cercato di ricreare quel legame di collaborazione e di sostegno che storicamente ha sempre unito il rappresentante del Governo e i più diretti rappresentanti delle comunità.

Non per ultimo, ci siamo impegnati per la diffusione e il rafforzamento della cultura della repubblica, affinché i valori fondanti della Costituzione permanessero vivi e sentiti da tutti. Questo perché, le situazioni di difficoltà economiche, politico istituzionali, il disagio sociale, la corruzione, la sempre maggior presenza di immigrati, dovrebbero essere motivo di unione e non di divisione, tali da spingerci a puntare sui valori di comune appartenenza che ci hanno fatto nazione, sull’idea che le radici dell’Italia unita affondano nella coscienza di tutti.

Per una idea di nazione sinonimo di un progetto comune per garantire il futuro ai nostri figli. Per questo ho istituito il Comitato di valorizzazione della cultura della Repubblica, con personalità rappresentative delle istituzioni pubbliche e private del territorio.

Insieme a loro abbiamo trasformato quelle che in generale vengono percepite come cerimonie formali e solenni, riservate per lo più ai vertici istituzionali, in manifestazioni piene di giovani e di cittadini in cui i valori della nazione sono stati declinati in modo moderno e profondo, attraverso la mediazione dei linguaggi universali della musica, della poesia, dell’arte.

E cosi, tra i tanti eventi, vorrei citare ad esempio il 2 giugno scorso, la Festa della Repubblica, che non è stata solo la cerimonia solenne dell’alzabandiera, dell’inno nazionale e della lettura del messaggio del Capo dello Stato, ma, ricorrendo anche l’anniversario dei 70 anni del voto alle donne, è stata l’occasione per ricordare tante donne sarde del passato che hanno contribuito all’affermazione della democrazia e dello sviluppo del ns paese, raccontate da altrettante donne sarde del presente che si impegnano ogni giorno nei loro ambiti.

E tra queste consentitemi di citare l’indimenticabile Professoressa Nereide Rudas, scomparsa qualche mese fa, di cui ho avuto la fortuna di avere l’amicizia e la stima e grazie alla quale ho avuto l’onore di ricevere il prestigioso premio Alziator, che porterò con me tra i riconoscimenti più cari della mia carriera.

Ringrazio il Rettore e l’università con cui l’interlocuzione, é stata costante, la società civile che ho voluto spesso al mio fianco in tante iniziative, la fondazione Siotto, il conservatorio, la scuola di Design, gli attori, gli artisti i registi e i tecnici del Teatro di Sardegna che ci hanno aiutato in tante iniziative, le associazioni combattentistiche e d’armi, la presidente del Fai, Prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, con cui abbiamo realizzato una storica riapertura delle sale di Maria Cristina appena restaurate grazie ad un contributo della Fondazione di Sardegna che ringrazio anche per aver finanziato un progetto per la razionalizzazione della sala di protezione civile di cui però, per cause non dipendenti dalla mia struttura, non riuscirò a vedere l’avvio dei lavori.

Nel mio ultimo saluto come prefetto di questa provincia desidero ringraziare l’intera Comunità ed i suoi rappresentanti, gli Onorevoli Parlamentari Nazionali ed europei, i Deputati regionali, l’Autorità Giudiziaria, i Rappresentanti dell’Ordine forense, le Autorità civili, militari e religiose, le Rappresentanze dei Partiti politici, gli Enti ed Associazioni, il mondo della Scuola, della Cultura e dell’Arte, gli Organi locali di Informazione.

In ultimo, ringrazio tutti i miei collaboratori perché nessun capitano può vincere una partita se non ha una squadra al suo fianco che creda negli stessi ideali, che guardi nella stessa direzione. A tutti loro, senza distinzione di ruolo, profilo, posizione gerarchica, va la mia sincera profonda gratitudine perché mi sono stati al fianco con encomiabile spirito di servizio, con grande sacrificio personale e con grande passione  ed entusiasmo.

Ma oggi è una giornata di festa ed i veri protagonisti sono loro, i nuovi “maestri del lavoro” della Sardegna, ai quali va la nostra ammirazione e la nostra gratitudine per i significativi esempi di vita, di serietà e di faticoso impegno quotidiano profuso per migliorare la propria condizione e la propria comunità di lavoro.

Fra poco, dalla lettura dei profili biografici, percepiremo i sacrifici che i 25 insigniti hanno sostenuto in una vita di lavoro, esempio concreto che aiuta a riflettere circa un impegno, che è anche dovere civile e contributo vero ad uno dei valori fondanti della nostra Costituzione: il lavoro.      

Celebrare il 1° maggio, la Festa del lavoro, non è certo esercizio di retorica, ma significa sottolineare che è l’elemento essenziale della realizzazione personale e della coesione sociale, dell’integrazione e del vivere civile.

E a questo riguardo, nel concludere questa mia lunga introduzione vorrei dire che, se c’è una cosa che mio malgrado, e non senza qualche sofferenza, ho imparato nella mia attività di funzionario prima e di prefetto della Repubblica poi, é che nel nostro lavoro di tutti i giorni non dobbiamo aspettarci riconoscimenti, gratificazione, applausi…..non dobbiamo lavorare sperando che i nostri meriti siano riconosciuti ….perché l’unica frontiera del merito é il lavoro stesso, la consapevolezza di aver operato con passione, competenza, ed onestà per il progresso del Paese sono la principale ricompensa che possiamo avere.

Grazie a tutti e auguri ai nostri nuovi Maestri del Lavoro e a tutti i lavoratori di questo nostro territorio.

*Prefetta di Cagliari

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