Col clima che cambia perché non pensare anche in Sardegna alla coltivazione di fichi d’india? [di Fulvio Tocco]

fichi

In Sicilia la superficie coltivata è di 2.400 ettari e presenta un trend di crescita del 7 % all’anno. Le amministrazioni comunali sono in prima fila per promuovere le attività produttive. Quando l’esempio produttivo di altre regioni è interessante va preso in considerazione pedissequamente e senza tentennamenti.

Nella regione Sicilia sono le istituzioni in prima fila a sostenere la coltivazione del fico d’india. Questo preziosissimo frutto rappresenta indubbiamente l’identità dell’isola più grande del mediterraneo. All’inizio del primo semestre del 2106, nella giornata del 28 luglio, è stata messa punto una strategia condivisa tra i territori vocati alla produzione del fico d’india per la costruzione di una filiera regionale del prodotto simbolo della Sicilia.

I Sindaci dei comuni di Belpasso, Roccapalumba, San Cono e Santa Margherita Belice, i 4 poli produttivi più importanti dell’Isola, hanno firmato un protocollo d’intesa assieme all’Assessore regionale Antonello Cracolici con l’obiettivo di estendere le aree di coltivazione del fico d’India in Sicilia, coinvolgendo tutte le realtà istituzionali interessate ed attivare specifiche campagne di promozione per rafforzare la capacità economica del comparto e l’export.

Nella primavera del 2017 è possibile dire che questa è la strada da mutuare anche in Sardegna. Il clima ci suggerisce di farlo senza tormenti di sudditanza. L’alimentazione colta conosce benissimo le proprietà salutistiche di questo saporitissimo frutto per cui il fico d’india è destinato a conquistare nuovi mercati proprio perché è troppo buono da mangiare e fa bene alla salute.

Diverse ricerche scientifiche ne hanno evidenziato l’utilità dei fichi d’india nel trattamento del sovrappeso, dei disturbi gastrointestinali e delle malattie cutanee. Il succo poi è diuretico e lassativo. Il buon senso dice che le buone pratiche vanno prese in considerazione senza tentennamenti. Soprattutto ora che si conosce l’ultimo dato siciliano messo in evidenza dall’Ansa: la ficodindicoltura di quella regione presenta un trend di crescita del 7 % all’anno.

E per un’isola che parte da un patrimonio di 2.400 ettari, ipotizzare aumenti di superficie coltivata di circa 160 ettari l’anno, significa che esistono ancora spazi commerciali da conquistare. La Sardegna, dove si trovano dei validi esempi produttivi nelle aziende dell’Agenzia Agris e in quelle dei produttori di Villacidro, a Serrenti  e a Sardara (Spartaco Atzeni), deve fare tesoro da questo valido esempio.

Le istituzioni e gli imprenditori colgano l’occasione per incrementare con questo comparto la Plv isolana.

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