Cappellacci: il dramma sotto farsa [di Umberto Cocco]

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Sono una sconcezza più grave di quanto non sembrino i decreti del governo “salva Roma” e milleproroghe,non ne hanno parlato i deputati e senatori eletti (?) in Sardegna,o i sardi eletti (?) fuori come Marco Meloni. Mi piacerebbe che uno di loro che è sindaco di un piccolo paese della provincia di Sassari,Giovanna Sanna, che volentieri avrei votato se avessi potuto, spiegasse come se la vive l’esperienza contraddittoria di non poter spendere soldi che sono nelle casse del suo comune, Florinas (magari per mettere in sicurezza le strade minacciate dalle frane) a causa del rigoredel patto di stabilità che però viene allentato per qualche comune “a caso” in Italia, non solo grandi città ma piccoli paesi ai quali viene finanziata una scuola di musica, un’opera pubblica, una strada.

Se cediamo sui fondamentali, per esigenze di compromesso sul fronte dell’equità, dell’uguaglianza fra (comuni) italiani, non si capisce più perché si sta a sinistra o a destra, su quali valori ci distinguano, i princìpi con i quali ci identifichiamo.

Il centrodestra di Cappellacci ha giocato su questa coscienza allentata nei cinque anni che sta concludendo, ha contribuito anzi ad allentarla, ha controllato i bandi per i comuni facendo il minimo indispensabile, e poi elargendo soldi a destra ma anche ad amministrazioni di sinistra con una capacità corruttiva dello spirito pubblico che lascia tracce, divisioni e sospetti nel nostro mondo fra furbetti che sanno come vivere e ingenui che aspettano i bandi per garantire al proprio paese qualche opera pubblica.

Ci sono anche candidati alla presidenza della lotteria del post Barracciu che sono a diverso titolo e per i loro enti beneficiari di elargizioni senza criterio della Regione di Cappellacci e La Spisa.

L’ultimo bando di questa legislatura è dell’assessorato ai Lavori pubblici: i Riformatori al cui partito appartiene (letteralmente) l’assessore ex sindaco di Oristano, ne hanno diffuso il testo un mese prima della pubblicazione formale, nel modo più tranquillo, sfacciato, con lettere firmate dai consiglieri regionali di quel partito così volgarmente clientelare a dispetto del nome (accade spesso ai moralisti).

Ecco la colpa dell’opposizione che non si può emendare, emendare politicamente: non esser stati inflessibili contro questo andazzo, avere perso di vista che le cose ordinarie si tengono insieme con quelle più grandi, che la tolleranza nei confronti di una giunta che ha smesso di mettere on-line le delibere appena approvate (una delle più grandi innovazioni della giunta Soru) è la stessa mostrata nei confronti della trattativa senza dignità con il Quatar per la Costa Smeralda, con Verdini e Carboni per l’eolico, con i gruppi diversi del business edilizio per i campi da golf.

I bandi non sono un feticcio; a volte sono una finzione e una maschera, nascondono anche incapacità di programmazione, e possono essere banalmente indifferenziati davanti a situazioni che sono invece diverse. Non solo: che i comuni siano messi a correre per inseguire opere che la regione decide di finanziare, sempre le stesse, che si replicano (musei, piazze e chiese sopra tutti), è il risultato di una modalità centralistica che spreca risorse, e non mette le autonomie locali nella condizione di indicare loro le priorità ed essere messe in fila con criterio a maturare il finanziamento.

Ma quante occasioni si sono date per discutere di questo? L’opposizione ha chiamato a raccolta i sindaci e gli amministratori in cinque anni meno di quanto abbia fatto il centrodestra sia pure per la propaganda di Cappellacci di quest’ultimo anno. Forse qualche migliaio di euro dei fondi del gruppo si potevano spendere per questi incontri, anziché per la benzina dei consiglieri regionali a 15mila euro di stipendio mensile (più alto che in qualsiasi altra regione d’Italia, sembrerebbe).

La rabbia di molte persone davanti alla prospettiva di un riconferma del centrodestra e di Cappellacci è tutta qui, è per il tempo perso in cinque anni di opposizione troppo debole, perché non si sono visti punti di forza e di principio della battaglia politica, perché in questo vuoto di politica anche i nostri, nel migliore dei casi, si sono messi a coltivare orticelli.

Non sono questi i giorni per colmare un ritardo così grande. Non si è mai aperta una discussione sugli anni e sulla sconfitta di Soru, e così non si sono discussi i cinque anni di opposizione, in corso d’opera: forse si sarebbe capito prima dell’inadeguatezza delle candidature delle primarie, e del meccanismo medesimo di selezione. Ma ora, in un mese, qualcosa bisognerà pur dirla. E bisognerà attingere da lì, dal programma del centrosinistra del 2004 più che dall’opposizione di questi anni, sperando che gli elettori ricordino quelli e perdonino gli ultimi.

Credo che la enormità della figura mediocre del presidente uscente farà molto. I sardi non se la sono sentita di caricarsi troppe responsabilità riconfermando Soru, ma francamente penso che non si vogliono gettare nell’irresponsabilità di sé e della Sardegna che Cappellaci sollecita, e incarna, il dramma fatto farsa.

One Comment

  1. ezio floris

    ho fiducia in Pigliaru, anche perché è stato uno degli estensori del programma della legislatura 2004-2009 ma sarebbe meglio che nessun consigliere della passata legislatura appartenente al P.D. venisse confermato, proprio per la inesistente opposizione che hanno attuato, (debole opposizione sarebbe un eufemismo) con la speranza che i nuovi eletti si occupino dei problemi dei sardi in modo concreto

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