In Sardegna chi inquina non paga ma i veleni sono dei Sardi alla faccia dell’art.41 della Costituzione [di Andrea Sotgiu]

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Corre l’obbligo per chiunque abbia a cuore la salute dei cittadini, dell’ambiente e del suolo  riflettere su quanto la vicenda della Fluorsid di Assemini sia la metafora dell’industria in Sardegna negli ultimi 50 anni. Per essere più precisi  di quella che l’ha fatta da cattiva padrona: la chimica di base. Di conseguenza è metafora  del profilo di una fetta di cattiva classe dirigente sarda che è comprensiva non solo di decisori politici ma anche di sindacalisti, di amministratori locali, di intellettuali, di accademici, di professionisti, di componenti del sistema dell’informazione.

Quanto sta mettendo in luce  la magistratura a Santa Gilla e nella cintura urbana cagliaritana, interpella e  chiama a responsabilità l’intera comunità regionale, con pesi diversi a seconda dei ruoli. Perché solo chi governa è chiamato a risponderne in ogni sede e a dire, in maniera chiara e trasparente, alla comunità regionale quale sia lo stato dei suoli, delle acque, dell’ambiente in ogni paese della Sardegna.

Spesso in questo sito intellettuali, tecnici, accademici hanno posto ai decisori politici il quesito senza ottenere risposta.

Spetta ai magistrati appurare comportamenti malavitosi ma al Presidente della Regione, che ha un ruolo politico, andare oltre dichiarazioni di circostanza, tutte all’insegna dell’ autogiustificazione. Interi territori sono stati ripetutamente inquinati, persone e società hanno trasgredito norme e regole. Lo hanno fatto ripetutamente. E’ il caso allora che chi è stato chiamato dai cittadini a governare – e quindi è un dipendente degli stessi –  informi subito i suoi datori di lavoro sullo stato reale delle cose.

Lo stato delle cose di oggi perché quello degli ultimi 50 anni i Sardi non lo sanno e non l’hanno mai saputo. Ma i corpi dei Sardi e la loro salute sì. Attendono che qualcuno inizi seriamente a certificarlo nei siti di più alta intensità industriale.

Il tema pendente inoltre non è solo come e quanto in Sardegna sia stato possibile avvelenare, per oltre 50 anni, con l’alibi del lavoro che non c’era e che continua a non esserci o quanto scarsa sia stata la sensibilità sull’ambiente dei politici di ogni risma ma perchè la giunta Pigliaru continui a riproporre modelli di sviluppo che nessun paese europeo accetta e si accanisca a pretendere che abbiano albergo industrie che avvelenano o un’edilizia che divora porzioni pregiate di territorio per qualche manciata di posti di lavoro, peraltro solo ipotizzati.

L’insensibilità di questa giunta su ambiente e paesaggio è ben definita da tre Delibere approvate a marzo, su cui anche in questo sito si sta molto dibattendo,  e da revocare perchè un insulto alla sostenibilità. Il termine è molto abusato da Pigliaru e dalla sua giunta secondo un esercizio retorico che contraddistingue l’attuale stagione politica e secondo uno stile comunicativo del tipo “ripeti un concetto fino allo sfinimento prima o poi i Sardi ci cascheranno“. E’ già successo. Risuccederà!

Chiudo ricordando Vincenzo Migaleddu la cui morte prematura ha privato la Sardegna delle sue battaglie. Fu definito estremista, talebano, eccessivo. Ma i veleni della Fluorsid di Assemini convincono che fosse fin troppo moderato.

E’ tempo di non lasciare solo alla magistratura la difesa della salute, dell’ambiente e del paesaggio della Sardegna e di quanto dice l’art. 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”.

One Comment

  1. Maria Luisa Vargiu

    Per non essere tra gli “indifferenti” ed in onore di questo ineccepibile articolo, riesumo con piacere una deliziosa cartolina dell’ ottobre 2009, con scritto “Non lasciamoli giocare con le costruzioni”. Dalla legge Salvacoste al Piano Cemento.
    A maggio 2017 aggiorno la cartolina con:
    “E continuavano a giocare con le costruzioni.
    E continuavano a giocare pure con i veleni”
    Una bella risata non può seppellire tanta bruttezza !

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