Mario Sironi da Firenze a Cagliari [di Franco Masala]

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Chi mai, nella lontana prima edizione del Maggio Musicale Fiorentino del 1933, avrebbe pensato che regia e messinscena del teatro lirico sarebbero arrivati a certi eccessi e a certe letture discutibili di oggi? A parte i Puritani di Bellini neometafisici con bozzetti e figurini di Giorgio De Chirico, gli altri pittori da cavalletto, invitati a quel primo festival di Firenze, furono molto più sobri: Felice Casorati con il neoclassicismo depurato di ogni orpello per La Vestale di Spontini e Mario Sironi con i toni cupi per le scene di Lucrezia Borgia di Donizetti.

Proprio questi bozzetti sono purtroppo perduti e conosciuti solo tramite fotografie in bianco e nero, mentre sono stati acquisiti fortunosamente dal Consiglio Regionale della Sardegna i figurini per l’opera che ora fanno bella mostra nella sede di via Roma.

In realtà Sironi, sassarese di nascita per via del padre ingegnere impegnato nella costruzione del Palazzo Provinciale, fu sardo per pochissimi mesi (come un altro “sardo”, il musicista Ennio Porrino) prima del trasferimento a Milano e sostanzialmente non ebbe più rapporti con l’isola. Comunque è gradito il ritorno “a casa” che, se non altro, dà la possibilità di ammirare i figurini realizzati con le tempere e spesso accompagnati da appunti e da campioni di stoffe previste per la realizzazione, ancora fermati con gli spilli.

I disegni, semplici ed essenziali, vivono soprattutto per i colori stesi in modo compatto e a frammenti che ricostruiscono via via le sagome dei personaggi, rivisitando un antico abbigliamento in termini autonomi rispetto ai possibili modelli. E questi disegni rivivono in qualche modo anche davanti a noi grazie ai dieci costumi, realizzati dai figurini in occasione della riproposta dello spettacolo fiorentino per le rappresentazioni del 1992 curate dal teatro Massimo di Palermo, cui si aggiungono anche alcune gigantografie dei cartoni per i dipinti nel Palazzo di giustizia di Milano, quasi a suggerire il percorso artistico di Sironi.

Piuttosto: perché non coinvolgere la Fondazione Teatro Lirico nella manifestazione? Magari con la programmazione di un’esecuzione dell’opera finalmente rientrata nel repertorio e meritevole di una nuova chance cagliaritana dopo le ripetute edizioni comprese tra il 1842 e il 1885. O ancora con l’allestimento nel foyer del teatro della stessa mostra che soffre dell’ambiente claustrofobico e schiacciato che ora la ospita quale è l’atrio del Palazzo del Consiglio Regionale della via Roma.

*Bozzetto per il prologo di Lucrezia Borgia di Donizetti (Mario Sironi, 1933)

Sironi 1933 – Figurini per Lucrezia Borgia Palazzo del Consiglio Regionale della Sardegna Cagliari, via Roma 25

fino al 13 agosto tutti i giorni dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 20

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