Musei fiorentini (IV) [di Franco Masala]
Ancora un restauro che costringerà a riscrivere la storia dell’arte. Come accadde più di trent’anni fa in seguito al restauro degli affreschi michelangioleschi nella Cappella Sistina, il ritorno dell’Adorazione dei Magi di Leonardo agli Uffizi – dopo l’intervento effettuato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze – restituisce al pubblico il capolavoro incompiuto del grande maestro. E, nonostante le polemiche cominciate nel 2012, ha avuto ragione chi ha fortemente voluto l’intervento che ora consente un approccio antitetico a quello che per lungo tempo ha contraddistinto l’opera. Lasciata a diversi stadi di compimento da Leonardo quando nel 1482 partì da Firenze per la corte milanese di Ludovico il Moro, l’opera è stata considerata sempre un monocromo che le diverse sfumature di colore bruno permettevano di osservare in modo che soltanto oggi comprendiamo approssimativo. Le indagini diagnostiche, la pulitura, la liberazione da interventi maldestri, il risanamento del supporto ligneo sono state altrettante tappe del lungo lavoro di restauro che ora fa capire meglio il processo creativo del grande artista e offre una lettura approfondita dei valori espressivi dell’opera. A cominciare dalla straordinaria distesa del colore azzurro del cielo contrastante con le figure che ruotano intorno al Bambino su uno sfondo architettonico che appare, ancora di più, quasi come un esercizio prospettico, popolato di figure e alberi, in certi casi malamente decifrabili prima d’ora. Un altro risultato tangibile è l’osservazione del disegno elaborato direttamente sulla tavola lignea anziché preventivamente su un supporto cartaceo, messo in evidenza dai molteplici cambiamenti in corso d’opera, oggi di nuovo visibili. Il senso dello spazio è notevolmente mutato e si potrebbe dire che anche i diversi stadi di compiutezza del dipinto diano maggior valore all’opera, facendola percepire in modo completamente rinnovato. Interessante anche la presenza ravvicinata dell’altra Adorazione dei Magi, sempre degli Uffizi, di Filippino Lippi, commissionata nel 1496 al pittore da quegli stessi Canonici Regolari del convento di Sant’Agostino che quindici anni prima avevano dato il medesimo incarico a Leonardo senza che lo portasse a compimento. Derivata dal grande modello botticelliano, la tavola del Lippi è comunque di grande qualità, pur indulgendo ancora a minuzie di stampo fiammingo e ad un’impostazione più tradizionale. Prima del rientro nelle collezioni del museo, temporaneamente i dipinti sono ospitati nella mostra Il cosmo magico di Leonardo L’Adorazione dei Magi restaurata inserita nel percorso delle Gallerie degli Uffizi che hanno ormai occupato i vari piani dell’edificio vasariano così da permettere di seguire il consueto excursus cronologico da Cimabue al Caravaggio con un respiro di ben altra portata rispetto ai più ridotti spazi di un tempo. Rimane il rammarico di non vedere realizzato il progetto del portale retrostante di Arata Isozaki a suo tempo contestato da mille critiche contrarie, proprio nei giorni in cui l’insigne architetto giapponese è insignito del Premio internazionale “Lorenzo il Magnifico” alla carriera che gli verrà consegnato a Firenze nel prossimo ottobre. Il cosmo magico di Leonardo L’Adorazione dei Magi restaurata Gallerie degli Uffizi Firenze ore 8.15-18.50 tutti i giorni eccetto il lunedì fino al 24 settembre 2017 I precedenti articoli sono stati pubblicati il 13 marzo, il 1 aprile e il 5 giugno 2017 http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/13490 http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/13648 http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/14293 |