Pedoni, strade e turisti [di Franco Masala]
Come i corsi e i ricorsi storici, la pedonalizzazione dei centri antichi ritorna periodicamente. E se non sono i commercianti, sono i residenti a lamentarsi, o ancora chi pretende di arrivare in auto dappertutto. Negli ormai lontani primissimi degli anni ’70 del secolo scorso, a Firenze si cominciò a chiudere al traffico parte del cuore pulsante della città antica, suscitando ire e proteste dei commercianti che “non avrebbero venduto più niente”. A pochi mesi dalla sperimentazione furono loro stessi a chiederne l’ampliamento considerati i risultati migliori per tutti fino alle successive ZTL, alla possibilità di una radicale pulizia delle strade in notturna, ai varchi per residenti e merci. Qual è il segreto? Un’ottima campagna di comunicazione, ragionevoli alternative comprendenti, per esempio, parcheggi di scambio e bus navetta, resistenze ai “desiderata” (si fa per dire) di corporazioni, insomma tutta una serie di studi e di proposte che facciano capire il disegno globale dell’iniziativa che a monte occorre predisporre prima di qualunque sperimentazione. Che è successo a Cagliari? Di volta in volta si stanno rendendo esclusivamente pedonali – in seguito a lavori lunghi e disagevoli – parti della città che sicuramente meritano un’attenzione di questo tipo ma richiedono pure alternative accettabili e tale da poter fare digerire inconvenienti e problemi a chi vive la città tutti i giorni. La chiusura di piazza Garibaldi, con una sistemazione peraltro non ancora terminata, dimostra il progressivo accerchiamento di Villanova senza possibilità di sfogo. La pedonalizzazione del Corso in quella che fu la gloriosa Piazza S. Francesco forma un tappo difficilmente superabile visto il contesto circostante. La “piazza a mare” della via Roma (ammesso e non concesso che funzioni) sarebbe degna di miglior sorte che non sia l’invasione di tavolini e ombrelloni per bar e ristoranti. Anche perché il rischio è che la città divenga preda di turisti e della movida, ignorando i risvolti legati alla vita quotidiana, agli aspetti culturali e di reale conoscenza – per cittadini e non – dei luoghi secondo una visione che tenga conto di aspetti diversi ma interdipendenti. La Città Metropolitana è cosa fatta. Vogliamo finalmente vedere tutto in un raggio di più ampio respiro? |