Lettera aperta alla candidata Murgia [di Pasquale Chessa]
… ci sarebbe qualcosa di eticamente grandioso nella tua rinuncia …Cara Michela, l’altra notte mi sono svegliato con un incubo… Ma forse era un sogno: come in un lampo mi sono apparsi i risultati delle prossime elezioni regionali: Ugo Cappellacci risultava vincente, per un solo voto di vantaggio su Francesco Pigliaru. Quel voto era proprio il tuo! È opinione diffusa che la candidatura di Michela Murgia sia una delle ragioni ideali, se non la principale, che hanno costretto il Pd al travagliato ravvedimento che ora gli consente di presentarsi agli elettori con la fedina penale pulita. Non ti voglio attribuire nessuna dote filosofale, come la pietra degli alchimisti che sapeva trasformare il vile metallo in prezioso oro… Ha pesato infatti nella tua scelta di impegnarti per la Sardegna il peso di quell’identità sarda che ha fatto di te una grande scrittrice italiana. C’è un momento però in cui i voti non si pesano ma si contano. Talvolta può risultare doloroso, come troppe volte è successo negli ultimi venti anni anni, ma in democrazia deve vincere chi conta più voti. A questo punto hai il diritto di rispondermi che sbaglio perché sei convinta di prendere più voti del centrosinistra e anche del centrodestra. Potrei allora controbbattere che in democrazia, purtroppo, il prestigio culturale o l’impegno civile, la notorietà insomma non necessariamente si traducono in consenso elettorale. Ecco, non voglio aprire un dibattito sui principi fondamentali. Né citare sondaggi di cui tutti parlano ma che non ho visto. Voglio porre invece un dilemma che mi angustia e che solo tu puoi risolvere. Se mio sogno, o incubo che sia, dovesse sembrare a tutti una possibilità non impossibile, anche alla prova dei sondaggi l’ultima settimana prima delle elezioni, se la sentirebbe la tua coscienza civica di chiedere ai tuoi elettori di scrivere sulla scheda Michela Murgia mentre sai bene che tanto varrebbe scrivessero direttamente Ugo Cappellacci!? Ecco perché ti propongo pubblicamente di rinunciare ai tuoi voti per far vincere il candidato che stimi di più. E so che di Pigliaru hai grande stima. Prima di rispondere c’è una sottodomanda che bisogna tenere presente: pensi davvero che fra il centrodestra e il centrosinistra di oggi in Sardegna oggi non ci sia nessuna differenza? Come capita agli scrittori e agli intellettuali inevitabilmente spinti a riflettere sul «legno storto dell’umanità» anche in politica talvolta è giusto dire «vogliamo tutto». Ma pretendere tutto a ogni costo, cioè sapendo di non ottenere niente, è un peccato morale irredimibile. Il pasticcio indicibile in cui si è ficcato Grillo in Sardegna dice molto di più di un trattato scientifico sulla natura ultima dell’antipolitica. Perche se la democrazia ci chiede di essere vissuta come il male minore, che è pur sempre un male, quando ci tocca di vivere con il male peggiore il pentimento e la pena sono ancora più grandi. Qualsiasi sia il giudizio storico politico che se ne voglia dare, non posso pensare che per te la Sardegna di Soru sia stata uguale a quella di Cappellacci. Penso solo alle leggi sulle coste e sul territorio. Altamente imperfette, probabilmente. Ma quanto diverse dalle norme cementificatrici che vuole imporci Cappellacci. La metafora evangelica della pagliuzza e della trave, capovolta però, per cui capita di lagnarsi oltre misura per la banale pagliuzza che vediamo nell’occhio dell’amico senza vedere la trave che affligge l’occhio del nemico. Cosicché, forse anche a cagione di questa paradossale sindrome della sinistra, nonostante sia sotto giudizio penale in tre processi, Cappellacci non pensa affatto di ritirarsi per rispetto dei suoi elettori, mentre a Francesca Barracciu è stato chiesto di fare un doloroso passo indietro per un semplice avviso di garanzia. Anche se si tratta di una decisione ingiusta, sia in punta di diritto che sul piano della civile convivenza democratica, penso che sia stata una decisone necessaria. Ecco una differenza, non piccola, fra destra e sinistra. A sinistra infatti, quando i voti si contano, la questione morale ha un peso elettorale. Cara Michela ci sarebbe qualcosa di eticamente grandioso nella tua rinuncia. Un gesto di impegno civile che non ha pari nella storia politica del presente. Un geniale clic. Per dire al tuo elettore di votare si la tua coalizione e il tuo partito, ma nello stesso tempo di non votare te per far vincere Pigliaru. Una follia? Una pazzia? Ebbene si. Talvolta solo la corda pazza della nostra vita (cito Pirandello, Berretto a sonagli) ci consente di vedere la strada giusta. Giusta, non perché la migliore in assoluto, ma solo perché percorribile da tutti. Con fierezza e dignità. *La Nuova Sardegna 10/01/2014 |
Ancora con questa storia del voto utile?
Credo che Michela Murgia non abbia alcun problema di coscienza a non tener conto della irricevibile (appunto) e a ben vedere antidemocratica proposta fattale come moral suasion da Pasquale Chessa. Michela Murgia e quanti si riconoscono nelle liste che l’appoggiano portano avanti una linea politica diversa, per certe tematiche in modo radicale, da quella del Pd e della coalizione che sostiene la candidatura di Francesco Pigliaru. Il confronto nell’agone elettorale non può che essere salutare. In democrazia si fanno le proposte e si sottopongono al giudizio degli elettori. Punto. La legge elettorale sarda in realtà sembra cucita sulle esigenze di mantenimento del potere di quanti già lo detengono, facendo un pessimo servizio alla democrazia. Comunque, se dovesse rivincere Cappellacci, cosa che mi farebbe inorridire e che dunque contrastiamo con tutti gli strumenti democratici, dovremmo accettare il risultato elettorale e proseguire nel confronto/contrasto nelle istituzioni e nel sociale. Questa è democrazia! Credo però che l’esito possa essere decisamente diverso, quindi con la sconfitta del centro destra. Personalmente ritengo che la presenza delle liste di Michela Murgia sia da salutare in modo favorevole, in quanto determina un aumento dell’impegno politico di molti, soprattutto di giovani allontanatisi in questi anni da un impresentabile scenario politico, diminuisce il tasso di diserzione dalle urne… insomma intercetta e rimotiva una gran parte di elettorato difficilmente disponibile rispetto alle politiche del centro sinistra e del centro destra. E i numeri sono consistenti. Queste considerazioni sono tanto più valide stante la non presentazione del Movimento 5 Stelle. In ultimo una annotazione, anche interpretando le preoccupazioni di Chessa. Mi chiedo: ma perchè in molti esponenti della sinistra vi è un fottuto timore del ricorso alle urne e degli esiti elettorali, come, per esempio, abbiamo potuto verificare nel recente periodo della poco esaltante stagione Monti? Mah! Si proceda allora con il confronto di persone e programmi. Una vittoria possibile di Michela Murgia sarebbe un fatto di grande positivo cambiamento per la Sardegna. Ma se vincesse Pigliaru (e ne sarei contento), una consistente pattuglia consiliare di Sardegna Possibile, alleata o all’opposizione, sarebbe ugualmente un fatto positivo. Se poi, come ipotesi residuale e malagurante, rivincesse Cappellacci, la stessa pattuglia rafforzerebbe e darebbe credibilità all’opposizione per l’attività che deve qualificarla nell’interesse di chi rappresenta, diversamente da quanto accaduto nei cinque anni trascorsi
Mi spiace….un brutto concetto della politica a mio parere. Enrico Berlinguer non ha mai vinto le elezioni nè ha mai governato ma ha lasciato un’impronta sulla politica italiana che non sarà mai superata da questi presunti o certi vincitori elettorali. In politica non vince chi governa ma chi muove lentamente e pazientemente le idee…
Secondo quanto affermato da P. Chessa la Murgia dovrebbe fare un passo indietro, tecnicamente chiedere al proprio elettore un voto disgiunto a favore del candidato del centrosinistra. Con tutto il rispetto per il prof. Pigliaru, che e’ comunque un esponente della vecchia giunta Soru, io credo che la Murgia abbia tutto il diritto oltre che le carte da giocarsi per arrivare al ballottaggio, quantomeno arrivare seconda. E questo perche’ anche grazie al vuoto elettorale del M5s, molti di questi voti potrebbero andare a lei.
Secondo molti elettori del centrodestra potrebbero premiarla solo per cambiare il volto della politica. In fondo PD e PDL sono due facce della stessa medaglia. La Sardegna in questi anni non e’ cresciuta anzi, perche’ allora continuare a premiare i soliti vecchi poli e le loro variegate articolazioni?
Bisogna prendere atto del fatto che oggi bisogna rinnovare completamente il ceto politico, e non parlo solo anagraficamente.
Quando un partito come il PD, che ambisce a governare la Sardegna nel momento piu’ dal dopoguerra ad oggi, tratta con partiti come il PSDAZ che sono diventati la spazzatura della storia autonomistica, allora io rovescio la domanda di P. Chessa e chiedo al Prof. Pigliaru di fare lui un passo indietro e chidere il voto disgiunto per la Murgia.
Sergio, Non c’è nessun ballottaggio.
Ma perchè non si ritira PIGLIARU?