Poscia, più che ‘l dolor potè ‘l cemento [di Ilaria Buitoni Borletti]

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Roma. 30 agosto 2017 . Pochi giornali hanno dato rilievo ad una notizia solo in apparenza secondaria: il Consiglio dei Ministri ha deciso ieri di impugnare la legge regionale sarda sull’edilizia, approvata a metà luglio dall’assemblea regionale sarda. Non si tratta di una notizia secondaria, per almeno tre ragioni. La prima, è che il Governo con questo atto conferma che la tutela del Paesaggio è entrata nell’agenda politica nazionale.

Già dal primo conflitto di attribuzione negli anni scorsi con la passata giunta sarda di Ugo Cappellacci, passando poi per la vivace discussione con quella ligure di Toti, per poi arrivare a questo ultimo e recente atto, il Governo ha cominciato ad intervenire con decisione in questo senso, quando ha ritenuto – secondo me sinora sempre a ragione – che l’inestimabile Paesaggio italiano fosse messo a rischio da atti amministrativi regionali.

Un interventismo sanzionatorio che è poi stato accompagnato da altri atti, come l’istituzione dopo tanti anni di stasi dell’Osservatorio Nazionale per la Qualità del Paesaggio e l’istituzione della Giornata Nazionale del Paesaggio, celebrata per la prima volta lo scorso marzo. Non a caso ad ottobre si terranno i primi Stati Generali del Paesaggio, segno che tale tema è oramai parte integrante di ogni moderna cultura di governo.

La seconda ragione per cui la decisione di ieri è comunque una notizia, sta nel fatto che tale sciagurata linea in cui il paesaggio viene visto come vuoto a perdere venga riproposta malgrado la discontinuità politica che ha visto passare la Sardegna dalla giunta Cappellacci (Pdl) a quella attuale guidata da Pigliaru (Pd).

In questo caso forse conta più il cemento che i partiti di riferimento, e non è certo una buona notizia. Soprattutto visto che è oramai lampante per tutti che un buongoverno del territorio è in realtà il governo del contesto nel quale vivono i cittadini e che ha ricadute fondamentali sulla qualità della loro vita.

È anche soprattutto nel caso di Regioni come la Sardegna un investimento economico ma anche e la premessa per evitare catastrofi ambientali e morti future.

La terza notizia, infine, è secondo me la migliore, ed è di buona qualità etica e civile: il governo ha deciso di procedere nonostante la famiglia politica della Giunta e del Ministro competente (e proponente, in Consiglio dei Ministri, dell’impugnazione) sia la stessa. Più che il dispiacere fece dunque premio la tutela delle coste e del paesaggio sardo, che stanno a cuore a tutti gli italiani. Perché fanno parte di quel Paesaggio che è la cifra culturale più caratteristica della nostra identità nazionale.

Un bene supremo, da tutelare a spregio di ogni pressione corporativa, interesse economico o appartenenza politica. E questo il MiBACT cerca di farlo ogni giorno attraverso l’opera meritoria delle proprie Sovrintendenze.

One Comment

  1. Ferite ad un’isola

    …e gemono anche le onde
    di Vittorio Sella

    Questo pendio verso il mare
    così ricco di aromi e arbusti antichi,
    così vivo di colori in primavera,
    perderà il suo manto variopinto.
    Quel che cresce in ogni anfratto,
    come un dono a distesa di natura,
    coglie il sentore di una rapida bruttura.
    Qua un cespuglio di mirto
    appare moribondo, e là sopra
    un filare di pietre si disfa
    avvinghiato da ramoscelli di ginestra.

    Nell’ora del silenzio del mattino
    si sveglia il rombo
    di una ruspa che sferraglia.
    ai bordi della quiete del cammino.
    Ma è nel cuore della china
    che il gesto deciso della mano
    spinge la benna nella terra
    come lama maligna, impietosa
    nel corpo vivo di un agnello
    e trascina ciò che nasce alla radice.
    Adesso che è l’ora dello strappo
    muore ogni seme,
    ogni fronda verde è frantume.

    E nel chiarore del cielo
    la terra morsicata si fa nuvola,
    nuvola che oscura il bagliore
    dell’acqua d’argento del mattino
    e soffoca il respiro
    dell’onda di risacca nello scoglio.
    Chi ascolta l’eco adesso sa
    che è polvere ogni seme natio
    in quel declivio di dimore vuote,
    circondate con le ali nere del catrame.

    E per questo ricamo di colori perduti,
    per quei gioielli strappati,
    quando nasce da oriente
    la luce di ogni giorno, nel litorale
    gemono tremolanti anche le onde
    con lacrime di sconforto.

    Ps: un lamento in poesia per un paesaggio distrutto nella costa orientale della Sardegna

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