Lettera in risposta a Pasquale Chessa [di Michela Murgia]
Caro Pasquale,da piccola avevo una maestra che mi diceva che i sogni bisogna sceglierseli bene, per non sciupare il risveglio. Quando ho letto la tua lettera ieri ho pensato che quel consiglio dovrebbe valere anche per gli incubi. Per te l’incubo è partigiano: come molti, anche tu temi semplicemente che vinca Cappellacci. Per me e per molti sardi l’incubo è assai più politico e terribile: quello che temiamo è un’altra vittoria del vecchio e corrotto sistema di potere che da anni in Sardegna non ha più colore né partito. Quel potere si spartisce le poltrone senza alcun pudore, assegnandosi una fondazione bancaria a sinistra e un’autorità portuale a destra. Quel potere tutela gli equilibri con Roma assai più che i bisogni reali dei sardi. Quel potere ha deciso una legge elettorale iniqua e antidemocratica fatta apposta perché non si possa governare stabilmente senza essere almeno un po’ amici, al di là degli schieramenti e delle scelte degli elettori. Quel potere in questi cinque anni ha governato unito, consentendo che ben 40 leggi fossero approvate grazie all’accordo tra capigruppo, senza passare nelle commissioni. Non è un caso che Renato Soru, il capo dell’opposizione, sia stato campione di assenze in consiglio regionale: un’opposizione non serviva a nessuno. Quel potere infatti si appoggia da sempre alle intese trasversali che adesso va di moda chiamare “larghe”, anche se larghe non lo sono per nulla, anzi: sono intese strettissime tra pochi intimi, fatte su misura perché nei loro progetti di spartizione rientrino solo i nomi decisi a monte. È a quel potere, caro Pasquale, che tu mi chiedi di cedere il passo, perché anche l’onesto Pigliaru, nel momento in cui si è seduto sulla poltrona del candidato presidente del centro sinistra, è diventato suo malgrado il paravento di un pezzo significativo di quel sistema, così tanto più forte di lui che non gli ha permesso di negoziare neanche la non candidatura degli inquisiti e dei soliti noti. Non mi stupisce che, davanti alla fortissima richiesta di onestà e giustizia sociale che viene dai sardi (e anche davanti a qualche significativo sondaggio), i signori della poltrona siano sempre più agitati e nervosi, ma tu mi attribuisci un potere che non ho: farli perdere non dipende dal fatto che Sardegna Possibile proponga ai sardi il suo progetto, costruito con i territori in mesi di incontri partecipati. I partiti non vincono o perdono perché hanno concorrenti validi, ma perché fortunatamente sono ancora gli elettori che scelgono di chi fidarsi: chi perde, perde contro i sardi e lo sa. Se in quelle consorterie di potere si avverte il timore della sconfitta, non è solo perché hanno paura di Sardegna Possibile, ma perché sanno benissimo quanta delusione e sfiducia serpeggi tra i loro elettori, la cui volontà è stata disattesa per troppe volte, non ultima quella delle primarie. Usciamo dalle partigianerie, Pasquale; qui non si tratta più di non far vincere questo o quello, ma di costruire un modo nuovo di essere comunità, che non ci faccia tappare il naso nell’urna, che non ci spinga a vergognarci di chi abbiamo eletto e che restituisca a tutti noi il diritto di credere nella politica e nel nostro futuro. Se questo significa che i signori della poltrona staranno fermi un giro, possiamo solo esserne contenti, perché è per colpa del loro indefesso lavoro che l’incubo peggiore lo stiamo già vivendo. L’unico voto che mi permetto di chiamare inutile è quello che mantiene lo stato di cose in cui ci troviamo. Lasciamo che per una volta vinca un progetto diverso e nuovo, che rimetta insieme con amore e dignità i pezzi che ci hanno lasciato in mano. Poi potremmo tornare, se non proprio a sognare, almeno a dormire sereni. *La Nuova Sardegna dell’11 gennaio 2014in risposta alla lettera pubblica di Pasquale Chessa pubblicata anche in questo sito
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E fu così che rivinse Cappellacci il quale governò la Sardegna per altri 5 anni che sommati ai precedenti 5 divennero 10.
Vedi alla voce eterogenesi http://www.treccani.it/enciclopedia/eterogenesi-dei-fini_(Dizionario-di-filosofia)/
La Murgia è intelligente e volenterosa e, presumo, onesta. Ma queste doti sono solo un presupposto e non bastano per governare. Il problema è che parla bene, ma non ha alcuna competenza sull’organizzazione della macchina politico amministrativa. Ed infatti, quali sono le sue competenze e quelle degli assessori designati, al di là dei proclami che tutti, come lei, sappiamo fare?
L’incompetenza specifica di amministratori e politici, pur volenterosi e onesti, ha generato grossissimi danni, ritardi, errori qualche volta più gravi dell’agire disonesto. Danni ed errori che paghiamo noi.
Non deve essere consentito più a nessuno di candidarsi al governo senza una preliminare adeguata pratica politico amministrativa. Per tutti, anche per i politici, e anche per la Murgia, deve valere il principio di presentarsi con un curriculum adeguato a ciò che si pretende di voler fare.
Per questo non la voterò.
É brava con le parole…questo si sa!
Un po’ meno a rancontare la verità dei fatti…E questo si scopre!
Non credo che nessuno possa convincere la murgia a rinunciare alle sue velleità politiche…
E singolare,ma non poi tanto,che tutte queste forme di “grillismo” siano diventate più brave della cosiddetta politica partitica a fare campagna elettorale utilizzando la demagogia e le balle travestite da mezze verità…
E la cosa che accomuna questo nuovo populismo al centrodestra é l uso della speranza altrui,di persone per tante motivi sfiduciate che pur di credere a qualcosa che li salverà credono a zone “bugiarde” o a sogni scritti da scrittori…ormai si crede Eleonora de Cabras!!
E’ brava con le parole, si scrive. E questo si spiega col suo mestiere di scrittrice. Ma la sostanza un po’ vaga delle sue parole è che lei vorrebbe innovare un sistema profondamente imbalsamato al punto che l’opposizione non sarebbe in grado di proporre niente di nuovo se non un inutile e nauseabondo cambio di poltrone, un mutamento non della Politica con la P maiuscola ma della Casta con la C ancora più maiuscola.E’ un atteggiamento che prospetta il buio, ma che potrebbe procurarle non pochi voti, nel vuoto lasciato da Grillo.
Il candidato del PD è però Il prof Pigliaru, un naturale erede di Soru, e questo comincia già a scongiurare il vuoto . Con lui il PPR potrà mai cambiare nel senso prospettato da Cappellacci?I lavoratori dell’Alcoa saranno ancora condannati a rattristarci col lugubre suono dei loro elmi oppure il presidente economista saprà prospettare loro altre possibilità di lavoro, qui in Sarde3gna, senza rischiare il fallimento delle imprese globali?
Il funereo mestiere dell’Accabbadora ha potuto in un romanzo di successo creare per due giovani una inaspettata occasione di vita…
Ma, caro fra, secondo sono esperti e conoscitori della macchina amministrativa gli assessori, i consiglieri, i direttori generali che abbiamo?
Secondo lei si può fare peggio della direzione generale o dell’assessorato all’urbanistica, peggio di quanto si è fatto per l’agricoltura, peggio di chi ha autorizzato la vita nei seminterrati? L’elenco è lungo ma questa faccenda dell’inesperienza non sta in piedi ed è già ruzzolata da un pezzo.
Se vuole, invece, discutiamo di ciò che hanno fatto sinora gli assessori. Non ho alcuna stima di alcuni di loro e non li voterò neppure io. Ma non perché non hanno mai governato. Anzi, questo è il loro indiscutibile pregio.
Volevo dire “discutiamo dei candidati assessori della Murgia”
Sì, scrive bene, Michela Murgia. E il motivo è semplice. Come dicevano i latini: “Rem tene verba sequantur”.