La dorsale del metano serve davvero all’isola? [di Giampiero Vargiu]

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La Nuova Sardegna 26/09/2017- La Regione Sardegna, come previsto nel Piano Energetico e Ambientale  ha deciso di realizzare la metanizzazione dell’intera isola. Indico schematicamente alcune delle scelte principali, evidenziate anche nel sito ufficiale della Regione e inserite nel “Patto per la SardegnaMetano ed Energia“, siglato nel 2016, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro: 600 km di dorsale tra depositi e bacini di domanda e lo sviluppo di reti di distribuzione urbane; 7 depositi costieri tipo Small Scale; il prezzo finale del metano per i cittadini sardi sarà analogo a quello che pagano tutti gli italiani.

Il 2 ottobre scade il termine ultimo per presentare osservazioni agli elaborati per la Valutazione d’Impatto Ambientale sul progetto della Snam Rete Gas Spa, pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che riguarda gli interventi per la realizzazione della “Metanizzazione Sardegna – tratto Nord“, da Oristano verso il nord della Sardegna.

Avanzo alcune domande: qualcuno in Sardegna è stato informato del progetto? Qualcuno ha spiegato, in maniera trasparente ed evidente ai “Cittadini Sardi“, un dettagliato Conto Economico sui costi delle sole dorsali principali, pari a circa 600 milioni di euro? È stata valutata in maniera approfondita, adeguata e congrua, la domanda di gas in Sardegna, con un conseguente corretto dimensionamento delle dorsali? Sono stati valutati correttamente gli impatti delle dorsali, con il coinvolgimento pieno e reale dei territori nei processi ecisionali?

E dopo le domande avanzo delle proposte. Occorrono scelte coraggiose, che guardano al futuro, la transizione a un “Sistema Energetico Sostenibile, Diffuso e Democratico“, non è più rinviabile e la Sardegna deve scegliere subito di concentrare i propri investimenti sulle fonti di energia rinnovabile.

I 7 depositi costieri Small Scale sono troppi. Non realizziamo le dorsali, che, una volta realizzate, sono un limite tecnologico e, per il solo fatto che vengono realizzate, non rappresentano una scelta di transizione verso un Sistema Energetico Rinnovabile, Distribuito, Efficiente e Democratico. Inoltre, le dorsali sono a totale carico dello Stato, sovradimensionate, non sono previste le dorsali secondarie verso le zone interne, che non farà mai nessuno e, tantomeno, i privati.

La Regione Sardegna si impegni a valutare, in questa fase prima della Via, una soluzione alternativa, prendendo in considerazione, per esempio, il limite temporale assunto dalla Ue, che è il 2030, decidendo: di eliminare quanto prima le fonti energetiche fossili; di elettrificare tutto il sistema, facendo interventi con infrastrutture innovative e smart sulle reti, con accumuli del tipo innovativo, anche riprendendo, per la Sardegna, in maniera seria, il sistema di accumulo dovuto alle centrali idroelettriche, che potrebbero avere anche altre funzioni, dati i periodi sempre più importanti di siccità; di elettrificare in maniera più importante la Sardegna per quanto riguarda la mobilità.

Ribaltiamo l’approccio fin qui tenuto sulla strategia energetica, facendo queste scelte, promuovendo un forte dibattito dal basso. Superiamo la concezione che l’unico approccio metodologico e procedurale che garantisce il “rispetto” dell’ambiente è quello burocratico, gerarchico e centralizzato. Imponiamo un dibattito “pubblico” non a posteriori, ma prima che ci siano elaborazioni progettuali, soprattutto, al crescere delle dimensioni e degli impatti delle opere. Il cittadino non deve essere un invitato di serie B.

Deve essere individuato un percorso dettagliato, che imponga tutti i passaggi e i dibattiti preliminari necessari perchè le opere siano “sentite” dalle Comunità. In particolare, facciamo in modo che la Valutazione di Impatto Ambientale sulla dorsale del metano citata non passi inosservata. La dorsale del metano non serve alla Sardegna. Oggi ci sono strumenti democratici per fermare un tale progetto.

*Ingegnere, già sindaco Villagrande Strisaili- Vice presidente dell’Associazione Oristano e oltre

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