Sabato 14 Ottobre 2017, Milis, Palazzo Boyl, Ore 10:00 III Seminario “Materiali per un’urbanistica sostenibile”. Programma [di Maria Antonietta Mongiu]

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Quali i contenuti e gli obiettivi di LAMAS e della sua S’ischola de su trabagliu per l’anno 2017 in corso? Organizzare il Seminario itinerante Materiali per un’urbanistica sostenibile in vista del Convegno Sostenibilità come opportunità di sviluppo della Sardegna previsto a Cagliari, a chiusura di un percorso di confronto e di elaborazione in diversi comuni della Sardegna.

Si potrebbe dire che di un’azione così intensa e diffusa  avrebbero dovuto farsi carico le istituzioni. Ma non accade. La giunta Pigliaru non ha dato il buon esempio approvando il 16 marzo il Disegno di Legge sul governo del territorio senza strutturare quanto prevede la legge ovvero la chiamata alla discussione di comunità e rappresentanze istituzionali e sociali. Va da se allora che la pratica di cittadinanza attiva, base dei processi democratici, ci interpella tutti portandoci all’incontro, grazie agli strumenti alla base di una partecipazione collaborativa e fruttuosa, fatta di interazione e reciprocità.

Dal  28 Agosto – I Seminario svoltosi a Pattada – LAMAS e la Rivista SardegnaSoprattutto stanno chiamando al confronto studiosi, tecnici, giornalisti, intellettuali, amministratori (fin qui oltre 100) su temi oggi urgenti, quale appunto l’ Urbanistica che ricomprende la vasta declinazione della pianificazione del futuro delle comunità.

Uno dei punti qualificanti dei Seminari è che chiunque può partecipare ed intervenire nella discussione secondo un modus operandi che interpella tutti, a partire da chi possiede competenze,  su che tipo di Sardegna vogliamo. Oggi infatti siamo di fronte ad uno sfondo problematico e di crisi di senso e pertanto bisogna ripartire dalle analisi su immaginari e su realtà agite. Bisogna riprendere a parlare con voce di autenticità e con voce di comunità perché senza  fare i conti con narrazioni mitopoietiche e quotidianità è impossibile intraprendere  qualsiasi pianificazione.

Una prospettiva così complessa sta coinvolgendo molti, nel tentativo di  capire e risolvere le mille contraddizioni tanto più in quanto è persistente la percezione della distanza tra le rappresentazioni dei luoghi, carichi di stereotipie, e la vita vissuta.

Si tratta di contesti antropologici e sociologici che nello story telling appaiono straordinari, dove si sarebbe già realizzata la sintesi tra mondo vasto e densità ancestrale, più autentica, pervenuta alla contemporaneità carica di natura e cultura intonse. In verità sono territori attraversati da quella reificazione che da tempo ha stravolto i modi di essere della Sardegna fino a precipitarla nell’etnocentrismo (con punte di ridicolo).

Tutto ciò per dire che parlare oggi di Urbanistica significa riandare ai fondamenti stessi di quei comportamenti etnocentrici. Riguardano indistintamente la Sardegna del mare e interna. Senza questa discussione, parlare di Urbanistica significa ancora una volta scivolare nei conteggi ragionieristici che hanno massacrato non solo le coste assediate dalla monocultura del turismo ma anche i territori preda dell’industria di base che li ha avvelenati, o delle  servitù militari; o infine significa tematizzare  le periferie che hanno reso brutti i nostri paesi e riaffermare una vera e propria perdita di senso.

A Milis, si parlerà ancora una volta di terra, suolo, paesaggio, ambiente, beni comuni che credevamo al sicuro dopo l’approvazione del PPR nel 2006.  Così non è. Ma grazie all’impegno di associazioni, di esperti,  di singoli, oggi migliaia di sardi hanno appreso che alcune Delibere e Leggi della giunta Pigliaru –  dal Disegno di legge sul Governo del territorio sardo del 16 marzo 2017 – in alcuni articoli potenzialmente incostituzionale, se non saranno revocate condizioneranno nei secoli il futuro della Sardegna!

Pertanto bene ha fatto il governo Gentiloni  a impugnare la Legge11 del 3 luglio del 2017. Pertanto è necessario sollecitare l’opinione pubblica che ha capito che la  Sardegna sta finendo nelle mani di  cacciatori di suolo e di  sviluppisti del cemento  grazie ad una classe dirigente che media e contratta, di fatto baratta, il suo bene più prezioso, ambiente e paesaggio, in cambio di vantaggi a breve termine, come nella tradizione del colonialismo.

Ecco  allora l’importanza di sindaci più consapevoli del valore della terra; di sindacati che pretendano lavoro che non rapini le risorse non rinnovabili; di portatori di interessi collettivi che godano di un ascolto maggiore rispetto ai portatori di interessi di pochi che vogliono desertificare la Sardegna e che osano, come abbiamo letto in recenti interviste, dettare  l’agenda alla massima assemblea della comunità regionale!

C’è necessità di moltiplicare nei nostri territori momenti di pedagogia sociale abitati  dal confronto. LAMAS e SardegnaSoprattutto  lo fanno in nome della Costituzione che garantisce la tutela dei luoghi e della percezione che ne hanno le comunità insediate. Lo ribadisce  il Codice dei beni culturali e del paesaggio che in Sardegna ha trovato attuazione piena e condivisa nel  Piano Paesaggistico Regionale, bibbia giuridica e culturale per tutti i livelli istituzionali in virtù del suo rango costituzionale.

I contenuti reali del PPR e dell’Urbanistica devono diventare popolari. Solo così ogni persona sarà capace di leggere i valori del suo territorio e di portare il suo contributo alla redazione degli strumenti del suo governo.

Che fare allora? Come concretamente creare partecipazione e confronto? Come smetterla di parlare di partecipazione mettendo in scena le pantomime della stessa  nelle città e nei piccoli centri? È necessario unire competenze, intelligenze ed esperienze, senza barriere ideologiche e sociali in un laboratorio pubblico che  ha il compito di orientare i decisori specie in un momento in cui il crollo dei corpi sociali intermedi li isola sempre più. È necessario moltiplicare le giornate di ricerca-azione.

In questa traiettoria si colloca l’obiettivo del III Seminario  “Materiali per un’urbanistica sostenibile” Milis  14 ottobre. Chiunque, se vorrà, può portare il suo contributo. Possiamo immaginare infatti che in pochi decidano sul  destino della terra di Sardegna? Può essere che gli eletti dal popolo sovrano non rispondano allo stesso nelle sedi istituzionali e in pubblici dibattiti promossi dai portatori degli interessi generali?

Il consumo di suolo è un tema che da decenni si presenta nel dibattito della comunità internazionale: sul suolo si giocano le partite del futuro, sulla gestione delle acque, delle risorse estrattive, degli spazi abitativi e produttivi. Si tratta dello strato di crosta terrestre più superficiale, la “pedosfera” che, insignificante rispetto alle dimensioni del pianeta, consente il mantenersi degli ecosistemi.

Nel biennio 2015/2016 la Sardegna, di suolo, ne ha perso 1/24. Oggi, ottobre 2017, viviamo un prolungarsi insolito della stagione estiva; ciò comporta l’aggravarsi di un morbo che ci attanaglia: la perdita di “memoria dell’acqua”. Fiumi tombati dal cemento, terreni tombati dal cemento, strade senza scoli adeguati tra un palazzo e l’altro. Tutto concorre a che l’acqua non scorra naturalmente e non sia assorbita.  Non vi sono alternative alla liberazione della terra il più estesa possibile, e alla libertà di azione di quell’acqua che, anche quest’anno, cadrà dal cielo e causerà allerte, drammi, rovine.

Il rapporto dell’ISPRA 2017 sul consumo di suolo in Italia riporta che da novembre 2015 a maggio 2016 l’Italia ha consumato circa 5000 ettari di suolo, 30 al giorno, “come se in pochi mesi avessimo costruito 200.000 villette” con un dato demografico che si attesta sullo zero. Restringendo il campo il medesimo rapporto riporta per la Sardegna (24.090 km²) un consumo di 904 km² per il citato periodo 2015/2016, con un rapporto tra province che è il seguente (in  km²/percentuale regionale per il 2016) :

  1. Cagliari: 194/4,3%
  2. Carbonia-Iglesias: 61/4,0%
  3. Medio Campidano: 51/3,4%
  4. Nuoro: 117/3,0%
  5. Ogliastra: 49/2,6%
  6. Olbia-Tempio: 128/3,8%
  7. Oristano: 132/4,4%
  8. Sassari: 173/4,1%

La tensione consumistica è dunque la strada adeguata? È ugualmente adeguata un’urbanistica che non pianifica in base alla storia delle terre e delle acque ma sul guadagno di pochi? Quanto suolo è coperto e consumato inutilmente? Quanto è stato avvelenato e mai bonificato? Quanta economia invece si creerebbe intorno alle bonifiche, agli abbattimenti,  alla riqualificazione dell’esistente? All’adeguamento dei sottoservizi  che, spesso, non rispondono nemmeno agli standard di base quali il rispetto di pendenze, di carichi d’acqua ecc. Sul suolo si gioca la vera qualità della vita anche dei sardi.

PROGRAMMA

 Ore 10:00 – 10:40

Sardegna tra mito, realtà, narrazione

Introduce e Coordina Maria Antonietta Mongiu

Dialogano

Franco Masala Storico dell’architettura SardegnaSoprattutto Cagliari Antioco Floris Docente di Linguaggi del Cinema, della Televisione e dei New Media Università di Cagliari Nicolò Migheli Sociologo-Scrittore SardegnaSoprattutto Cagliari Romano Cannas già Direttore Rai Sardegna

 Ore 10:40 – 11:30

Suolo: ricchezza non rinnovabile

Introduce e Coordina Franco Masala

Dialogano

Chiara Rosnati Docente di Tecniche di Valutazione di Impatto Ambientale Università di Sassari; Tore Corveddu ex Segretario nazionale Cgil Chimici L.A.M.A.S. Fausto Pani Geologo Cagliari SardegnaSoprattutto  Massimo Dadea già assessore agli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione Sardegna  Manuela Pintus Sindaca di Arborea

Ore 11:30 – 12:30

Terra, Ambiente, Paesaggio: beni comuni in prestito da chi verrà dopo

Introduce e Coordina Nicolò Migheli

Dialogano

Angelo Aru Professore emerito Università di Cagliari Michelina Masia,  Docente di Sociologia del diritto Dipartimento di Giurisprudenza Università di Cagliari Tore Sanna  Vice presidente Federparchi Cagliari Giaime Cabras Architetto Cagliari Mauro Gargiulo  Ingegnere Responsabile regionale Energia Italia Nostra

Ore 12:30 – 13:20

Economia sostenibile a cemento  zero

Introduce e Coordina Fausto Pani

Dialogano

Sandro Roggio Architetto Sassari Graziano Bullegas Presidente Italia Nostra Sardegna Antonio Orgiana Sindaco di Orroli Carla Medau Sindaca di Pula

Ore 13:30 15:00  Pausa pranzo

Ore 15:30 – 16:00

Simulazioni operative  Ambiente  Prospettive

Introduce e Coordina   Romano Cannas

Dialogano

Mauro Mura già Procuratore del Tribunale di Cagliari Gian Domenico Pintus Generale Comandante militare della Sardegna Cagliari

Ore 16:00 – 17:00

Pianificazione tra città e campagna. Quali modelli?

Introduce e Coordina Franco Masala

Dialogano

Alan Batzella Architetto Cagliari Laura Cadeddu Geologa Comitato No Megacentrale Guspini Rossella Sanna Architetta  Imprenditrice Oristano Italo Meloni Docente di Pianificazione dei trasporti Università di Cagliari

Ore 17:00 – 17:40

Urbanistica partecipata: futuro delle comunità

Introduce e Coordina Fausto Pani

Dialogano

Diego Loi Sindaco di Santu Lussurgiu Ovidio Loi Sindaco di Ula Tirso  Luigi Mastino Sindaco di Bosa  Sergio Vacca Sindaco di Milis Gianni Rassu già Sindaco di Siligo

Ore 17:40 – 18:20

Il PPR come riconoscimento del valore del territorio e dell’identità della Sardegna

Introduce e Coordina Nicola Migheli

Dialogano

Salvatore Lai già assessore regionale Enti locali, Finanze e Urbanistica Gian Valerio Sanna già assessore regionale Enti locali, Finanze e Urbanistica Maria Antonietta Mongiu Presidente di Lamas già assessore regionale Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

*L’iniziativa è aperta a tutti. L’organizzazione garantisce  ai partecipanti il pranzo per una quota di euro 12. La prenotazione sarà ad  inizio del Seminario

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