La vera urbanistica è una pratica di partecipazione e di democrazia [di Maria Antonietta Mongiu]

CARBONIA_02-12-2017_LOCANDINA

Al quarto Seminario ”Materiali per un’urbanistica sostenibile”, organizzato da L.A.M.A.S. e da SardegnaSoprattutto –  a Carbonia (sabato 2 Dicembre ore !0:00 Torre Littoria, Piazza Roma), col patrocinio della sua amministrazione comunale – è doveroso fare il punto del percorso intrapreso.

Nella tarda primavera,  dopo l’approvazione del decreto sull’urbanistica, in tanti decisero di non più tacere sull’assenza di discussione su un punto fondamentale del programma che ha portato Francesco Pigliaru alla presidenza della Regione: la mancata estensione del PPR, approvato nel 2006 col suo voto, a tutta la Sardegna. Quel PPR, il primo  il Italia dopo il varo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”,  è un documento di sviluppo. Dice, concretamente, che il futuro della Sardegna si fonda sul rispetto, previsto dalla Costituzione, del paesaggio e del suolo. Anzi si fonda su questi due paradigmi.

Quanto si è visto in questi anni evidenzia invece  il sostanziale disinteresse dell’attuale amministrazione verso tutti i temi ambientali e paesaggistici ed il fascino che la cementificazione, specie costiera, ha ripreso ad esercitare su pezzi della classe dirigente sarda, indistintamente a destra e a manca.

Per intraprendere un percorso che illustrasse ai sardi e alle sarde lo stato delle cose e la virata dell’attuale giunta su temi fondanti quali l’energia, l’industria, il consumo di suolo, l’agricoltura ecc. in molti decisero di sottrarsi ad appartenenze in favore di un’indipendenza necessaria per agire su un obiettivo chiaro e trasparente, a prescindere da sigle, partiti, sodalizi, schemi di gioco, interessi personali e dalle conseguenti implicazioni. L’obiettivo sempre dichiarato è estrendere il PPR a tutta la Sardegna e ritirare il disegno di legge sull’urbanistica.

Decisioni pesanti in un contesto dove agire con autonomia di giudizio e nel merito appare un azzardo. L’assenza di lavoro e di opportunità, non solo per i giovani, porta tanti a diventare, loro malgrado, “consenzienti” salvo al momento del voto liberare tutta la contrarietà come è accaduto con il Referendum il cui esito, per i numeri, interpellava non solo il governo centrale ma soprattutto quello regionale. Si fece finta di niente.

Si è trattato di un’assunzione di responsabilità individuale iniziare un percorso di mobilitazione dal basso il cui esito è sotto gli occhi di tutti: un diffuso ed importante  coinvolgimento per affermare che la vera urbanistica è una pratica di inclusione e di confronto che rigetta forme autoritarie e centralistiche. Decisione importante e non scontata, ma tutti siamo chiamati a rispondere – i decisori politici di più – sulle pratiche  che agiamo. Saremo chiamati anche quando non potremo con le chiacchiere, slogan, comunicati stampa coprire la complicità o peggio l’indifferenza verso decisioni che riguardano le nostre vite e soprattutto quelle delle molte generazioni a venire.

Dal primo incontro a Pattada il 28 agosto sono passati tre mesi; nel mentre in tanti si sono espressi nel merito di una politica, quella della giunta Pigliaru. abitata dall’indisponibilità ad assumere il PPR come bussola culturale e giuridica. L’impugnativa della Legge 11 del 3 luglio avrebbe dovuto convincere il Presidente finalmente in quella direzione. Così non è stato. Anzi abbiamo registrato comportamenti poco istituzionali delle nostre rappresentanze consiliari, mai visti nell’alterna storia della nostra autonomia.

Pertanto in nome del diritto che la Costituzione dà a ciascun cittadino e a ciascuna cittadina continuiamo a voler frequentare l’art. 9 della stessa.

La prossima destinazione quasi obbligata è il Sulcis, poiché quel territorio è crocevia materiale e immateriale di interessi, attività e storie antiche e recenti che col suolo, il sottosuolo e il paesaggio hanno stretti rapporti. Le miniere, la loro eredità architettonica e ambientale; l’industria chimica e i suoi lasciti; le multinazionali che si avvicendano nello sfruttare un territorio per poi abbandonarlo alla successiva ondata di cassintegrazioni. Tutto ciò  si declina in un luogo del Mediterraneo unico per bellezza e potenzialità ambientale. Potenzialità sopravvissuta nonostante lo scempio, comune a tutta la Sardegna, compiuto a partire dagli anni ’70.

La formula di  L.A.M.A.S. e SardegnaSoprattutto è tesa al massimo allargamento della discussione: non già una passerella ma una pratica di ricerca- azione attraverso  tavoli di lavoro che vedono avvicendarsi professionisti, studiosi, amministratori locali. Il ruolo di questi, sindaci in testa, è basilare poiché sono loro coloro i quali hanno la responsabilità della qualità della vita delle cittadinanze: far quadrare i conti, e farlo senza disperdere il patrimonio ambientale e paesaggistico sardo, pare essere diventata impresa improba.

Difendere la bellezza  e la terra perchè  diventino anche opportunità di lavoro non è impresa difficile se l’impegno e l’attività dei decisori sono resi patrimonio comune e rafforzati dal contributo dell’intera società che sappia finalmente essere cittadinanza- attiva.

La volontà di quanti partecipano è produrre materiali ed esperienze che in altri “luoghi” politici pare non si elaborano più, col rischio di desertificare il pubblico dibattito e ridurre l’ urbanistica ad una conta di metri cubi. L’economia in questo modo diventa  solo accumulo per pochi e non progresso. Il ritornello “più cemento, più turisti” è infausto per il territorio e per l’economia . L’industria turistica non cresce col cemento  sulle coste per milioni di vacanzieri  che consumano il territorio e non producono  ricchezza o proponendo sagre variamente titolate, spesso all’insegna del “falso autentico”,  ma con modelli  di sostenibilità in cui il paesaggio e la terra siano il baricentro.

Ancora una volta in Sardegna si sta proponendo un modello di  industria turistica abbandonata da buona parte dell’occidente europeo. Non pare registrare un diverso  approccio il comparto che concerne energia e industria. Ci interroghiamo se  carbone e chimica di base possono essere ancora la strada? Possibile che l’hic et nunc, i destini momentanei, debbano ipotecare nuovamente il patrimonio delle nuove generazioni?

PROGRAMMA*

Introduce e Coordina Vito Biolchini

Ore 10:00 – 10:40 Il Sulcis Iglesiente: da “isola d’argento” a “isola dei cassintegrati”

Dialogano

Franco Masala Storico dell’architettura SardegnaSoprattutto Cagliari  Gianpaolo Atzei Storico “Associazione mineraria sarda” Iglesias Enrico Trogu Archivista SardegnaSoprattutto Cagliari Sabrina Sabiu Storica Assessora alla Cultura del Comune di Carbonia

Ore 10:40 – 11:30 Il suolo del Sulcis: Problema o ricchezza?

Dialogano

Michelina Masia  Docente di Sociologia del diritto Dipartimento di Giurisprudenza Università di Cagliari Fausto Pani Geologo SardegnaSoprattutto Cagliari Giuliano Murgia già Assessore all’Industria e già Segretario generale CGIL della Sardegna  Luca Caschili Urbanista Assessore all’Urbanistica del Comune di Carbonia

Ore 11:30 – 12:30 Terra, Ambiente, Paesaggio: Opportunità per il Sulcis Iglesiente

Dialogano

Pietro Tandeddu Coordinatore regionale Copagri Roberto Cossu Ingegnere ambientale Cagliari Don Amilcare Gambella Parroco della Parrocchia San Ponziano Carbonia Walter Secci già Sindaco di Villamassargia Presidente del Consorzio turistico L’Altra Sardegna Paolo Sanjust Architetto Università di Cagliari

Ore 12:30 – 13:20 Ma l’Urbanistica è una scienza o un arbitrio?

Dialogano

Pasquale Mistretta Urbanista già Rettore Università di Cagliari Giovanni Maciocco Urbanista Professore emerito Università di Sassari Maria Antonietta Mongiu Archeologa Presidente L.A.M.A.S. già assessore regionale Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport SardegnaSoprattutto

Ore 13:20 – 15:30  Pausa pranzo

Ore 15:30 –   16:20 Pianificazione come buona prassi dell’inclusione e della sostenibilità                                                                                                    

Dialogano                                                                                                                                                 Nicola Migheli Sociologo SardegnaSoprattutto Cagliari  Francesco Sechi Ingegnere trasportista Cagliari Ginevra Balletto Urbanista Università di Cagliari Giuseppe Biggio già Dirigente della Pianificazione della Regione Autonoma della Sardegna

Ore 16:30 PPR e Legge urbanistica nelle  città storiche e  “di fondazione”

Dialogano

Maria Itria Fancello Sindaca di Dorgali Emilio Gariazzo Sindaco di Iglesias Sean Wheeler Sindaco di Porto Torres Salvatore Puggioni Sindaco di Carloforte Mario Puddu Sindaco di Assemini Ivo Melis Sindaco di Masainas presidente Unione Comuni Sulcis Ignazio Locci  Sindaco di Sant’Antioco Paola Massidda Sindaca di Carbonia

Dibattito e interventi liberi

 

*L’iniziativa è aperta a tutti. L’organizzazione garantisce  ai partecipanti il pranzo per una quota di euro 12,00. La prenotazione sarà effettuata ad inizio del Seminario. I relatori del IV Seminario di studi I relatori e le relatrici ” non saranno i soli ad intervenire; sarà infatti possibile, nel corso del dibattito,

fare domande e osservazioni

 

 

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