Perché siamo favorevoli alle energie rinnovabili e contrari all’impianto termodinamico solare di San Quirico a Oristano [di Graziano Bullegas Italia Nostra e Carmelo Spada Wwf]
Come abbiamo avuto modo di chiarire in questi anni, le nostre Associazioni ritengono che l’impegno primario di tutti, in Sardegna, ma anche in Europa e nel mondo, debba essere concentrato sulla effettiva riduzione di tutte le emissioni nocive a livello globale. Con questo spirito abbiamo presentato Osservazioni critiche al Piano Energetico e Ambientale Regionale Sardo (2015-2030) e su questi temi abbiamo basato la nostra politica ambientalista in Sardegna. Riteniamo quindi che il nostro sostegno debba rivolgersi ad una corretta politica incentivante delle energie rinnovabili (quella, per intenderci, che supporta la produzione diffusa e l’autoconsumo), mentre una forte e determinata azione di contrasto debba essere esercitata nei confronti della proliferazione di impianti industriali per la produzione di energia elettrica, che, oltre al rilevante impatto ambientale, determinano una indiscriminata distruzione di aree a vocazione agricola, conseguendo nello stesso tempo non significativi risultati in termini di riduzione di gas serra, inefficienze produttive e insostenibili costi economici e ambientali per le collettività a beneficio di interessi speculativi. L’impianto di San Quirico, la cui VIA è stata recentemente approvata dalla giunta regionale sarda in palese contrasto con le finalità espresse nel PEARS e con motivazioni contradditorie rispetto a pronunciamenti per analoghi impianti, appartiene a quest’ultima categoria per una serie di motivazioni:
Sono questi solo alcuni dei motivi che ci portano a sostenere le giuste rivendicazioni della comunità che lotta per impedire la realizzazione dell’impianto a San Quirico e a contrastare l’ubicazione nelle aree agricole della Sardegna di questi impianti, peraltro privi di futuro, destinati ad una rapida obsolescenza tecnologica, con irrisolti problemi di smaltimento dei rottami e impossibilità di ripristino dei luoghi. Alla luce di tali considerazioni, appare del tutto incomprensibile la decisione della Giunta Regionale di approvare l‘impianto in sede di VIA, una decisione in aperto contrasto con i contenuti generali e le finalità stesse del Piano Energetico e Ambientale Sardo – che prevede la realizzazione di impianti CSP di piccola taglia – approvato solo qualche mese fa dalla stessa Giunta Regionale. In conclusione le Associazioni Ambientaliste, Italia Nostra e Wwf della Sardegna ribadiscono con rinnovata convinzione tutte le argomentazioni poste a fondamento delle Osservazioni, redatte in opposizione alla realizzazione delle CSP proposte per il Medio Campidano, e che sono state condivise dalla stessa Regione in sede di VIA Statale e fatte proprie dal Governo Gentiloni. Quest’ultimo, con Delibera del 22 dicembre 2017, ha ritenuto inammissibile la realizzazione dell’impianto di Gonnosfanadiga, sulla base dell’incontestabile principio che “la centrale solare termodinamica produrrebbe un elevato impatto sull’assetto paesaggistico e sulle modalità di utilizzo, anche economiche, dell’area che sarebbe in contrasto con le norme previste dal codice dei beni culturali, con la pianificazione territoriale regionale e locale, oltre che con le finalità della Strategia nazionale della biodiversità e con le politiche agricole dell’unione Europea”.
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