Cagliari, mercoledì 31 gennaio ore 16:00, al SEARCH sarà presentato “Cagliari and Valencia during the Baroque Age” [di Franco Masala]
È durato a lungo il pregiudizio che per molti secoli la Sardegna fosse culturalmente isolata quando la mostra Cultura quattro-cinquecentesca in Sardegna (1984) portò all’attenzione di tutti i retabli di origine iberica, conservati nell’allora invisitabile Pinacoteca Nazionale di Cagliari, vero e proprio risultato di scambi e contaminazioni tra uomini, artisti e oggetti. La presenza di un ceto mercantile, desideroso di investire i propri guadagni, e gli ordini religiosi attenti alla committenza di opere importanti furono certamente alla base di una fioritura che diede frutti di grandi interesse. Joan Mates, Rafel Thomàs, Joan Figuera, il Maestro di Castelsardo sono i nomi di altrettanti artisti che con la loro presenza o con l’invio delle proprie opere hanno veicolato una cultura che univa i vari territori della Corona d’Aragona, comprendendovi quindi anche Napoli e la Sicilia. La diffusione di modalità esecutive o di elementi stilistici provenienti da luoghi diversi fece sì che la Sardegna presentasse – talvolta anche in tempi reali – opere di architettura, scultura o pittura aggiornate. Per quanto riguarda il Seicento il discorso viene ripreso ora dal volume Cagliari and Valencia during the Baroque Age, curato da Alessandra Pasolini e Rafaella Pilo, che approndisce il problema mettendo in relazione le due città di cultura iberica con un’interessante apertura verso quegli hombres del Rey impegnati nelle alte cariche dei viceregni e dell’amministrazione pubblica che si fecero anche promotori di imprese artistiche di grande significato. Si mette in evidenza così la fittissima rete di relazioni che lega vicerè, ufficiali del Regno, arcivescovi attraverso trasmigrazioni che comprendono luoghi come il ducato di Milano, il regno di Navarra o il regno di Napoli oltre che, naturalmente, i tradizionali luoghi di riferimento spagnoli come Barcellona e Saragozza. E proprio quest’ultima città è anche al centro degli studi su quel Maestro di Castelsardo che un recente libro di Marco Antonio Scanu, Il Retablo di Tuili, ha rivelato. Una Sardegna dunque attenta a quanto si fa altrove con il concorso di ordini religiosi quali i Gesuiti, i Padri delle Scuole Pie o i Mercedari che contribuiscono ad arricchire l’isola di opere ancora presenti nel proprio territorio. E basti il cenno alla quadreria della sacristia del Santuario cagliaritano di Bonaria con la serie di tele di Domenico Conti per rendersi conto dell’importanza del fenomeno. Di questo e di altro parleranno Tonina Paba, Anna Saiu Deidda e Franco Masala durante la presentazione del libro Cagliari and Valencia during the Baroque Age Mercoledì 31 gennaio ore 16 SEARCH del Palazzo Civico nel Largo Carlo Felice 1, Cagliari |