A proposito di auto elettriche e di colonnine di ricarica: qualche proposta di buon senso per evitare che i denari pubblici vengano buttati dalla finestra [di Alberto Bionducci]

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Si legge sulla stampa sarda che la Regione Sardegna investe parecchi denari per implementare l’adozione di auto elettriche. In pratica nelle principali città sarde verranno attrezzate numerose colonnine di ricarica a disposizione di privati cittadini possessori di auto elettrica. Inoltre verrà aumentato il numero delle rent car e verranno concessi dei contributi a coloro che acquisteranno auto elettriche.

Il tema è lodevole, ma lo svolgimento si presta a parecchie osservazioni. Non voglio tuttavia fare la figura di chi rema contro enumerando le mille ragioni che fanno prevedere che la maggior parte dei denari saranno buttati dalla finestra, in particolare quelli destinati agli usi privati. Posso farlo comunque seppure in sintesi.

Al di là delle battute, trovo azzardato cercare di stare al passo coi tempi  senza compiere le valutazioni necessarie per centrare gli obbiettivi che spesso vengono solo presunti, non dichiarati. Si può anche osservare che la disponibilità di contributi europei, se da un lato permette di accedere a meccanismi di modernità, dall’altro spinge ad affrontare gli argomenti a pioggia, con ampia probabilità che piova fuori dal seminato, con la ovvia conseguenza che si determina un impatto negativo su iniziative che hanno certamente contenuti validi.

Anche io ragiono a pioggia, non dispongo delle risorse che sarebbero necessarie per mettere avanti dei numeri, ma sono certo di poter vincere un contradditorio centrato sulle probabilità di riuscita della proposta che qui avanzo.

Nel dopoguerra chi lavorava in agricoltura o pastorizia raggiungeva il posto di lavoro a piedi o a dorso d’asino. Qualche tempo dopo era più frequente l’uso della bicicletta . Ai giorni nostri si va per lo più in macchina. Chi lavora in campagna è il miglior candidato per l’uso di mezzi di lavoro a trazione elettrica : auto, ape, scooter, bici assistite. E’ facile mettere a disposizione  di chi usa per lavoro un mezzo a trazione elettrica delle piccole stazioni di ricarica ad energia solare. I mezzi di trasporto e lavoro elettrici verranno ricaricati durante le ore di lavoro.

In Sardegna non siamo stati capaci di godere di alcun vantaggio che l’energia solare poteva darci: abbiamo venduto agli speculatori il vento ed il sole  quando avremmo almeno potuto convincere i costruttori di pale eoliche e di pannelli fotovoltaici a produrli da noi, impiantando attività industriali non devastanti. Prestiamo il fianco ad altri speculatori che premono per trasformare terreni agricoli produttivi in campi tecnologici. Intanto paghiamo più di metà dell’onere elettrico per strapagare chi è venuto a sfruttare la nostra natura.

L’ invito è di riconsiderare in parte la materia e incentivare attività manifatturiere della media industria per produrre in Sardegna i mini impianti solari di ricarica e possibilmente i mezzi a trazione elettrica pensati per l’agricoltura. Agevolare chi lavora nei campi, eventualmente distribuendo parte dei contributi previsti per l’agricoltura.

Ci sarà qualcuno d’accordo? Spero che almeno il presidente della Regione, in linea teorica, lo possa essere. Si tratta di una proposta di buon senso e facilmente realizzabile? O è troppo realizzabile e quindi impossibile?

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