A proposito dell’articolo di Mauro Gargiulo: una riflessione su come disfarsi delle scorie nucleari [di Alberto Bionducci]

scorie-radioattive

Mi sono chiesto cosa potrà aver spinto il nostro Arcivescovo ad abbracciare la causa del no a tutti i costi riguardo a questo delicato tema. Ho escluso che abbia a disposizione degli studi scientifici che dimostrano la non fattibilità di ricoverare le scorie nella nostra regione. Ho escluso che abbia preso posizione per compiacere i più e quindi guadagnare gradimento , cosa questa di cui non ha alcun bisogno e che invece assegno all’intera schiera dei politici.

Escludo che egli pensi che uno dei dettami della chiesa proibisca di produrre scorie nucleari, dato che sono sicuro che in vita sua avrà fatto almeno una radiografia senza sentirsi un peccatore. Devo concludere che egli condivida, da uomo, gli stessi sentimenti di quasi tutti coloro che spingono il movimento del no a tutti i costi.

Credo di interpretare questi sentimenti, che riassumo in pochi tratti: dato che tutto ciò che è pubblico è fatto nel peggiore dei modi, essendo inoltre soggetto a grassazioni e ruberie di tutti i tipi, anche questa attività verrà fatta nello stesso modo. Per giunta non siamo capaci di controllare i risultati delle realizzazioni, per cui le accettiamo così come ce le danno.

Passi quindi che per una strada fatta male, un fiume non curato o un viadotto crollato ci scappi qualche morto: non si può fare comitati per tutto, l’opinione pubblica accetta queste morti come fatti ineluttabili e li subisce con rassegnazione. Ma in questo caso le conseguenze sarebbero ben peggiori, una strage!!!

In definitiva la presa di posizione dell’ Arcivescovo appare la sua personale bocciatura di tutti coloro che ci governano e che determinano lo stato di cose attuali. Ora chiedo a tutti: dove va a finire una società che non ha fiducia in niente e nessuno? La risposta è ovvia: questa società è destinata a regredire, e la nostra condizione di arretratezza ne è la più lampante dimostrazione. Perché non fare invece uno sforzo a tutto campo che parta dal verificare come stanno veramente le cose?

–  Queste scorie sono rifiuti prodotte dagli italiani, e gli italiani hanno quindi il dovere di disfarsene: se tutte le regioni, Arcivescovi compresi, aderissero al comitato del no, che a questo punto diverrebbe di caratura nazionale, e se questo comitato l’avesse vinta, non resterebbe che pagare profumatamente chi le cose le sanno fare ( francesi, svizzeri, tedeschi etc.), aggiungendo un’ altra dose di ignavia alla vetrina internazionale.

Peraltro in queste cose gli italiani sono dei campioni: dalla Campania mandiamo la spazzatura in giro per l’Europa, di inceneritori non se ne può parlare, le nostre spazzature sono in bella vista dovunque si vada, fatta esclusione di poche isole felici.

– Mi sembra accertato il fatto che nel resto del mondo l’attività di smaltimento delle scorie nucleari venga eseguito senza fare strag: come faranno?

Possibile che non si trovi il modo di fare una sana ed attendibile informazione da fonti condivise in modo da creare consapevolezza e fiducia? Anche a me, che sono non contrario per principio, ma neanche favorevole per ignoranza, farebbe grande piacere conoscere la verità e sapere che una volta tanto verrà presa la decisione giusta. Inutile sottolineare che per dovere di istituto il governo regionale dovrebbe fare tutto ciò in accordo con le comunità: ma è meno rischioso far decidere ad altri senza partecipare o rendere tutto più problematico agitando il no.

Sono convinto che la comunità che si farà carico di risolvere questo problema potrà mettersi in condizione di godere di non trascurabili vantaggi, sia sul piano tecnologico e scientifico che su quello della occupazione. La sicurezza dell’attività non può che essere questione di tecnologia e di denaro.

– Mi metto nei panni di chi deve decidere: se tutti dicono di no, fra tutte le soluzioni possibili sceglierei quella più facile da realizzare. Così farebbe un buon padre di famiglia, così dovrebbe fare un buon governante.

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