Madrid. Che ne facciamo? [di Franco Meloni]
Madrid è regale. Viali larghissimi uniscono piazze solari. Il tessuto architettonico è adornato da una costante eleganza che si rivela anche nei piccoli, accurati dettagli delle facciate. I colori delle case non sono mai violenti e con delicate tonalità di bianco, giallo e ocra si mischiano per rendere lo scenario riposante e accattivante. Non sembra disegnata da geometri e l’uso della riga è smussato da addobbi floreali. Ci si aspetterebbe una magnifica Carmen che, aggiustandosi la mantiglia incide con lo sguardo i cuori colpiti. E la carrozza sarebbe trainata da quattro cavalli bianchi. I problemi Catalani e Baschi sembrano non toccare la serenità del vivere. e la tristezza consapevole di Don Chisciotte appartiene a passati lontani.I musei sono perfetti sia nell’architettura che nei contenuti. Il Reina Sofia è tanto bello da sembrare imbarazzante. La sindrome di Stendhal è pericolosamente vicina. Too much Art affects your vision quando si è immersi nell’enorme caleidoscopio di Kentridge e si osserva il cielo natale di Pessoa. E poi si ha il colpo di grazia davanti a Guernica. Si ripropone l’effetto Gioconda. Tutti pensiamo di conoscere l’immagine di morte creata da Picasso, ma vedere a tre metri la parete che mostra E Guernica ricorda le bombe sganciate da aerei della nostra regia aviazione. E siccome nessun uomo è un’isola, il senso di colpa viene di poco alleggerito dalla partecipazione di tante persone di buona volontà nelle Brigate Internazionali. Ma questa storia crea ancora imbarazzo. I contrasti continuano quando l’animale sinonimo di potenza si associa, nella Tauromachia alla colomba con il ramo di olivo. Il bene e il male che La cartina di Madrid segna il percorso di un fiume – la Città non si fa mancare nulla – che incide il paesaggio e che ha un nome, Manzanarre, che ricorda come a memoria imparavamo i confini di un sogno imperiale. Fu vera gloria? Io preferisco ricordare del Piccolo Corso l’istituzione della Scuola Normale Superiore. Ma è per le incisioni che siamo a Madrid. La Casa Falconieri costituisce un solido ponte tra l’isola di Cerdena e il mondo internazionale dell’incisione che fa capo alla Feria de Arte Contemporaneo, Madrid 18, che si svolge a Febbraio di ogni anno. Venti artisti sardi si confrontano presentando le proprie opere e facendo parte di una sessione continua di incisioni realizzate grazie ad un torchio e ai materiali necessari, moltissimi e imprevedibili. Bambini un po’ intimiditi dall’ambiente inchiostrano matrici a fianco di affermati artisti. La potenza comunicativa di un’immagine riprodotta tante volte in modo da saziare la naturale curiosità ha permesso a Durer di inventare un rinoceronte in base alle descrizioni, e non ha sbagliato di molto. Ma il momento magico è legato alla presentazione del progetto che Casa Falconieri sta realizzando: contatti frequenti e scambi tra artisti per fare in modo che l’Arte sia facilitatrice della cultura di Pace. Sul grande schermo dell’Auditorio della Reina Sofia le immagini degli incisori sardi, e non faccio classifiche di merito, mi hanno commosso, come Sardo, e mi hanno reso un po’ più fiducioso per l’immediato futuro. E di fiducia |
Sempre gradevolissimi, oltre che utili, i “reportage” del Prof. Meloni