Osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Parco eolico “Gomoretta” (Comuni di Bitti, Orune,Buddusò (I) [di Graziano Bullegas e Mauro Gargiulo]
Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per le Valutazioni e Autorizzazioni ambientali, Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it- All’Assessorato della Difesa dell’Ambiente Direzione generale della difesa dell’ambiente Servizio valutazioni ambientali difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it amb.sva@regione.sardegna.it Ai Sindaci dei Comuni di Bitti, Orune e Buddusò protocollo@pec.comune.bitti.nu.it protocollo@pec.comune.orune.nu.it protocollo@pec.comune.budduso.ot.it Presentazione di osservazioni relative alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) – art.24 co.3 e art. 29 D.Lgs.152/2006 e s.m.i. relativa all’installazione di un parco eolico denominato “Gomoretta” nei Comuni di Bitti, Orune e Buddusò (province di Nuoro e Sassari) compreso tra quelli elencati nell’allegato II alla Parte II del Dlgs. 152/06 e s.m.i. al comma 2 – Impianti eolici per la produzione di energia elettrica sulla terraferma con potenza superiore a 30 MW”.- proposto dalla società Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S.p.A. con sede legale in Via Ostiense, 131/L. Corpo C1, Roma (c.a.p. 00154). Intervento nel procedimento ex artt. 9 e ss. della legge n. 241/1990 e s.m.i. I sottoscritti Graziano Bullegas e Mauro Gargiulo, rispettivamente presidente e delegato per le tematiche energetiche del Consiglio Regionale Sardo dell’Associazione Italia Nostra onlus – Associazione nazionale per la Tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione, individuata con Decreto del Ministero dell’Ambiente 20 febbraio 1987 quale associazione nazionale di protezione ambientale ai sensi dell’art. 13 della legge n° 349/86, e soggetto portatore di interessi pubblici, diffusi e collettivi, riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica 22 agosto 1958, Nr. 111, presentano il seguente ATTO DI OSSERVAZIONI ai sensi dell’art.24 e 29 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. Con istanza pubblicata il 25.01.2018 sul sito del Ministero dell’’Ambiente è stato avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A. – Cod.Proced.3898) relativo al progetto denominato “Parco eolico Gomoretta“, presentato dalla soc.Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S,p,a, (di seguito Società o Siemens Gomesa), avente sede legale in Roma via Ostiense 131/L, iscritta nel registro delle imprese di Roma , capitale sociale €.570,000,00. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica costituito da 13 aerogeneratori, caratterizzati dalla potenza di targa di 3,465 MW cadauno, per una potenza nominale d’impianto di 45,045MW. Il progetto rientra tra quelli elencati nell’allegato II alla Parte II del Dlgs. 152/06 e s.m.i. al comma 2 – “Impianti eolici per la produzione di energia elettrica sulla terraferma con potenza superiore a 30 MW” e pertanto è sottoposto a procedura di VIA statale. Gli aerogeneratori saranno ubicati nel territorio dei comuni di Bitti ed Orune (NU); l’energia elettrica sarà convogliata mediante un cavidotto interrato con tensione di esercizio pari a 30KV fino alla Sottostazione elettrica di trasformazione utente ubicata in agro di Buddusò (SS) e sarà connessa in antenna a 150kV con una nuova stazione elettrica di smistamento della RTN a 150kV da inserire in entra-esce sulla linea RTN a 150KV “Ozieri-Siniscola 2), denominata “Buddusò SE”, previa realizzazione di un nuovo elettrodotto di collegamento della RTN a 150kV tra la SE di S.Teresa e la nuova SE di Buddusò, di cui al piano di sviluppo di Terna. Le opere da realizzare per il funzionamento del “Parco eolico Gomoretta” sono le seguenti:
L’istruttoria risulta avviata presso il Ministero dell’Ambiente – Procedimento di VIA in data 25.01.2018; ai sensi dell’art.9 del D.M 150/07; il progetto deve essere sottoposto al parere preliminare della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA E VAS, nell’ambito del procedimento di VIA Statale Conseguentemente, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 24 e 29 e ss.del Decreto Legislativo n.152/2006 e s.m.i. e agli artt. 9 e ss. della Legge n. 241/1990 e successive modifiche ed integrazioni, si inoltrano in merito le seguenti OSSERVAZIONI
Si premette che il progetto e in particolare la “Relazione tecnico descrittiva generale” (EP_CIV_R001) e la Relazione “Identificazione e analisi degli impatti ambientali” (SIA_AA_R001_4) risultano insufficienti ai fini di una corretta individuazione e valutazione dei possibili impatti ambientali derivanti dalla realizzazione del Parco eolico. Si danno di seguito alcuni cenni in relazione a tali carenze progettuali. Nella Relazione tecnica descrittiva e nella stessa comunicazione di avvio del procedimento si fa riferimento alla “realizzazione delle piazzole temporanee e definitive per l’accesso e la manutenzione degli aerogeneratori”. Tali piazzole, individuate nel numero di 13, dovrebbero occupare un’area di mq. 713.253 oltre quella occupata dal basamento delle torri per una superficie di mq.13.762. Nel progetto non risulta indicata né l’ubicazione di tali piazzole, né le opere che dovrebbero essere eseguite per la loro realizzazione. Nel computo metrico non sono espressamente quantificate e non si comprende che cosa si debba intendere per opere temporanee e quali impatti possano conseguire dalla loro esecuzione alle matrici ambientali. Trattandosi di aree di estensione rilevante, interessate sia dalle attività di cantiere nella fase di realizzazione del Parco eolico, sia in quelle di manutenzione nella fase di esercizio, si deve necessariamente presumere che debbano essere oggetto di un rilevante passaggio di mezzi d’opera e di trasporto di carico rilevante. Se ne deve inferire che una notevole estensione di suolo agricolo sarà interessato da opere estese di spianamento e di scoticamento anche per uno spessore considerevole, con una conseguente radicale pulizia degli strati superficiali. Si deve altresì presumere che in gran parte di tale area sarà realizzato un fondo con materiale scapolo, un riporto con materiale di pezzatura inferiore o ghiaietto, e in parte pavimentata un conglomerato al fine di agibile ai mezzi pesanti. Di conseguenza tutto lo strato organico e vegetale, il cui spessore in un contesto geologico prevalentemente petroso è dell’ordine di una decina di centimetri, ne risulterà totalmente sconvolto e rimosso, depauperando e rendendo sterile il suolo reso sterile fino alla roccia madre. Vi è da sottolineare che sia la temporaneità, che la permanenza di tali piazzole (peraltro indefinita sotto l’aspetto progettuale sia per estensione temporale che superficiale) nel contesto globale in esame ha una rilevante valenza di carattere socioeconomico. Come evidenziato nella stessa Relazione descrittiva il Parco eolico ed in particolare il Settore 1 va ad occupare una parte di un pianoro di limitata estensione attualmente adibito ad erbai e pascolo del bestiame. La sottrazione di una superficie così rilevante in rapporto all’estensione dell’intera area pascolativa comprometterebbe in modo definitivo le attività di allevamento tradizionalmente svolte. Si evidenzia che sul pianoro in questione svolgono la loro attività primaria oltre dieci aziende agricole che dalle coltivazione dei magri pascoli ed erbai traggono il sostentamento appena sufficiente per un numero di capi pascolanti che superano le settemila unità, atteso che allo stessa fonte di alimentazione attingono greggi provenienti da Orune. Perché ci si possa formare un’idea dell’entità delle opere direttamente connesse ai soli generatori del Parco eolico si aggregano nella tabella che segue i dati numerici desumibili dal computo metrico ad essi pertinenti:
Si deve evidenziare che nel computo non viene riportata la voce relativa al conglomerato cementizio armato delle fondazioni; pertanto il volume di cls per la realizzazione di tale categoria di lavoro riportato in tabella lo si può desumere dalla tipologia di fondazione riportata nella tavola di progetto e da quanto dichiarato in relazione. A tali interventi che riguardano soprattutto l’installazione degli aerogeneratori si devono aggiungere tutte le opere relative alle infrastrutture, anch’esse non individuate topograficamente, né in una tavola planimetrica di progetto. L’individuazione cartografica di tale opere risulta essere fondamentale anche ai fini dell’analisi che gli impatti paesistici conseguenti al percorso dei cavidotti e delle strade di accesso nei confronti dell’elevato numero di preesistenze archeologiche disseminate sul territorio. Attualmente alle aree in cui dovrebbero sorgere i due settori si accede fino ad una distanza superiore ai 5 km dal sito con strade asfaltate della larghezza di 5 mt. Dopo si dispiegano strade di penetrazione agrarie in terra battuta di larghezza inferiore a 2 metri tra due fila ininterrotte di muretti a secco. Nell’ultimo tratto del percorso è assente ogni tipo di viabilità. I due settori più direttamente interessati dall’installazione delle torri non sono raggiungibili con strade di penetrazione agraria e sono destinati ad attività agropastorali. Come si evince dalla Relazione tecnica, al fine di consentire a mezzi di trasporto di notevoli dimensioni l’accesso ai settori di destinazione si dovrà procedere al raddoppiamento delle sedi delle carreggiate esistenti fino a portale ad una larghezza di circa 6 mt, oltre ai canali di scolo e raccolta delle acque meteoriche. Nella parte in cui non è già presente una viabilità strutturata, le sedi stradali dovranno essere realizzate ex novo, operando sia con opere di sbancamento che eseguendo rilevati per garantire pendenze inferiori al 10%, realizzare massicciate, sottofondi e pavimentare con conglomerato bituminoso, al fine di consentire il transito di autoarticolati pesanti lunghi 65 mt e con carico ad assale di oltre 32 tn. Per consentire l’allargamento o la realizzazione delle nuove sedi stradali attualmente di larghezza massima di mt.3, dovranno essere espropriate le fasce di terreno confinanti il percorso stradale ed abbattuti e ricostruiti ex novo i muretti di recinzioni in pietra lungo l’intero percorso. In proposito si evidenzia che tali muretti, il cui impianto risale alla metà dell’800, sono tutti soggetti a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.48 del PPR della Sardegna e sono considerati beni identitari. Caratteristici muretti a secco della campagna sarda Si riportano di seguito in tabella le quantità delle categorie di lavoro desumibili dal computo metrico:
Vi è da precisare che nonostante il computo metrico definisca le opere “a misura”, nei fatti le quantità sono riportate a corpo e non è possibile eseguire una verifica sull’attendibilità delle cifre indicate. Sono assenti intere categorie di lavoro come appunto gli interventi per lo spostamento dei muretti, non sono quantificate le aree da espropriare, né le caratteristiche tecniche che le strade dovranno assumere per consentire un traffico di tale rilevanza per ampiezza di carreggiata e portata di carico. Dai dati nelle due tabelle appare del tutto evidente che gli impatti sulla componente ambientale suolo per effetto degli sbancamenti, degli scavi, degli scoticamenti, degli spianamenti non sono irrilevanti come indicato nelle matrici riportate nel Rapporto ambientale, bensì risultano di elevata entità. L’impermeabilizzazione parziale e/o totale conseguente alle opere eseguite sottrarrà in modo irreversibile cospicue superficie dell’ordine di centinaia di ettari al pascolo e alle coltivazioni ad erbai. Vi è ancora da evidenziare che risulterà tecnicamente impossibile, al cessare delle attività di esercizio del Parco eolico, procedere alla rimozione dell’ingente massa di conglomerato bituminoso e calcestruzzo cementizio messo in opera, come la stessa Società prevede nella Relazione di ripristino ambientale. Qualora si volesse tentare una simile operazione di ripristino appaiono dubbie le modalità di esecuzione e la individuazione della discarica di conferimento. E’ evidente il motivo che di fronte a tali difficoltà tecniche e agli oneri che ne conseguirebbero la Società abbia scelto di lasciare in situ l’enorme massa di conglomerato una volta rimossi gli aerogeneratori e tutte le opere di viabilità, deturpando in modo irreversibile ambiente e paesaggio per una superficie di circa trecento ettari. Un’estensione rilevantissima se confrontata con l’esiguità degli spazi fruibili per le attività agricole in un territorio montano, caratterizzato da una matrice rocciosa e con una morfologia non planare. Si aggiunga che la realizzazione di strade così ampie e con tali caratteristiche tecniche non trova alcuna motivazione tecnica, né giustificazione economica in relazione al traffico veicolare ordinario, mentre da tale inutile realizzazione conseguiranno unicamente oneri di manutenzione tutti a carico del Comune. L’impatto ambientale e paesaggistico che ne conseguirebbe appare dunque non giustificato oltre che non sostenibile. Va inoltre osservato che in nessun elaborato viene eseguita una quantificazione degli alberi e della vegetazione che dovrà essere rimossa in conseguenza delle opere di spianamento. Se si osservano alcune immagini inerenti la viabilità di progetto (Relazione tecnica e Trasporto turbine), si può intuire che per consentire il solo trasporto dovrà essere rimosso un numero ingente di alberature lungo il bordo della strada. Si deve dunque presumere che i tagli di sughere e lecci secolari lungo il tracciato di percorrenza e negli stessi pianori destinati ad ospitare i due settori del Parco eolico non saranno di numero esiguo e che il dato numerico, assolutamente d’obbligo in considerazione della natura arborea, sia stato volontariamente omesso nell’analisi ambientale. La rimozione del patrimonio boschivo ha un riflesso negativo sulla componenti ambientali flora e fauna, oltre che risultare potenzialmente negativa per il rischio idrogeologico a cui risulta particolarmente esposta una porzione del settore 2. Per concludere appare davvero singolare che nella valutazione del rischio ambientale il succitato elaborato riporti nella matrice inerente per la fase di esercizio dell’impianto valori nulli per le componenti suolo, copertura vegetale e altri elementi ecosistemici, limitandosi ad una valutazione di rischio critico (8,8) per l’avifauna, nella evidente impossibilità di negare ovvi impatti contro i rotori in movimento da parte dei volatili durante il funzionamento del generatore (pag.31) (continua). *Presidente Italia Nostra Sardegna **Referente Energia Italia Nostra Sardegna |