Osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Parco eolico “Gomoretta” ( Comuni di Bitti, Orune,Buddusò) (V) [di Graziano Bullegas e Mauro Gargiulo]
Si OSSERVA che
Si premette che:
Art. 28 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Definizione
Art. 29 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Prescrizioni
Art. 30 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Indirizzi
armonizzazione e recupero, volti a: – migliorare le produzioni e i servizi ambientali dell’attività agricola; – riqualificare i paesaggi agrari; – ridurre le emissioni dannose e la dipendenza energetica; – mitigare o rimuovere i fattori di criticità e di degrado.
La realizzazione di un Parco eolico in area agricola appare in evidente contrasto anche con le disposizioni (artt. 1 e 15) e con la Disciplina Transitoria di cui all’art 69 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna approvato con delibera della Giunta Regionale n° 45/2 del 25.10.2013. Il Piano “riconosce infatti meritevole di tutela il paesaggio rurale e persegue il primario obiettivo di salvaguardarlo, di preservarne l’identità e le peculiarità”, garantisce inoltre “l’introduzione di norme volte al conseguimento di tali finalità, con l’obiettivo di coniugare l’utilizzo razionale del territorio agricolo con la salvaguardia e la tutela dei paesaggi agrari”. “Il Piano Paesaggistico Regionale si propone come strumento finalizzato anche ad orientare le trasformazioni verso forme compatibili con il principio del minimo consumo di suolo e il rispetto della vocazione dei suoli. Il PPR nella sua revisione e aggiornamento, pone particolare attenzione al bene paesaggistico fascia costiera, all’interno della quale le azioni di trasformazione vengono disciplinate contemperando il fatto che costituisce sia una risorsa da salvaguardare sia una risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale. Inoltre, il PPR tutela il paesaggio rurale perseguendo il primario obiettivo di salvaguardarlo, di preservarne l’identità e le peculiarità ….” Si OSSERVA che
Si premette che: La programmazione energetica in Sardegna risulta essere costituita dai seguenti Atti:
Da tale elenco risulta evidente la carenza di pianificazione in materia energetica della RAS e il conseguente caotico proliferare di richieste di autorizzazioni per impianti FER, motivate dal miraggio economico delle larghe disponibilità finanziarie garantite dagli incentivi e non indirizzate a soddisfare un reale bisogno energetico isolano. Pur nell’ambito di una discutibile assenza di Governance è possibile evidenziare l’incoerenza del progetto con gli strumenti di programmazione ancora in itinere. In particolare:
La Regione, in armonia con il contesto dell’Europa e dell’Italia, ritiene di particolare importanza la tutela ambientale, territoriale e paesaggistica della Sardegna, pertanto gli interventi e le azioni del Sistema Energetico Regionale devono essere concepite in modo da minimizzare l’alterazione ambientale. In coerenza con questa impostazione tutti gli impianti di conversione di energia, inclusi gli impianti di captazione di energia eolica, fotovoltaica e solare aventi estensione considerevole per la produzione di potenza elettrica a scala industriale, dovrebbero essere localizzati in siti compromessi preferibilmente in aree industriali esistenti e comunque in coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR).
I dati Terna al dicembre 2016 evidenziano la seguente produzione energetica: Produzione lorda: GWh 12.247 Produzione FER: GWh 3.072 Consumi: Gwh 8.643 Esubero Energetico: GWh 2.816 (+ 32,6%) Incidenza FER sui consumi: 35,56% A fronte di un sistema di trasmissione locale con una rete non adeguatamente magliata ed ampiamente insufficiente per quanto concerne i cavi di collegamento con il continente (vedasi Delibera 39.20 del 26.9.13), la Sardegna produce un esubero energetico del 32,6% destinato ad aumentare costantemente, sia per il continuo e indiscriminato proliferare di nuovi impianti, sia per la continua contrazione dei consumi conseguenza della crisi industriale. Dati TERNA – produzione energia Sardegna I tre Obiettivi imposti all’Italia dalla UE con il pacchetto per il clima e l’energia 2020, poi a cascata alla Sardegna tramite il burden sharing, sono stati raggiuti con largo anticipo ed ampiamente superati. Ma c’è di più. Considerata l’attuale incidenza di quasi il 36% di energia elettrica da FER sui consumi effettivi e gli indirizzi del PEARS in materia di contenimento energetico e produzione diffusa consentirebbero di conseguire in breve termine l’obiettivo della parity green. La Giunta Regionale con Delibera n. 5/1 del 28/01/2016 ha adottato infatti il nuovo Piano Energetico ed Ambientale della Regione Sardegna 2015-2030 che tra gli altri obiettivi promuove l’autoconsumo istantaneo fissando nella percentuale del 50% il limite inferiore di autoconsumo istantaneo nel distretto per la pianificazione di nuove infrastrutture di generazione di energia elettrica. Viene esclusa la possibilità di realizzare impianti di grandi dimensioni proprio per favorire la produzione diffusa. In sintesi si intende porre fine in tal modo alla speculazione energetica sul suolo sardo da parte delle multinazionali ed incentivare l’autoconsumo. Va rilevato che la fonte eolica non è programmabile e quindi l’energia elettrica finisce per essere messa in rete in contemporanea con quella prodotta da quasi tutti gli altri impianti alimentati da FER (ad esclusione del solo idroelettrico). Ne consegue che la rete elettrica risulta sovraccaricata e per stabilizzarla per lunghi periodi di tempo gli impianti eolici finiscono per girare “a vuoto”. La conseguenza è una produzione di energia elettrica che non viene utilizzata ma per la quale vengono comunque corrisposti gli incentivi con conseguente danno erariale. A tale considerazione si aggiunga il fatto che ad esclusione di GSE, che tiene una contabilità degli impianti di produzione di energia da FER unicamente per gli aspetti economici, non esiste una mappa aggiornata di tutti gli impianti autorizzati con le relative localizzazioni, le caratteristiche tecniche e produttive. Una tale babele oltre a determinare pesanti impatti paesaggistici, consumo di suolo, danni ambientali, non consente una corretta programmazione sia in termini di utilizzo dell’energia che in termini di necessità produttive. Va inoltre rilevato che nessun miglioramento si è avuto in termini di riduzione di CO2 e di gas climalteranti o inquinanti, perché le Centrali termoelettriche continuano a produrre energia elettrica in esubero pur essendo tutte fuori norma. (continua). |