Memorandum 26. Lettera da una elettrice pentita al Presidente della Regione Pigliaru su casette mobili, turismo e il gioco delle tre carte [di Alessandra Solinas]

escavatore

www. sardegnasoprattutto.com 16 settembre 2017. Gentile Presidente Pigliaru le scrivo in questa ospitale  Rivista da Sassari, sua terra d’origine, circa una vicenda che vedo ripresa solo da La Nuova Sardegna e che riguarda, tra le altre cose, la deprimente attuale classe dirigente sassarese e che racconta anche del fatale fraintendimento sulla stessa.

Come ben sa la nostra provincia è attualmente molto rappresentata nelle istituzioni regionali e nondimeno pare affetta da un’assoluta inconsapevolezza o forse da una eccessiva e ben indirizzata tendenza verso furberie ed il gioco delle tre carte. A qualcuno verrebbe da dire che non appartenevano alla classe dirigente del passato. O forse non è così. Se indaghiamo più a fondo forse scopriremo che anche la classe dirigente sassarese del passato era interessata solo a se stessa e ai suoi destini e che  non era per niente come si racconta e viene raccontata.

Ma allora non c’erano i social ma solo i giornali controllati compattamente dai Rovelli di turno che creavano e disfacevano i decisori  che pur di chiese diverse si guardavano bene da andargli contro. Molti giovani storici iniziano a pensare che una storia diversa può essere raccontata ma che non lo può fare chi ne fu attore.

Questa piccola premessa per dirle, caro Presidente Pigliaru, che la storia spesso si ripresenta  in forme anche peggiori perché non avendo fatto i conti col passato può accadere a voi decisori politici al governo di fare persino cose più terribili.

Le mi perdonerà che una giovane ingegnera si rivolga in questo modo ad Presidente della Regione ma io l’ho votato orgogliosa che noi “sassaresi” finalmente avevano preso la nostra piccola soddisfazione portando al massimo potere la persona giusta persino col cognome giusto, come ebbe a scrivere Manlio Brigaglia.

Gentile Presidente ho letto l’altro giorno su La Nuova  Sardegna ( che per rinfrescarle la memoria allego di seguito) che sarebbe intervenuto per imporre una modifica alle controverse previsioni della fantastica Legge sul Turismo: vanto del  consigliere regionale, pure lui sassarese, Luigi Lotto, già assessore a Sassari, che si picca di essere in “quota” Soru, padre del PPR, e quindi soriano ma forse non di ferro, dicono.

L’ordine suo, gentile Presidente,  prendere o lasciare,  riportare il  carico ammissibile  delle “casette mobili” nei  campeggi al 25% e non al 35% come previsto dal sopracitato Lotto, soriano appunto non di ferro. Cioè ripristinare la massima promiscuità prevista dalla legge n. 22 del 1984,  prudente per quegli anni più del soriano Lotto contrario a fare qualsivoglia passo indietro. Per quanto Soru e l’assessora al Turismo, anch’essa in quota dell’ex Presidente della Regione,  in  sostanziale disaccordo su questo aumento inopinato di “casette mobili”.

I difensori di questo articolo hanno invece dichiarato che in realtà  “trattasi”  di una riduzione della previsione, cioè un successo. Ma quale aumento? Le “casette mobili” ammesse dal 40% al 35%,  hanno dichiarato. E nessuno però capiva le ragioni di queste esultanza e da dove fosse spuntato questo 40 %.

Gentile Presidente chi le scrive insieme ad altri “cervelli in fuga” che hanno avuto l’idea di rientrare pro tempore per vedere se potevano andare oltre la gratuità o quasi in qualche studio disponibile, hanno iniziato a cercare. E cerca che ti cerca eccola la spiegazione, degna del migliore azzecagarbugli.

Si trova dove c’è di tutto,  nella cosiddetta leggina omnibus quella impugnata  dal Governo, un pozzo senza fondo di norme  affastellate  di cui non si capisce nulla per quella modalità di scrittura intermittente,  per rimandi;  “di cui all’articolo, di cui…al comma, di cui al punto,,,,di cui”.

Nell’art. 35 della LR n. l1/ 2017 era nascosto il mistero, quella approvata  25 giorni  prima della Legge sul turismo 25 giorni dopo. Quella crescita come nel gioco delle tre carte! Ovvero alzo i prezzi  un mese prima dei saldi, così al  consumatore gli sembra di avere fatto un affarone. I nostri legislatori, guidati da soriani contro Soru, hanno prima alzato il livello della capacità ricettiva e poi lo hanno abbassato.

Così l’articolo in questione ha avuto 25 giorni di vita. Ma tutti hanno fatto finta di non capire. Resta da capire se non meriti una riflessione il suo “intervento” come Presidente della Giunta sull’iniziativa del Consiglio. Una notiziona eppure minimizzata.

Ciò detto gentile Presidente, sono profondamente delusa e pentita di averle dato la mia fiducia perché non è stata riposta nelle mani giuste. Io mi trovo a sostenere il governo centrale che la richiama ad osservare la Costituzione e  lo Statuto, mille volte traditi in terra di Sardegna in nome di un autonomismo di facciata e che è servito come una retorica priva di sostanza a coprire l’alienazione dell’isola a chi l’ha deturpata ed avvelenata senza creare un posto di lavoro che durasse un turno elettorale.

Con infinito dispiacere una sua elettrice pentita.

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LA NUOVA SARDEGNA 14 settembre 2017

Aumento delle casette mobili nei campeggi: sarà la legge urbanistica a decidere. Hotel, via la norma anti migranti

Alla fine il centrosinistra c’è riuscito: con 27 voti a favore e 12 contro ha cassato l’articolo antimigranti dalla legge sul turismo. Dopo gli ultimi due scivoloni, il voto segreto prima e la mancanza del numero legale ieri, al terzo tentativo la maggioranza – è stato il commentato di Pietro Cocco, capogruppo del Pd – «ha cancellato quella regola assurda che metteva in dubbio la solidarietà della Sardegna verso i profughi». Proposta a suo tempo da Antonello Peru di Forza Italia, la regola era questa: «Non potranno chiedere finanziamenti per gli alberghi le società e gli imprenditori che, con i loro hotel, entreranno nel circuito dell’accoglienza ai migranti». Fino all’ultimo il centrodestra ha cercato di fermare la leggina di correzione. Oltre a Peru, anche Marco Tedde e Giuseppe Fasolino di Forza Italia e Luigi Crisponi e Michele Cossa dei Riformatori hanno detto uno dopo l’altro e in estrema sintesi: «Per salvare la faccia, commettete un clamoroso errore nel mettere sullo stesso piano chi lavora per il turismo e quanti invece scelgono d’incassare i soldi sicuri del ministero dell’Interno». La replica è arrivata da Luigi Lotto del Pd, presidente della commissione attività produttive: «Dispiace di aver impiegato fin troppo tempo a discutere un argomento estraneo alla legge. Ragioneremo in seguito di accoglienza e soprattutto integrazione per ospitare i migranti in maniera umana, ma resta il rammarico per un emendamento che ha trascinato la legge su un altro terreno fino a rendere necessaria l’abrogazione di quell’articolo intruso».Altri ritocchi. Alla fine la leggina di correzione è servita alla maggioranza per mettere a posto anche altri due punti. Il primo: la polemica sull’aumento delle casette mobili nei campeggi sarà affrontata nella legge urbanistica. L’impegno di riportare la quota massima al 25 per cento e non più al 35 per cento della capienza è stato preso dal presidente della Regione Francesco Pigliaru. A quel punto Emilio Usula dei Rossomori ha ritirato l’emendamento che riallineava la quota delle casette mobili alla precedente legge. Il secondo ritocco è stato questo: l’anno prossimo, sempre con i fondi del turismo, sarà finanziata una campagna di sensibilizzazione per bandire i furti di sabbia dalle spiagge.

Leggina della Regione  n. 11/ 2017

Art.35
Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 22 del 1984
(Casi consentiti di promiscuità)
1. Al comma 4 dell’articolo 6 della legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive) le parole “nel limite di una capacità ricettiva non superiore al 25 per cento di quella complessiva dell’esercizio” sono sostituite dalle seguenti: “nel limite di una capacità ricettiva non superiore al 40 per cento di quella complessiva dell’esercizio”.

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