Pecorino romano: l’export in aumento [di Salvatore Palitta]
Venerdì 20 e sabato 21settembre al Forte Village di Santa Margherita di Pula i produttori hanno incontrato i buyer in arrivo da tutta Europa per un workshop internazionale, organizzato dal Consorzio di tutela del pecorino romano, sul formaggio dop. Sono stati esposti i positivi dati sulle esportazioni specie nei mercati esteri perché il 2013 ha visto in crescita fatturato, prezzo, export. I lavori sono stati aperti da Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di Tutela, che ha illustrato il chi è del mercato lattiero caseario del pecorino romano; delle produzioni a denominazione protetta; delle zone geografiche maggiormente interessate; delle caratteristiche del prodotto. Decisivo un seminario sulle caratteristiche anche nutrizionali del pecorino romano; del latte ovino sardo, a cui hanno partecipato anche il direttore dell’associazione regionale degli allevatori, Marino Contu, ed Enrico De Santis, del Dipartimento medicina veterinaria dell’Università di Sassari. La mattinata di sabato ha dato modo al Consorzio di promuovere il prodotto trai buyer. Di pomeriggio, invece, gli ospiti hanno visitato un caseificio consorziato pecorino romano dop e un allevamento. In un anno, nel 2012, il fatturato di questa produzione è cresciuto del 16,6%, passando dai 120 milioni dell’anno prima a 140 e con la previsione di raggiungere, nell’anno in corso, i 160 milioni di euro. A trainare l’ascesa è ancora una volta l’export (86 milioni previsti per il 2013, +50% sul 2011), con la crescita di nuovi mercati e l’aumento del prezzo medio (+10%), a fronte di una domanda interna stabile. Brasile, Russia e i paesi asiatici sono i nuovi mercati di riferimento che si aggiungono allo storica piazza americana, anch’essa in leggero rialzo. Bene anche la domanda europea, che contribuisce all’incremento complessivo dell’export del 15% (155 mila i quintali venduti nel mondo), portando una ventata di ossigeno a tutta la filiera, con ricadute positive sul prezzo del latte ovino che oggi si attesta sopra i 70 centesimi. Le buone notizie, infatti, riguardano anche il versate prezzi. Nella prima parte del 2013 è stato registrato un aumento del 5%, con il pecorino romano che all’ingrosso ha superato i 7 euro al chilo. Risultati che premiano l’attività di uno dei formaggi bandiera del nostro made in Italy e sono frutto di una politica di costante monitoraggio delle giacenze da parte del Consorzio, e dialogo con i produttori. Proprio l’incremento della quota dell’export rende necessaria un piano per sconfiggere la contraffazione che sottrae al mercato circa 300 milioni di euro l’anno. Per questo il Consorzio sta anche predisponendo un progetto pluriennale di registrazione a livello mondiale del marchio commerciale “Pecorino Romano” e un’azione di controllo costante in ambito internazionale sull’uso del marchio Pecorino o di denominazioni e prodotti simili.
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Palitta pone in evidenza il felice momento del nostro Pecorino Romano, cosa che dovrebbe fare felici tutti. Ma come fa un signore di nome Maoddi, che non conosco, ad affermare che, con l’attuale andamento dei prezzi di vendita del Romano, gli allevatori dovrebbero, “addirittura”, ricevere 75 centesimi per litro di latte? Da che galassia arriva il signor Maoddi?
Tutto bene? A guardarmi itorno non direi. Ma al Forte Village ha vinto il buon umore dei relatori. Poi c’erano i buyer. E cosa si può desiderare di più?
io direi che sarebbe più equo un euro considerando proprio il fatto che il romano ha raggiunto i 7 euro al kg!!!!ma conoscendo gli “attori” non sono stupito dell’affermazione di maoddi!!!!