Non esistono voti inutili [di Nicolò Migheli]
L’Unione Sarda 4/02/2014. Tutte le tornate elettorali hanno il tormentone del voto utile. Già nella prima repubblica, la DC lo chiedeva per indebolire i suoi alleati e per poter contrattare con i partiti della coalizione su posizioni di forza l’elezione del Presidente del Consiglio. Il PCI non era da meno; fedele al principio della Terza Internazionale che nulla doveva esserci alla sua sinistra, definiva gli altri movimenti di sinistra come “oggettivamente alleati della destra.” Il maggioritario e soprattutto il Porcellum, hanno accentuato la richiesta del voto utile. Sia destra che sinistra hanno avuto comportamenti speculari. Appelli che spesso sono andati a buon fine per la radicalizzazione dello scontro politico e per la diversità inconciliabile dei due elettorati. Il retropensiero che agita quegli appelli è che i suffragi siano proprietà dei partiti, che non si concepisca l’esistenza di un elettorato terzo che fluttui tra i due poli; che ci sia una fascia di cittadini interessati al nuovo. La nostra contemporaneità invece è sempre più segnata da comportamenti ondivaghi a cui corrispondono le scelte elettorali. Esiste poi una fascia di cittadini che si allontanano sempre di più dalle rappresentanze tradizionali, con l’astensionismo in continua crescita. Eppure se si hanno a cuore le sorti della democrazia bisognerebbe auspicare la nascita di movimenti che con proposte innovative, rispettosi delle regole, riescano ad essere attrattivi e a ridare senso a chi si sente escluso. In questa prospettiva gli appelli al voto utile sembrerebbero indirizzati a rinsaldare le file di quei partiti che vedono l’elettorato di riferimento in fuga verso il non voto, o peggio- dal loro punto di vista- verso competitor che agiscono nello stesso spazio politico. Un meccanismo che sembra essersi inceppato da quando i partiti tradizionali mostrano difficoltà a leggere i cambiamenti sociali e le contraddizioni tra territori. La crisi ha agito da acceleratore. Ora è il risentimento a farla da padrone. L’Europa da sogno è diventata minaccia, la classe politica tradizionale accusata di essere corresponsabile o causa principale del declino, per non essere riuscita ad andare oltre l’annuncio e la promessa. Se a questo poi si sommano sistemi elettorali pensati come barriere all’ingresso di nuove formazioni, si crea una reazione. Ecco perché l’appello al voto utile non funziona quando esiste una alternativa concorrente con possibilità di vittoria. Una proposta che può interessare anche chi aveva deciso di non andare più a votare. Gli elettori oggi sono più liberi, tendono a decidere con maggior autonomia. Ogni voto dato ad un partito o movimento in cui ci si riconosce è utile. È fiducia nella democrazia. |
Se la coalizione non raggiunge il 10% e dunque nessuno dei candidati entra in consiglio, compreso il candidato presidente, il voto non solo è inutile, è anche dannoso.