A proposito di Master Plan Ambientale, di difesa del suolo, e di Disegno di legge sull’urbanistica [di Sergio Vacca]

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Nella rubrica Il Dibattito de L’Unione Sarda, martedì 14 agosto, trova ospitalità un interessante contributo dell’ex sindaco di Gavoi, Salvatore Buttu. L’Urbanistica e le Biodiversità ne è il titolo.

Buttu, con la sua esperienza di sindaco, evidenzia alcuni aspetti della gestione del territorio che attengono, da un lato alla fisiografia della nostra isola, con terre antiche e più recenti – geologicamente – molto dinamiche in rapporto al clima e alle sue variazioni.

Erosione dei suoli, fenomeni di massa come le frane e le alluvioni che periodicamente colpiscono le nostre terre, in particolare le aree collinari e montuose, più spesso caratterizzate da disordini idraulici di origine antropica. Leggi disboscamenti antichi e recenti, vari piani come il piano Pascoli o quello della cosiddetta forestazione produttiva.

Per altro verso – e Buttu ne coglie il senso – la scarsa conoscenza del nostro territorio, ovvero l’incapacità di comprendere  che ad ogni azione realizzata sul territorio, che comporti la modifica di alcuni fondamentali parametri ambientali, corrisponda da parte dell’ambiente la ricerca di nuovi e più stabili equilibri. Ciò che nella scienza Metallurgica, come in Ecologia, è noto col termine di Resilienza.

Buttu, pur senza citarla, invoca un Master Plan Ambientale che, partendo da una approfondita conoscenza del nostro territorio regionale, delle sue dinamiche morfologiche ed idrologiche, tenga anche conto della resilienza dei diversi comparti ambientali, in primis del suolo, e ne definisca anche i limiti di resistenza alle diverse forme di sollecitazione.

In altri termini, il consumo di suoli, che oggi rientra nelle statistiche dell’ISPRA come di altri centri di monitoraggio e ricerca, e che – è appena il caso di ricordarlo – è stato studiato per la prima volta in termini quantitativi e qualitativi da Angelo Aru, Professore Emerito di Scienza del Suolo dell’Università di Cagliari già negli anni 70 del secolo trascorso, determina scompensi nell’ambiente maggiori o minori in relazione alla qualità e caratteristiche dei suoli, della loro posizione nel paesaggio, dei caratteri della vegetazione che sostiene.

Tutto questo rappresenta la parte essenziale del Piano Paesaggistico Regionale, quel piano in assenza del quale non ha alcun senso costruire una norma che abbia il compito di disciplinare l’uso delle Terre, la Legge Urbanistica, appunto!

*Sindaco di Milis- Già Professore di Scienza del Suolo dell’Universita’ di Sassari

 

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