IGEA: un disastroso esempio di gestione in deroga ai principi comunitari della concorrenza [di Roberto Frongia e Michele Cossa]
La Regione Sardegna anche con la giunta Pigliaru ha mantenuto la sacca del privilegio derivante dall’affidamento diretto della gestione di servizi pubblici a società partecipate in deroga ai principi comunitari della concorrenza. Un esempio di disastrosa gestione del servizio affidato è l’ IGEA. Nata con la Legge Regionale 4 dicembre 1998, numero 33, IGEA è stata individuata quale soggetto giuridico operante nell’attività di messa in sicurezza, il ripristino ambientale e la bonifica di aree minerarie dismesse e/o in via di dismissione, agendo nell’ambito dei piani e delle linee di indirizzo provenienti dal suo unico azionista la Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato dell’Industria. Tutto ha fatto tranne le bonifiche. L’Amministratore Unico ha presentato un piano industriale banale ma che rivela la drammatica verità: nulla è stato fatto. Il personale competente di IGEA è scarso; appare poi evidente un’organizzazione del lavoro estremamente confusa e la mancanza di mezzi per operare. La gestione del patrimonio appare fallimentare. La Regione in questo contesto è rimasta a guardare. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno, nel Novembre del 2013, qualificato questo genere di società “come una mera articolazione interna della P.A. una sua longa manus al punto che l’affidamento diretto neppure consentirebbe di configurare un rapporto intersoggettivo di talché l’ente in house non potrebbe ritenersi terzo rispetto all’amministrazione controllante ma dovrebbe considerarsi come uno dei servizi propri dell’amministrazione stessa”. Il passaggio della sentenza maggiormente significativo è quello secondo cui “il velo che normalmente nasconde il socio dietro la società è dunque squarciato: la distinzione tra socio (pubblico) e società (in house) non si realizza più in termini di alterità soggettiva”. “Dal che discende che, in questo caso, il danno eventualmente inferto al patrimonio della società da atti illegittimi degli amministratori, cui possa aver contribuito un colpevole difetto di vigilanza imputabile agli organi di controllo, sarebbe arrecato ad un patrimonio (separato, ma pur sempre) riconducibile all’ente pubblico: è quindi un danno erariale, che giustifica l’attribuzione alla Corte dei Conti della giurisdizione sulla relativa azione di responsabilità”. Ci chiediamo quale attività abbia esercitato in questi anni la Regione. A titolo di esempio: vaste aree del territorio comunale di Iglesias risultano inquinate a causa della presenza di metalli pesanti quali piombo, zinco, arsenico cadmio, solo per citarne alcuni. Come noto i bacini sterili e le discariche disseminate per l’intero territorio del Comune di Iglesias ammontano a diversi milioni di metri cubi come riscontrabile anche nelle successive tabelle non esaustive: Inventariazione dei rifiuti derivanti dai lavori minerari e di trattamento Valle: IGLESIAS DESCRIZIONE SITI DISCARICHE FINI ABBANCATI BACINO STERILI mc mq n. mc mq mc mq n. S.GIOVANNI 45.000 25.000 14 – – 3.000.000 260.000 5 MONTE SCORRA 601.000 120.000 9 5.050 6.300 – – – MONTE AGRUXAU 500.000 200.000 13 150.000 56.000 – – – GENNAMAIORI 320.000 45.000 4 – – – – – MONTEPONI 900.000 360.000 34 – – 830.000 100.000 4 CAMPO PISANO 40.000 5.000 2 – – 7.030.000 785.000 3 S.GIORGIO 400.000 100.000 42 – – – – – S.BENEDETTO 500.000 120.000 11 – – – – – S.MICHELE 2.500 850 3 – – – – – TOTALE 3.308.500 975.850 132 155.050 62.300 10.860.000 1.145.000 12
Inventariazione dei rifiuti derivanti dai lavori minerari e di trattamento Valle: COSTA DI NEBIDA DESCRIZIONE SITI DISCARICHE FINI ABBANCATI BACINO STERILI mc mq n. mc mq mc mq n. MONTE CANI 35.000 6.000 1 – – – – – MASUA 250.000 50.000 12 6.000 – 2.950.000 118.000 1 NEBIDA 400.000 70.000 34 – – – – – TOTALE 685.000 126.000 47 6.000 – 2.950.000 118.000 1 Senza entrare nel merito delle singole analisi e delle numerose denunce presentate dai Riformatori Sardi nel tempo ed i milioni di euro spesi per la redazione dei piani di caratterizzazione ambientale prima affidati a PROGEMISA poi all’IGEA, già dalle precedenti tabelle si evince come la situazione ambientale sia drammatica a causa delle mancate bonifiche. Il Presidente Pigliaru informi la popolazione sulla reale situazione rischi e suggerisca l’adozione di tutte le iniziative necessarie al superamento dell’emergenza ambientale. Proponiamo la chiamata in giudizio, per il risarcimento del danno ambientale, le società pubbliche e private responsabili dell’inquinamento dell’ambiente, delle mancate bonifiche in tutta l’Isola. *Presidente dei Riformatori Sardi **Consigliere Regionale Michele Cossa
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Come sempre, questa giunta cerca di far passare le boiate che realizza in successi. Non è necessario essere capaci per risanare un’impresa i cui costi e il mercato sono interamente coperti dalla Regione (da noi).
Quando il management di Igea riuscirà a fatturare un euro sul mercato vero, si potrà parlare di risanamento per ora solo fumo.