Ora e sempre Qatar [di Nicolò Migheli]
Il governo del cambiamento non cambia nulla, conferma. Con il decreto Milleproroghe si è dato via libera all’investimento della Qatar Foundation per la realizzazione dell’ospedale di Mater Olbia. In favore di quell’iniziativa si era già espresso Beppe Grillo. Poco conta che quell’ospedale graverà sulla disastrata sanità regionale per cifre rilevantissime. Eppure parrebbe che quell’iniziativa non è dissimile da altre della sanità privata, solo accreditamento, mentre tutta l’enfasi sulla ricerca sarebbe solo propaganda. Un’altra operazione Meridiana, che mutato il nome in Air Italy trasferisce la sua sede da Olbia a Malpensa con grave ricaduta occupazionale in Gallura. Evidentemente l’insegnamento non è bastato visto che il sindaco di Olbia tempo fa propose l’intitolazione di una scuola alla madre dell’emiro, oggi sui giornali vanta le lodi dell’operazione. L’interesse italiano per la petromonarchia comincia con il governo Berlusconi nel 2010, prosegue con Monti, Letta, Renzi e ora con il trio Conte, Di Maio, Salvini. Come mai tanta affezione? Questo governo sta dinamitando la politica estera italiana ma con il Qatar è in piena continuità con quelli precedenti. L’emirato in Italia ha investito a piene mani. Ha acquistato alberghi di lusso, stabili importanti. L’Italia con al-Thani ha fatto ottimi affari specie nel campo della difesa, togliendo agli amici-rivali francesi un mercato che tradizionalmente era loro. La marina emiratina ha firmato un contratto con Fincantieri e Leonardo per la produzione di 4 corvette, 2 pattugliatori, una nave appoggio, più le dotazioni di bordo, artiglierie, sensori, sistemi di combattimento, missili, per un valore di 5 miliardi di euro, compreso l’addestramento del personale. La Marina Italiana e quella del Qatar hanno firmato un accordo di collaborazione, i marinai arabi sono ospitati nelle navi italiane. Fin dal 2010 le forze speciali italiane garantiscono l’addestramento della scorta dell’emiro, forse anche l’ultima linea di protezione del monarca. In Libia Italia e Qatar sono alleati nell’appoggiare il governo di Tripoli di al-Serraj, o almeno lo erano, vista la fluidità della crisi libica. Indiscrezioni rivelano che il paese mediorientale appoggi in segreto anche i rivali del governo di Tobruk finanziando l’esercito del maresciallo Kalifa Haftar e curando i suoi feriti negli ospedali dell’emirato. Non è mistero che il Qatar sia stato uno degli attori della guerra siriana, finanziatore e addestratore con la Turchia di milizie islamiche. Un compagno di viaggio ingombrante per l’Italia, ma si sa che diritti umani e comportamenti disinvolti cedono davanti alla mole dei miliardi che quel paese dispone con i suoi fondi sovrani. Lo scoglio sul Tirreno chiamato Sardegna è la moneta sonante dello scambio. Impossibilitata la realizzazione del gasdotto con l’Algeria, mai fatto il collegamento con la penisola italiana, la Regione ha scelto di realizzare un rigassificatore per la produzione di gas liquefatto, nel porto canale di Cagliari. Un affare milionario che potrebbe essere l’ulteriore tassello della qatarizzazione della Sardegna. L’emirato è il secondo produttore di gas al mondo, la loro società la RasGas Company Limited, aveva già dichiarato anni fa che stavano lavorando ad un progetto sul Mediterraneo che aveva nella Sardegna il punto centrale. Sia l’ambasciatore dell’emirato che il rappresentante in Italia della Qatar Foundation sono di casa nell’isola. Quest’ultimo si è pure permesso di richiamare la Regione ai propri doveri. Nei prossimi giorni andrà in Consiglio Regionale il DDL Urbanistica, dove con l’abolizione del limite di costruzione entro i trecento metri dal mare et alia offre ampie opportunità agli investimenti qatarioti in Costa Smeralda. Quella legge, come hanno dimostrato nelle iniziative e nelle pagine di www.sardegnasoprattutto.com magistrati, urbanisti, studiosi, professionisti, intellettuali, ecologisti ha lati evidenti di incostituzionalità con ottime possibilità di essere cassata dalla Corte. Perché allora tanta insistenza da parte di questa maggioranza e della giunta Pigliaru che, visti gli ultimi esiti elettorali, non verranno rielette e non potranno gestire la legge? Il gruppo di lavoro urbanistica M5S, in vista delle prossime regionali, si è già espresso contro il Disegno di legge e i rigassificatori, metanodotto compreso. Urge sapere cosa ne pensino contemporaneamente i parlamentari sardi del M5S e i loro alleati della Lega, alleata stretta, a sua volta, dei sardisti il cui leader si è espresso a favore del Disegno di legge? Nel ginepraio delle alleanze si vorrebbero risposte chiare ed esaurenti, nella speranza che ci siano. Resta lo sconforto dell’ennesima vendita degli asset privilegiati dell’isola. Questo luogo speciale è disgraziato solo perché non si riesce ad uscire dalla logica dei regi editti sulle chiudende e perchè l’unica possibilità di sviluppo e crescita della Sardegna, anche per la generazione dei politici attuali è il servaggio. Altro non vi è da aggiungere.
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