Cagliari al primo posto per denunce di droga e la Sardegna è interessata da correnti di transito ma è anche area di destinazione e consumo [di Antonietta Mazzette]

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In questi giorni sono stati pubblicati i dati Istat elaborati dal Sole24Ore, riguardanti il numero di alcuni reati avvenuti nel 2017, l’incidenza su 100 mila abitanti e la variazione rispetto all’anno precedente. Queste statistiche hanno – ad esclusione dei reati più gravi come gli omicidi consumati – il limite di rilevare non i reati compiuti bensì quelli denunciati.

Ciò significa che i dati rappresentano solo una parte dei reati effettivamente commessi, ma anche che più è alto il numero delle denunce più è alto anche il grado di espressione civica e non omertosa più che del singolo individuo, della comunità di appartenenza: si pensi al fatto che vi sono territori dove è difficile per una donna denunciare la violenza sessuale subita. Inoltre, va considerato che ogni ragionamento sui cambiamenti della criminalità che riguarda dati relativi solo ad un anno presenta altri limiti.

Probabilmente l’aspetto più interessante non è il numero assoluto dei reati denunciati, quanto la variazione con segno positivo o negativo rispetto all’anno precedente. Ad esempio, Oristano che comunque è il capoluogo che presenta meno problematicità in materia di criminalità, rispetto al resto d’Italia, in un anno ha subito alcune variazioni che andrebbero tenute sotto osservazione: del 200% e del 100% relativamente agli omicidi consumati e a quelli tentati.

Ma per avere dati significativi del mutamento della criminalità dovremmo coprire un orizzonte temporale di più anni. Infatti, osservando le statistiche ufficiali dei delitti denunciati dalle forze dell’ordine all’autorità giudiziaria negli ultimi 10 anni disponibili (2007-2016), emergono alcuni elementi di sicuro interesse che consentono di inquadrare la Sardegna all’interno del quadro nazionale.

Un primo elemento è dato dal fatto che, considerando tutte le tipologie di reato, solo alcune appaiono significative nell’Isola. Infatti, la Sardegna presenta un’incidenza dei reati su 100 mila abitanti superiore alla media nazionale per alcune fattispecie di delitti contro la persona di natura violenta, in particolar modo omicidi volontari consumati, omicidi tentati, minacce. Va detto che il fenomeno si presenta tendenzialmente in decrescita, così come avviene nelle altre regioni italiane, fenomeno questo definito da Marzio Barbagli in “declino felice”.

Un secondo elemento è che nell’ultimo decennio il reato di danneggiamento seguito da incendio appare notevolmente superiore alla media nazionale. Un terzo elemento è che le forme di criminalità predatoria, anche quando hanno un contenuto di violenza, come nel caso delle rapine, risultano inferiori alla media nazionale.

Perciò, ad un confronto con altre regioni italiane, possiamo ritenere che la Sardegna non sia mediamente una regione “a rischio” criminalità, se non per alcune tipologie di reati, anzitutto gli attentati e le coltivazioni illegali di cannabis che sono significativi per gravità e diffusione, non ultimo perché questi reati spesso hanno connessioni con il traffico delle armi e quello fiorente di droga.

Basti pensare che nel 2017 a livello regionale sono state effettuate 762 operazioni antidroga (Vedi Relazione Annuale dei Carabinieri), con un incremento rispetto all’anno precedente del 6,28%, corrispondenti a circa il 3% del totale nazionale.

Perciò non stupisce che Cagliari si collochi al primo posto per denunce di droga, così come non stupisce che il traffico di stupefacenti sia da tempo sotto osservazione della Direzione Antimafia, per la quale “la Sardegna, per la sua posizione geografica, è interessata da correnti di transito verso altre Regioni e verso i paesi del Nord Europa, ma è anche area di destinazione e consumo, con commistioni tra la criminalità sarda e le organizzazioni di matrice straniera, soprattutto albanese, nigeriana e colombiana”.

A mio avviso, questo fenomeno è ancora governabile, se però non si fa l’errore di ritenere che l’Isola sia immune dalla penetrazione da parte di criminalità organizzate di varie nature.

*La Nuova Sardegna 24 ottobre 2018

 

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