Cagliari: i luoghi della classe operaia e della nascente borghesia [di Maria Antonietta Mongiu]

 

Villa_Muscas

L’Unione Sarda 12/02/2014.  Paolo De Magistris, indimenticato sindaco, raccontava delle passeggiate verso santa Gilla. Lasciata la città murata attraverso Porta Cristina, sa costa (viale Buoncammino), is Mirrionis, si inoltrava verso terre ignote dove la modernità aveva fatto irruzione. Dal secondo Ottocento la ferrovia e gli impianti per ricavare calce da Tuvixeddu trasformavano l’antico paesaggio. Un tratturo, ora via is Maglias, consentiva di raggiungere il villino Massa (ora Mulas-Mameli), prima del sentiero delle carrozze e di sa cruxi santa (di fronte al Siotto) che dal XV sec. perdura invariata.

L’itinerario, in uso fino ad ieri, si ritrova in Giovanni Francesco Fara, umanista cinquecentesco, e in Giovanni Spano che ne fece una pedagogia archeologico-naturalistica per i suoi studenti e studi per il Bullettino Archeologico Sardo e per la Guida della città e dintorni di Cagliari. In questa parte di città da viale dell’Annunziata, viale Merello dopo la costruzione del molino (oggi Teatro Massimo) e del palazzo, e il borgo di Sant’Avendrace meglio si registrano le trasformazioni di Cagliari da piazzaforte a città borghese e l’avvento della borghesia imprenditoriale che aveva voltato le spalle a Castello per dirla con Luigi Pintor di Servabo con lo struggimento per la fine di un mondo.

Lo spazio conteso alla campagna ed alle archeologie, dal primo Novecento, fu luogo di ville, casali, parchi, giardini, alberate, nelle vie Oslavia, Falzarego, Don Bosco, nei viali Trento, Merello, sant’Avendrace, nel Corso. L’elenco racconta del pregio architettonico (eclettismo e razionalismo su tutti) ma pure storie da recuperare. Mulas Mameli (già Villino Massa), Cossu Murru (Villa Laura), Leone, Cao, Devoto, Garbato, Garzia, Satta (sede dell’IED), Binaghi (sede del MIBACT), Rossi Chiappe (Villa  Ledda) e altre ancora. Una città-giardino negli stessi luoghi della classe operaia, interfaccia dell’imprenditoria affluente. Case oggi molto ricercate in bei viali erano un tempo dei ferrovieri e degli addetti alle cave

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