Anna nel nostro ricordo . Dedicato ad Anna Oppo [di Maria Antonietta Mongiu]

Anna

Venerdì 30 novembre 2018, alle 16.30, nella Sala Eleonora d’Arborea in via Falzarego 35 a Cagliari si parlerà di Anna Oppo. Ma non solo del suo lavoro professionale ma pure dell’affetto per lei e della relazione che con lei hanno avuto colleghe, colleghi, amiche, amici, compagne del Centro di documentazione e studi delle donne di Cagliari.

Anna Oppo, che fu tra le fondatrici dello stesso e prima della Libreria delle donne , è scomparsa lo scorso luglio. Docente di Sociologia dell’Ateneo di Cagliari, autrice di ricerche su temi quali l’organizzazione e il ruolo dei partiti, la partecipazione politica nei regimi politici, la lingua sarda e la famiglia.

Fu militante del movimento femminista che in Sardegna ha espresso figure di rilievo che intesero quanto stava accadendo: l’inizio di una rivoluzione copernicana che avrebbe segnato la vita di tante e cambiato la società. Oggi quella rivoluzione è ad un guado col rischio di retrocessione. Non solo nel percorso dei diritti ma anche nella ricerca. Ne fu antesignana irriducibile indirizzando, da studiosa ed intellettuale, la sua verso l’analisi della divisione sessuale del lavoro e delle dinamiche di genere nel lavoro, la famiglia, la politica.

La sua morte ha lasciato orfane tante, come fu con la scomparsa di Nereide Rudas. E’ pur vero che sono eredità difficili da raccogliere sul fronte sia della ricerca sia del femminismo militante, in tempi di balbettio sul femminismo che per alcune abbisogna di imbarazzanti precisazioni, a prova della marginalità in cui si sono cacciate donne che pretendono persino di parlare a nome di tutte, o della riesplosa retorica delle carinerie che occulta indicibili esclusioni.

Quella di venerdì 30 novembre in via Falzarego 35 non potrà essere un’iniziativa percorsa solo dalla prossimità di pensiero e di amicalità ma nelle intenzioni delle organizzatrici si legge l’urgenza di riprendere il percorso dal guado in cui il movimento delle donne si trova in Italia e in Sardegna in particolare.

E’ giusto intanto che si riparta dal riconoscimento di quella maternità ideale che si deve ad alcune biografie che sono state esemplari anche nelle contraddizioni, nelle vulnerabilità, e insieme dalla necessità di non girarsi mai dall’altra parte di fronte alla perdita di ruolo e funzione per una, sempre maggiore, percentuale di donne. Il Disegno Pillon ne è spia.

D’ altra parte cosa sono gli studi di Anna Oppo su famiglia, donne, matrilinearità, matricentricità se non una traiettoria che non può esaurirsi in una stagione politica o di studi? Quelle ricerche e quei temi non sono invecchiati e aprono ad altre traiettorie che stanno bussando alla porta in una fase in cui l’assenza di lavoro e il calo di nascite in Sardegna inquieta e interpella tutte e tutti e soprattutto la politica.

Sì proprio la politica che Anna ha frequentato e che, come accadeva all’intellettualità militante, non perdeva autonomia ed indipendenza perché quelle  vere –  politica e intellettualità – pretendono la critica. Altrimenti è puro dominio. Rara avis oggi per uomini e donne precipitati in uno spaesamento politico e linguistico e  nella diffusa sconnessione tra decisori e comunità.

Anna Oppo venerdì inizierà ad avere un pubblico omaggio, affettivo e culturale. D’altra parte per alcune donne il vissuto politico-culturale, l’autorità che altre donne riconoscono loro, l’autorevolezza scientifica sono tutt’uno  perché la trincea del  femminismo insegna a non voler vivere dimidiate, agendo insieme la pratica dell’etica, sostrato ineliminabile.

Per venerdì non c’è uno schema di gioco con saluti di “autorità” o pretese di uno/una di parlare per tutti/e. Ognuno/a esprima, come sa e può, la sua tenerezza e la sua stima per una donna che era fin troppo severa ed esigente, prima di tutto con se stessa. Spero proprio che saremo in tante/i a testimoniarlo.

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