I migranti usati da tutti per far paura [di Antonietta Mazzette]

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La Nuova Sardegna 13 gennaio 2019. Tre fatti di cronaca che riguardano la questione migratoria hanno dato il via al 2019: la vicenda dei 49 migranti, tenuti per quasi tre settimane in balia del mare di fronte all’isola di Malta; lo scontro tra Claudio Baglioni e il ministro dell’interno e la dirigenza Rai1; i cittadini di Torre Melissa che hanno salvato 51 migranti,  dopo che l’imbarcazione era stata abbandonata dagli scafisti, arrestati grazie all’intraprendenza di un dipendente dell’albergo situato a pochi metri dal salvataggio. Sono tre fatti distinti, ma sollecitano alcune riflessioni che li accomunano.

Le 49 persone, tra cui donne e bambini (anche neonati), in fuga da chissà quali condizioni disumane, che hanno guardato all’Europa come al loro principio speranza, mai avrebbero potuto pensare che la loro odissea sarebbe precipitata per 20 giorni dentro un pozzo senza fondo di indifferenza, per un verso, di cinica strumentalità politica, per un altro verso.

Ebbene, in questi giorni si è scritto molto sull’evidente inadeguatezza dell’Unione Europea, non solo perché ha impiegato tutti quei giorni per addivenire alla decisione di portarli a terra, ma anche perché solo 8 Paesi hanno poi deciso di accoglierli.

Ma questa accoglienza è densa di ideologismi e falsi principi perché, se andassimo a vedere il nocciolo della questione, sgombrando il campo da tutte le superfetazioni, ci accorgeremmo che 8 Paesi sono pochi sotto il profilo politico-culturale (i Paesi amici del nostro ministro dell’interno dove si sono rintanati?), troppi sotto quello pragmatico: il più piccolo comune della Sardegna sarebbe in grado di accogliere 49 persone senza dramma alcuno.

Ciò significa che il fenomeno migratorio viene utilizzato come un grimaldello per aprire le porte alla paura e all’insicurezza, basti pensare al cosiddetto decreto sicurezza recentemente approvato, contro il quale sono scesi in campo molti sindaci. Ma il fenomeno migratorio è anche ingrediente indispensabile ad alimentare una certa politica che ha bisogno, per esistere, di un “nemico” da abbattere. In altri termini, senza migranti che cosa il nostro ministro potrebbe twittare al posto di “prima gli italiani” e “la pacchia è finita”?

Il fatto che Baglioni abbia espresso disapprovazione verso la gestione dei 49 migranti, ha sollevato reazioni scomposte sui social network, dopo però che il ministro sopra citato e la direttrice di Rai1 hanno reagito rumorosamente, con affermazioni di vario tipo, non ultimo tacciare il cantante di occuparsi di questioni politiche, mentre dovrebbe pensare alle canzonette. Niente di nuovo sotto il sole, chi governa non ama le critiche, da chiunque provengano, e la Rai è in buona parte “affare” del governatore di turno.

Rispetto al passato, però, c’è una grande differenza: la smania di reprimere ogni critica è talmente elevata che non si è esitato ad attaccare il direttore artistico della più importante trasmissione della rete, il festival di Sanremo, anche a costo di scatenare l’azione di boicottaggio degli haters. Eppure, chi ricopre un ruolo di governo (compresa la Rai) dovrebbe contribuire ad abbassare i toni, non accrescerne il volume. Ma nel contempo, se non alza i toni, c’è il rischio che gli italiani si accorgano del suo vuoto programmatico in termini di sviluppo reale del Paese.

Infine, gli abitanti di Torre Melissa salvando 51 persone, senza tweet e senza dichiarazioni di sorta, hanno dimostrato che c’è un’Italia che, di fronte a delle persone in difficoltà, non si chiede da dove provengano e se siano italiane o curde, semplicemente interviene e cerca di salvarle, così come fa la maggioranza degli italiani.

In questi giorni ho avuto un dialogo serrato con un giovane che insisteva sul fatto che se non fosse intervenuta l’Europa, l’Italia avrebbe fatto bene a lasciare in mare i 49 migranti. La mia risposta è stata: se delle persone stanno annegando davanti ai nostri occhi e io non intervengo, tu che fai? Credo che gli abitanti di Torre Melissa gli abbiano dato la giusta risposta.

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