Un gioiello a Porto [di Franco Masala]
Legno, vetro e alluminio sono i materiali, apparentemente in contrasto tra loro, che formano l’involucro della sala principale nella Casa da Música di Porto. Così un’acustica straordinaria consente di percepire anche il tamburello accarezzato dalle dita di un bravissimo percussionista nel mezzo di un complesso strumentale barocco. Ne è progettista l’architetto olandese Rem Koolhaas, premio Pritzker nel 2000 e già protagonista a Cagliari delle entusiasmanti Feste dell’architettura di un tempo quando lavorava al master plan per la quartiere di Sant’Elia. L’edificio portuense fa parte della riqualificazione urbana e sociale di un’area dove un tempo si trovava un deposito mezzi della Sociedade de Transportes Colectivos do Porto. Sfruttando la nomina a Capitale europea della Cultura per il 2001, si decise la realizzazione di un ambizioso progetto assegnato dopo varie vicende a Koolhaas fino alla realizzazione terminata nel 2005. Oltre alla sala principale ve ne è una seconda più piccola con altri spazi più ridotti con rifiniture e rivestimenti differenti, spesso affacciati con grandi finestre sulla piazza e ricavati all’interno di una struttura che pare un diamante grezzo posato in terra. Vi si svolgono concerti, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri, sperimentazioni d’avanguardia e anche attività di assistenza ai bambini durante le manifestazioni. Un ristorante, parzialmente a cielo aperto, completa la struttura che è circondata da una superficie pubblica in parte liscia in parte ad andamento curvilineo, divenuta regno degli skateboard e tale da integrarla completamente nella vita della città grazie anche alla caffetteria aperta a tutti. Un centro di vita pulsante che rientra peraltro nella straordinaria accoglienza di un centro storico inserito nel Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO e ricco di proposte d’ogni genere. Pregio finale: la visita guidata della Casa da Música, svolta da un giovane e preparatissimo cicerone, costa 10 € che vengono completamente risarciti con l’acquisto del biglietto per un concerto con posto unico a prezzi comunque modicissimi. E anche questo è un bel modo per invogliare a praticare il connubio musica-architettura e usufruire dei risultati. *Foto di Philippe Ruault © |