Le Olimpiadi di Sochi e i Circassi [di Gianfranca Fois]
I giochi olimpici che si stanno disputando in questi giorni a Sochi, in Russia, sono stati preceduti e accompagnati non solo da atti terroristici e dalla paura di nuovi attacchi ma anche da numerose polemiche al punto che diversi Capi di Stato hanno rinunciato a partecipare alla cerimonia di apertura. Il motivo principale è stato la così detta “legge antigay” di Putin, ennesima legge che restringe i diritti dei cittadini russi. Putin governa infatti in modo dispotico il suo paese, dispone del controllo pressoché totale dei media, di potenti mezzi di propaganda che gli permettono di manipolare l’opinione pubblica e utilizza spregiudicatamente le istituzioni per reprimere i suoi oppositori. Ma in effetti ci sono altri aspetti che il mondo dell’informazione avrebbe dovuto mettere in evidenza e cioè la spesa eccessiva sostenuta per l’organizzazione dei giochi (51 miliardi di dollari), le Olimpiadi più costose, a fronte della situazione della Russia caratterizzata da grandi dislivelli economici e da gravi problemi interni, e lo scempio del territorio che è stato compiuto per realizzare le strutture olimpiche. Sono stati distrutti infatti 5 mila acri di foreste e fatte scomparire zone umide, punti di sosta degli uccelli durante le migrazioni, il territorio è stato sconvolto e deturpato da autostrade e costruzioni mentre continuano a mancare strutture di base come la rete fognaria. Anche gli abitanti del territorio stanno subendo notevoli disagi e un abbassamento della qualità della vita: mancanza di acqua corrente in numerose abitazioni, grandi discariche inquinanti aria, acqua, laghi e fiumi che sfociano nel Mar Nero. Questo degrado colpisce pure gli animali, basti pensare alle due orche marine catturate e presentate come attrazione turistica. Contemporaneamente sono scattate le denunce con conseguente condanna ai lavori penali per chi si è lamentato troppo della distruzione dell’ecosistema. I nostri mezzi di comunicazione e soprattutto le telecronache, cioè i servizi più seguiti, si sono limitati a puntare l’obiettivo sulla repressione dei diritti degli omosessuali, facendo alla fine il gioco di Putin che non ha tralasciato occasione per mostrare un atteggiamento, di facciata, favorevole agli omosessuali (vedi ad esempio il suo abbraccio alla pattinatrice olandese lesbica Ireen Wust), ma hanno rimosso, con pochissime eccezioni, gli altri problemi ugualmente importanti. C’è stata anche un’altra importante dimenticanza, il genocidio, avvenuto nel 1864, dei Circassi proprio nei territori dove si svolgono i Giochi. E’ questo uno dei genocidi dimenticati, rimossi che hanno macchiato la storia dell’Europa, e non solo. I Circassi, popolo che abita tra le montagne del Caucaso Nord-Occidentale, avevano combattuto a lungo contro l’esercito dello zar Alessandro II durante la lunga e sanguinosa guerra coloniale russa di conquista del Caucaso (1817-1864), raccontata anche nelle opere dei grandi scrittori russi (Tolstoi, Lermontov e Puskin). I Circassi furono definitivamente sconfitti e il 21 maggio 1864 la vittoria fu festeggiata dai Russi con una parata nella città di Krasnaya Polyana, divenuta famosa in questi giorni. Da quel momento un milione e mezzo, fra cui donne e bambini, in pochi mesi fu sterminato o ucciso dagli stenti durante la deportazione, il resto costretto in gran parte ad abbandonare i propri territori e i propri averi e ad emigrare all’estero. La diaspora circassa conta ora circa sei milione di persone. I Circassi, che in realtà si chiamano Adighi e furono chiamati Circassi dai mercanti genovesi durante il Medioevo, considerano il 21 maggio la loro Giornata della memoria e, nel 2008, hanno anche chiesto di poter avere un proprio territorio all’interno della Russia. “I giochi sulle ossa”, titolo del primo libro che affronta l’argomento del genocidio e che è stato pubblicato di recente, è diventato lo slogan dei Circassi che hanno chiesto al governo russo di non profanare i luoghi del loro martirio ( Sochi è il luogo simbolo e durante i lavori pare sia venuto alla luce un numero ingente di resti umani). La richiesta è stata respinta e i Circassi hanno allora sperato che i riflettori che illuminano le Olimpiadi invernali potessero almeno illuminare la loro vicenda e che il genocidio venisse riconosciuto (sinora l’ha fatto solo la Georgia mentre la Comunità europea l’ha preso in considerazione). Speranza, come si è visto, fallace, anche alle Olimpiadi ciò che conta è il massimo profitto, l’informazione ha obbedito e ha fatto propria la frase rivolta da Putin al Primo ministro olandese: “I gay (diritti, ambiente, storia aggiungo io)? Meglio concentrarsi sui giochi” *Segreteria Associazione Articolo 21. Direttivo Associazione LAMAS |
“Concentrarsi sui giochi” non significa, non deve significare, avere occhi solo per le gare e le medaglie. Dopo quest’articolo, seguirò i giochi con un’attenzione diversa (più ampia, mirata anche al contesto storico, culturale e territoriale). Anzi, mi piacerebbe che tale “attenzione” facesse parte anche della preparazione tout court di atleti e atlete.