Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) risponde alle 10 domande del Gruppo per un’urbanistica sostenibile [di Redazione]

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Il Gruppo di lavoro “Materiali per un’urbanistica sostenibile”, l’Associazione LAMAS,  www.sardegnasoprattutto.com  hanno illustrato mercoledì 18 febbraio “10 Domande ai Candidati alla Presidenza della Regione Sardegna su consumo del suolo, paesaggio, ambiente, urbanistica” pubblicate in questo sito. Sono all’attenzione di candidati, opinione pubblica, e stampa invitata a darne conto. Pubblichiamo le risposte di Paolo Maninchedda (NdR).

1.Come mai nella campagna elettorale non è stato richiamato l’articolo 9 della Costituzione – tra i principi fondanti – che tutela il Paesaggio e che inerisce anche in materia urbanistica ed edilizia? Art. 9 della Costituzione, Convenzione europea del paesaggio (Firenze 2000), Codice dei Beni culturali e del paesaggio (2004) recepiti dal Piano Paesaggistico Regionale (2006) che, di conseguenza, ha profilo costituzionale. non surrogabile da norme di rango inferiore.

Il Partito dei Sardi non ha una visione sacrale della Carta Costituzionale italiana e dei suoi dettati, che al contrario trova spesso datati e autoritari. Viceversa, rispetto ai valori della tutela del paesaggio, la posizione del Partito è ben rappresentata dal voto contrario alla legge urbanistica proposta dalla Giunta Pigliaru che abbiamo trovato lesiva di questi valori e inutilmente persecutrice dei diritti dei comuni e delle libertà individuali.

 2. In che termini intende avviare il processo di partecipazione e di condivisione per costruire regole, principi, valori relativi ad un Disegno di Legge sul governo del territorio e al PPR esteso a tutto il territorio regionale?

Avviando e gestendo il dibattito pubblico sulle proposte di governo del territorio prima dell’adozione del provvedimento e durante la procedura di approvazione definitiva, fino ad ipotizzare il voto dei Consigli comunali, prima del voto del Consiglio regionale, sulla bozza più condivisa.

3.Cosa intende promuovere per fare in modo che tutti i Comuni in Sardegna dispongano, in un tempo certo, di un PUC coerente con gli attuali canoni della programmazione territoriale?

Il primo provvedimento è una legge urbanistica semplice e chiara, senza furbizie e deroghe, che restituisca ai Comuni i poteri che sono loro propri e alla Regione i soli poteri di pianificazione, programmazione e controllo che dovrebbe caratterizzarla.

 4.Per contrastare le attuali disomogeneità dello sviluppo regionale e gli squilibri territoriali tra zone interne e aree urbane come intende superare il paradigma di un’unica tipologia di PUC e di un’area vasta limitata alla città metropolitana di Cagliari?

Con una legge urbanistica, un Piano Paesaggistico, una profonda riforma della struttura amministrativa della Regione e del bilancio, una profonda riforma della scuola, dei trasporti e della sanità, condotte secondo una visione complessiva della Sardegna ma ispirate dal principio di sussidiarietà, dal federalismo istituzionale e sociale e dal riconoscimento della diversità delle aree omogenee della Sardegna .

 5.Come intende dare la necessaria assistenza ai Comuni per una significativa accelerazione dei processi di redazione ed approvazione dei PUC in adeguamento al PPR e un supporto tecnico finalizzato al riordino dell’intera materia urbanistica con un gruppo specializzato di tecnici, formati anche a ricoprire il ruolo di Commissari per l’approvazione degli stessi, laddove necessario?

Tendenzialmente sono contrario ai commissariamenti che sono sempre figli di pericolosi centralismi. È possibile prevedere sia la formazione che il reclutamento temporaneo o strutturale del personale dedicato al rilancio del governo del territorio.

 6.In quali tempi intende riattivare l’Ufficio del Piano e strutturare il Centro Cartografico Regionale o comunque una struttura dedicata nell’Amministrazione regionale con adeguate risorse umane, finanziarie e strumentali, per supportare le amministrazioni comunali e facilitare l’estensione del PPR a tutta la Sardegna e l’adeguamento dei PUC allo stesso?

Sono contrarissimo ad ogni centralismo. La Regione fornisca le regole, i Comuni le applichino. Il Centro cartografico regionale, invece, è un servizio utile che occorre strutturare e rafforzare.

 7.Come intende attuare una politica di assetto idrogeologico, di tutela, di non consumo del suolo e operare riguardo al Piano di Assetto Idrogeologico Regionale (PAI), struttura portante del PPR, considerato che le Norme Tecniche di Attuazione non possono essere opinabili ma devono essere univoche, trasparenti, gestibili dalle amministrazioni coinvolte, per gli effetti rilevanti nella tutela dei cittadini, del territorio e dei beni materiali?

Il PAI è un presidio della sicurezza che va rafforzato. La sua attuazione principale consiste nel rispetto sia dei vincoli che delle procedure per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico. Uno strumento poco usato ma utilissimo è il Contratto di fiume che consente il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti i soggetti interessati al mantenimento e allo sviluppo delle attività sostenibili intorno ai nostri assi fluviali.

 8.Alla luce dell’aumentata sensibilità delle popolazioni e degli amministratori come intende ampliare e trasformare in opportunità di sviluppo le zone di massimo pregio caratterizzate da habitat naturalistici, biodiversità, sostenibilità ambientale anche nella consapevolezza che non sono consentite costruzioni di qualsiasi volumetria nella fascia dei 300 metri dal mare?

Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo la massima tutela della fascia dei 300 metri, consentendo le manutenzioni ai soli alberghi che non abbiano già goduto delle possibilità garantite dalla normativa vigente. La valorizzazione di questo patrimonio di pregio è un fatto contemporaneamente educativo, culturale, normativo e economico, nel senso che inevitabilmente interseca le politiche di costruzione della destinazione Sardegna come meta di un turismo sostenibile.

 9.Cosa intende fare per trasformare l’attuale Protezione Civile, basata sull’emergenza, in una vera prevenzione civile e pianificazione del rischio a scala di paesaggio, comprese azioni concrete di selvicoltura preventiva?

Non va persa in alcun modo l’esperienza acquisita nel Centro di Competenza della Protezione civile e rafforzata la strumentazione tecnologica per gli allerta meteo e la loro gestione. Va risolta la divisione campanilistica di funzioni tra Sassari e Cagliari. Va avviata e praticata la connessione tra la pianificazione e la programmazione regionali e le politiche di protezione civile: ad oggi sono mondi che non si parlano.

 10.Ritiene che un atto di governo del territorio continui ad ignorare il Piano Regionale dei Trasporti con i relativi requisiti di accessibilità del trasporto pubblico e reputa sufficienti 2,5 mq di parcheggi pubblici ad abitante, per garantire l’efficienza, l’efficacia, la sostenibilità economica dei servizi di mobilità urbana?

Le connessioni interne della Sardegna sono un nostro problema nazionale e non riguardano solo la mobilità urbana, ma la libertà di movimento e di relazione di tutti i cittadini sardi. È un problema che si lega al tema del rapporto tra servizi e tariffe nelle situazioni miste di successo e di fallimento di mercato. La questione dei parcheggi pubblici è inevitabilmente legata alla visione dello spazio urbano come luogo non solo di volumi ma anche di spazi e di relazioni; è una questione prima culturale e poi amministrativa.

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